ROMA
Un quartiere in gioco
Contro gli interessi privati che vorrebbero un quartiere di casinò, discoteche e mini-appartamenti, la Libera Repubblica di San Lorenzo si mette in gioco e difende i suoi spazi riempiendoli di vita collettiva. Sabato 10 marzo al Cinema Palazzo inizia BET, la quinta edizione del torneo popolare di briscola e tresette
Un tempo i bambini giocavano in strada, a pallone, a biglie, a campana. Oggi i giochi nelle strade di San Lorenzo sono altri e di ludico hanno ben poco.
San Lorenzo è diventato terreno di gioco facile per chi vuole aprire un casinò, chi vuole tirare su un palazzo di miniappartamenti di lusso magari demolendo un pezzo di storia del quartiere – sono 22 i permessi a costruire e demolire presentati con il piano casa nel nostro municipio –, chi vuole aprire l’ennesimo locale, chi vuole fare il parcheggio ma c’è una villa romana, chi vuole chiudere con un cancello una strada pubblica, dimezzare un parco pubblico e chiuderne un altro, chi vuole fare di uno spazio ex pubblico una megadiscoteca fino alle cinque del mattino, grazie alla proroga dell’orario concessa dal Municipio e ai permessi temporanei del Comune.
San Lorenzo è un quartiere spremuto dalla ricerca di profitto a tutti i costi che incide sul tessuto economico, sociale e culturale che fa un quartiere. È saltato l’equilibrio delle funzioni in tutta la città: quella residenziale, commerciale, culturale, sociale, economica. Quest’ultima ha preso il sopravvento schiacciando le altre, mentre le istituzioni giocano a nascondino. Assoggettate alle logiche economiche rischiano di sparire anche i pochi spazi che hanno una finalità esclusivamente sociale, fondamentali per la tenuta del quartiere: le scuole, le biblioteche, i parchi gioco, le aree verdi pubbliche, i servizi. Su questo a San Lorenzo si giocano partite importanti, e la Libera Repubblica di San Lorenzo si è messa in gioco. Non saranno ancora interessi privati a risollevare e ripulire il quartiere: il problema dello spazio pubblico non si affronta con le speculazioni edilizie, con gli sgomberi e con una legalità a immagine e somiglianza di chi ha i soldi per cambiare le regole. Si affronta abitandolo, con l’uso che se ne fa, avendone cura.
Lo spazio davanti al Cinema Palazzo è diventato un giardino. Come sarebbe oggi se lì avesse aperto un casinò? Forse somiglierebbe a un parcheggio come quelli lungo la Tiburtina, dove i marciapiedi si assottigliano e spariscono, inghiottiti dalla strada riservata alle auto, dove alle fabbriche dismesse si alternano grandi sale gioco senza finestre. Dentro, in una penombra perenne, alle slot machine si «gioca» in completa solitudine. Un gioco sporco a cui il Cinema Palazzo ha detto no, e per questo 12 persone sono oggi imputate in un processo penale intentato dalla società che voleva aprire il casinò. La partita è stata vinta finora con le armi della cultura, della partecipazione, della formazione, e del gioco, quello vero. Per questo il Cinema Palazzo risponde con la quinta edizione di BET, il torneo popolare di briscola e tresette.
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