ITALIA
Verso l’8 marzo: nelle piazze la rete nazionale consultori e consultorie
Costituitasi circa un mese fa, la Rete inaugura una settimana di mobilitazioni in tutta Italia per difendere i consultori pubblici e scongiurarne lo smantellamento e il depotenziamento.
Questa sarà una settimana particolarmente intensa, per la rete nazionale consultori e consultorie. «Ci volete in mille pezzi, ci avrete unit3 in mille piazze», è ciò che si legge sui profili social della Rete, insieme al comunicato che chiama alla partecipazione alle numerose mobilitazioni previste per la settimana in corso e verso lo sciopero transfemminista dell’8 marzo. «Per difendere i consultori pubblici, per pretendere che non vengano smantellati o svuotati della loro funzione di risposta ai reali bisogni dei territori e delle soggettività che li abitano».
La rete nazionali consultori si costituisce infatti circa un mese fa in opposizione alle politiche nazionali e regionali che, ormai da diversi anni e a prescindere dal colore politico delle istituzioni competenti, hanno sistematicamente svuotato e depotenziato i consultori o, nel migliore dei casi, cercato di inglobarli nelle cosiddette “Case della Comunità”.
Ambulatori polivalenti, questi, in cui non è chiaro se la gratuità dei servizi erogati dal consultorio, così come la garanzia dell’anonimato per le persone richiedenti tali servizi, potrebbe essere ancora garantita. È questo il caso del Lazio, dove il Coordinamento delle donne e delle libere soggettività dei Consultori locali è attivo da cinque anni. «Ci siamo rese conto che i consultori venivano chiusi o comunque depauperati delle figure fondamentali» spiega Milena, una delle fondatrici del coordinamento e attivista del movimento transfemminista Non una di Meno, «quindi, per cercare di ostacolare la chiusura, ci siamo costituit3 in un coordinamento e abbiamo iniziato a dialogare con le istituzioni, in particolare con la regione Lazio». La rete nazionale si è invece costituita poiché tante attivist3 come Milena si sono rese conto che in ogni regione la situazione era simile e hanno quindi deciso di unire le lotte a salvaguardia di questi presidi fondamentali per la salute sessuale e riproduttiva delle donne, delle libere soggettività, delle persone gestanti.
Da Trieste alla Locride, dunque, più di 98 attivist3 si sono riunite in questa rete che preannuncia una settimana di mobilitazioni per dare visibilità e forza alle proprie rivendicazioni. Trieste ha aperto le danze con il flashmob di martedì 27 febbraio insieme a Perugia, che andrà avanti con diverse iniziative fino al 2 marzo. Previsto per oggi, mercoledì 28, il sit-in presso la sede della Regione Friuli-Venezia Giulia sempre a Trieste, in via dell’Orologio, dove l3 attivist3 si riuniranno a partire dalle 17:30. Nell’arco della stessa giornata a Bivongi, agli antipodi della penisola, appuntamento presso il consultorio familiare alle 15:30. «In Calabria uno degli appuntamenti sarà il sit-in davanti al consultorio simbolo della lotta di Riprendiamoci i Consultori che rischia nuovamente l’oblio dopo il pensionamento dell’ostetrica, ultima operatrice rimasta in servizio dopo il sistematico svuotamento dell’equipe consultoriale», leggiamo sulla pagina Instagram della Rete. «Non è l’unico a rischio nella Locride e c’è bisogno di tenere alta l’attenzione».
Prosegue il tam-tam delle proteste a Roma il 29 febbraio, con la convocazione di un presidio alla Regione Lazio: «Non Dio, patria, famiglia, ma libere scelte e autodeterminazione sui nostri corpi e sulle nostre menti», recita il volantino che il coordinamento del Lazio sta facendo circolare in questi giorni.
E come si può essere liber3 di scegliere, se i luoghi cui dovremmo rivolgerci per abortire in modo sicuro, anonimo, gratuito, ricevere informazioni e sostegno sulla nostra salute sessuale e riproduttiva, sostegno se decidiamo di intraprendere l’avventura della genitorialità, vengono smantellati, messi a bando, resi costosi e inaccessibili, come un servizio qualunque?
A partire dal 1 marzo sarà poi Reggio Emilia a mobilitarsi, con un doppio appuntamento: è prevista infatti una striscionata in piazza dei Martiri alle 10:00, seguita da un volantinaggio presso l’Arcispedale Santa Maria Nuova. Nel pomeriggio della stessa giornata, alle 17:30, il flash mob davanti al consultorio di Senigallia. Spostandoci verso Nord troviamo, sempre il 1 marzo ma alle 18:00, il presidio organizzato dell3 bolognesi in piazza del Nettuno.
Le mobilitazioni a difesa dei consultori si concluderanno con un flash-mob a Jesi, alle 18:00 del 2 marzo.
- «Vogliamo che i consultori rimangano spazi accoglienti per tutt3, dove ottenere prevenzione, salute e benessere, gratuitamente e senza discriminazioni di classe, di provenienza geografica, di genere, di età e di scelte relative a relazioni e sessualità;
- pretendiamo che i consultori vengano riaperti se sono stati ingiustamente chiusi e che sia rispettata la legge che ne prevede 1 ogni 20 mila abitanti;
- chiediamo un miglioramento immediato delle condizioni di lavoro di chiunque lavori dentro le strutture sanitarie indipendentemente dalla mansione;
- riaffermiamo il diritto all’autodeterminazione e alla libertà di scelta su genitorialità, comunità di cura, salute riproduttiva e aborto, genere e transgenere, piacere e desiderio;
- ci riprendiamo il diritto alla salute e allo stare bene che non può avvenire attraverso il profitto, la violenza medica o la mercificazione dei corpi;
- ci riappropriamo attraverso le nostre assemblee di queste strutture sociosanitarie universali e polifunzionali per i nostri bisogni.
- Ci siamo unit3 nella Rete nazionale delle assemblee delle donne e delle libere soggettività dei consultori pubblici e delle consultorie autogestite e transfemministe per rafforzare le nostre richieste locali e per moltiplicare l’effetto delle nostre lotte».
Queste le rivendicazioni principali della rete nazionale consultori, verso e oltre lo sciopero transfemminista dell’8 marzo convocato da Non una di Meno, sciopero che vedrà queste importanti realtà nazionali unite anche nella lotta a salvaguardia della salute sessuale e riproduttiva delle donne, delle persone trans, delle persone non binarie, di tutte le persone che rivendichino a gran voce il proprio diritto all’autodeterminazione contro un governo e delle istituzioni che ci vorrebbero sempre più oppress3, addomesticat3, intercambiabili, funzionali a uno status quo patriarcale.
Ma la nostra lotta non si ferma: verso e oltre l’8 marzo, saremo marea.
Immagine di copertina di Margherita Caprilli