EUROPA
Verso un’altra grande manifestazione per la sanità pubblica a Madrid
Dopo il successo della manifestazione del 13 novembre, i collettivi di quartiere in difesa della Sanità pubblica hanno convocato un corteo per il prossimo 12 febbraio. Dato che la situazione è peggiorata, è attesa nuovamente una partecipazione tanto ampia, se non addirittura maggiore, della scorsa volta
Oltre 600mila persone hanno invaso le principali arterie di Madrid lo scorso 13 novembre in difesa della Sanità Pubblica. Sullo sfondo, la riorganizzazione delle urgenze extra ospedaliere, i cosiddetti Punti di Assistenza Continua (PAC), che hanno riaperto con il personale incompleto, e alcuni centri di salute collassati, con i professionisti dell’Assistenza Primaria al limite dello sciopero. Oggi, due mesi dopo quella grande dimostrazione di forza, la situazione non è cambiata, anzi, è peggiorata, secondo quanto sostengono le organizzazioni di quartiere che hanno organizzato la manifestazione del 13 novembre. Per questi motivi, hanno convocato un’altra manifestazione: il prossimo 12 febbraio a Madrid, a partire dalle 12, si terrà un corteo con quattro diverse colonne che arriveranno a Cibeles.
«È incredibile che dopo le centinaia di migliaia di persone in piazza non ci sia volontà alcuna di risolvere il problema della sanità pubblica nella Comunità di Madrid», afferma Concha Pérez Rosales della Piattaforma per la Sanità Pubblica Sierra de Guadarrama, che sta partecipando alle assemblee preparatorie della manifestazione. A fronte di questa situazione, il governo di Isabel Díaz Ayuso non ha rafforzato il personale delle PAC, che continuano a funzionare con metà capienza rispetto alle loro possibilità, senza la presenza di medici nei centri urbani. Secondo i dati raccolti dai lavoratori, il 57% dei centri hanno aperto con il personale incompleto nell’ultimo mese.
Intanto, i medici dell’Assistenza Primaria hanno deciso di rilanciare lo sciopero indefinito, cominciato lo scorso 21 novembre, dopo che il Consiglio della Sanità non ha offerto alcun aumento salariale sufficiente e sta trasformando questo livello di assistenza una voragine da cui fuggono i professionisti appena formati, secondo il sindacato medico AMYTS che ha lanciato lo sciopero.
Al tempo stesso, il sistema del Pronto Soccorso nei grandi ospedali di Madrid sta collassando e il sistema complessivamente barcolla, segnala Pérez. E avverte: «È imprescindibile continuare a scendere in piazza. Mentre continuano le mobilitazioni nei quartieri, con proteste settimanali assieme ai centri di salute, è necessaria anche un’altra grande manifestazione per fermare il grave livello di degrado di cui l’intero sistema sanitario soffre».
Da quel 13 novembre, il movimento nei quartieri è cresciuto. Sono 93 i collettivi che partecipano alle assemblee di preparazione della mobilitazione di febbraio che si prevede altrettanto potente, o addirittura più potente, di quella di novembre.
«L’assemblea è composta da diverse piattaforme, collettivi, associazioni di abitanti, organizzazioni di donne che difendono la sanità pubblica, pensionati… è molto trasversale e ogni giorno arrivano nuove persone. Anche durante la scorsa riunione, nuovi collettivi hanno partecipato per la prima volta», scrive Pérez, e aggiunge che nelle ultime due riunioni hanno partecipato oltre sessanta persone, con un rappresentante per ogni associazione. Un limite che è stato deciso perché in caso contrario gli incontri sarebbero interminabili.
Una tale eccedenza di partecipazione che ha costretto gli organizzatori a cambiare il percorso previsto. Così, mentre la colonna del Nord manterrà la partenza come la scorsa volta da Nuevos Ministerios e quella che arriverà dalla zona est della città partirà dall’Hospital de la Princesa, la colonna proveniente da ovest cambierà la sua partenza verso Plaza España e quella del sud verso Legazpi. «Il nostro spezzone, quello ovest, durante la prossima manifestazione partirà da Plaza de España per poi proseguire sulla Gran Vía. La scorsa volta siamo partiti dall’Opera e a causa del numero alto di persone e dell’assenza di spazio sufficiente ci siamo dovuti dividere in due spezzoni», spiega Pérez. La stessa situazione per colonna del sud, che era partita da Atocha, «dove già non c’era modo di andare avanti», per cui partirà da Legazpi, passando poi per Atocha fino a Cibeles.
Ana Rosa Encinas, medica di famiglia e integrante della Plataforma Centros de Salud, che fa parte dell’assemblea preparatoria della manifestazione di febbraio, è fiduciosa rispetto a una partecipazione ancora più moltitudinaria della scorsa. «La situazione peggiora di giorno in giorno per quanto riguarda l’Assistenza Primaria e la gente sta aprendo gli occhi. Ormai non basta l’ideologia politica di fronte a tante mancanze e ad una gestione talmente nefasta».
La medica racconta che nel suo centro di salute, a Fátima (Carabanchel), vi sono circa cinquanta pazienti al giorno. E non è tra le peggiori situazioni. «In alcuni centri di salute danno appuntamento a 70 o 80 pazienti al giorno». Encinas, che partecipa alle assemblee principalmente in quanto utente, crede che l’unione sia la chiave perché le cose cambino.
«Il mio coinvolgimento principale è legato alla partecipazione ai movimenti degli abitanti dei quartieri, che sono quelli che hanno davvero la possibilità di cambiare questa situazione. La nostra forza come lavoratori è limitata, sostenere lo sciopero sul lungo periodo è molto complicato per una questione economica e anche dal punto di vista emotivo, è duro sapere che i pazienti ti stanno aspettando», racconta Ana Rosa Encinas.
E ci lascia con un ultimo messaggio: «Riusciremo a coinvolgere i giovani, è importante che comincino a prendere l’iniziativa, così come è importante che molti di quelli che non sono potuti scendere in piazza la scorsa volta, lo facciano adesso», rilancia mentre dalla piattaforma degli abitanti dei quartieri continuano a tessere lanciando un nuovo appuntamento per fine gennaio. In questa occasione, si faranno i cartelli e i volantini per cominciare a lanciare l’appuntamento nelle strade. Riempire Madrid con i loro cartelli non sarà difficile. Soprattutto tenendo conto che la partecipazione, così come il malcontento, crescono di giorno in giorno».
Articolo pubblicato su El Salto Diario. Traduzione in italiano di Alioscia Castronovo per Dinamopress
Immagine di copertina di archivio Imagenes en Accion da Flickr