Whirlpool: la fabbrica che scappa dai diritti
Dentro la piazza della protesta dei lavoratori metalmeccanici della multinazionale americana che stamattina hanno manifestato a Roma davanti alla sede del ministero dello sviluppo economico. Chiedendo che l’azienda rispetti l’accordo sul piano industriale siglato con i sindacati nel 2018, il quale prevedeva l’impegno di non ricorrere, fino alla fine del 2020, alla procedura di licenziamento collettivo. Ma alla fine di maggio Whirpool aveva annunciato la chiusura dello stabilimento di Napoli. Così da mesi cova la protesta tra gli operai napoletani. Ma sullo sfondo, ben occultata, in piazza c’è anche un’altra storia: la condizione dei lavoratori dell’indotto, del terziario della prestazione di servizi, in cui lavorano soprattutto donne e migranti, che hanno la paga e le garanzie della metà dei loro colleghi, uomini e operai.
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