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Un manuale di autodifesa femminista per il cancro al seno

Esce “Im/paziente. Un’esplorazione femminista del cancro al seno” di Mounia El Kotni e Maëlle Sigonneau per Capovolte. Un libro un libro da regalare a chi si ammala o a chi assiste una persona malata, una lettura che ci guida nella comprensione di questa malattia e delle sue cure, ma anche di tutta l’industria, il marketing e la narrazione mediatica legata a essa

Anche questo anno è finito l’ottobre rosa, centinaia di grandi multinazionali hanno dismesso il fiocco rosa dai loro prodotti, sono state concluse le campagne sulla prevenzione, rimangono le foto di bellissime donne in pose ammiccanti che promuovono le mammografie e le grandi associazioni ora si preparano per le maratone primaverili contro il cancro al seno.

Il cancro al seno è il tumore più diagnosticato nella popolazione italiana, nel 2020, secondo il report I numeri del cancro in Italia 2020, ci sono state 54.976 nuove diagnosi e questo tumore rappresenta il 30,3 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne e il 14,6 per cento di tutti i tumori diagnosticati in Italia.

Sono sempre di più le sorelle, le madri, l3 compagn3 di strada o persone che semplicemente conosciamo che intorno a noi si ammalano di cancro al seno. E per questo dovranno affrontare delle cure difficili, un Servizio Sanitario Nazionale lento e definanziato, un personale medico poco attento se non manipolatorio, youtuber ciarlatani che promuovono cure miracolose ma costose, guru di spezie e unguenti pronti ad approfittare del loro dolore.

Ma oggi abbiamo un piccolo libro che ci può aiutare ad attraversare tutto questo: Im/paziente. Un’esplorazione femminista del cancro al seno di Mounia El Kotni e Maëlle Sigonneau edito da Capvolte, una casa editrice femminista e indipendente. Questo è un piccolo manuale di autodifesa femminista per il cancro al seno, un libro da regalare a chi si ammala o a chi assiste una persona malata, una lettura che ci guida nella comprensione di questa malattia e delle sue cure, ma anche di tutta l’industria, il marketing e la narrazione mediatica legata a essa.

Im/paziente è stato prima un podcast edito in francese da Nouvelles Écoutes nel 2018, la voce narrante è quella di Maëlle, giovane donna che lavora nell’editoria e che si ammala di cancro al seno metastatico, nel racconto, viene affiancata da Mounia antropologa della salute. Il podcast ha molto successo e diventa uno spazio di dialogo con le ascoltatrici e gli ascoltatori sulle cure per il cancro, sui problemi del servizio sanitario, sulle lungaggini burocratiche dei servizi sociali, su l’impreparazione del mondo del lavoro di fronte a patologie lunghe e invalidanti. Maëlle non riesce a concludere il progetto, muore di cancro al seno metastatico nel 2019, così Mounia conclude le ultime puntate del podcast e poi scrive il libro. Oggi tradotto in italiano da Silvia Nugara, che con le note di traduzione reinquadra perfettamente i problemi nel contesto italiano, grazie anche alla prefazione di Rosanna Sestito.

Questo manuale di autodifesa femminista segue i temi storici della lotta contro il pinkwashing delineati dall’associazione statunitense Brest Cancer Action, dagli scritti della sua fondatrice Barbara Brenner, e dal loro storico documentario Pinks Ribbon Inc, sottotitolato in italiano dalle Amazzoni Furiose. Ma che il pubblico italiano conosce ancora troppo poco.

Nel libro seguiamo il percorso di Maëlle, dalla prima diagnosi, che arriva dopo mesi di tentennamenti, perché troppo spesso «le donne tendono a minimizzare i propri sintomi, si ripromettono di andare dal medico «“se non passa” […]. Alla fine quando trovano il tempo di andare dal medico e si sentono dire che “non è niente” perchè dovrebbero cercare un secondo parere?». Un medico che non riesce nemmeno a guardarla negli occhi e spiegarle effettivamente cosa stava accadendo. Non solo omissioni, Maëlle subisce una violenza oncologica, quando tenta di rifiutarsi di fare un’esame, e si ritrova un ago spinto a forza nel suo corpo e un bagno di sangue. A questo Maëlle risponde con un’analisi politica e strutturale della sua condizione di donna marginalizzata in quanto malata e formula delle richieste chiare e dei consigli utili per caregiver e personale medico.

E così il libro diventa una guida a come resistere al sessismo e al razzismo medico, al patriarcato che impone di “preservare la propria femminilità” di fronte la chemioterapia, alla obbligatorietà della ricostruzione dei seni, alla fecondità da non perdere. Al mondo del lavoro che dopo un anno di malattia espelle le malate e i malati e li porta alla presa in carico dei servizi sociali e li reincasella in condizione di disabilità, all’emarginazione geografica e alle diseguaglianze sociali che non permettono un accesso equo alle cure per tutt3.

Trent’anni fa solo una donna su venti aveva la possibilità di sviluppare un cancro, oggi è una su otto. Questi numeri oltrepassano le questioni genetiche, gli stili di vita, o le scelte individuali, ma dovrebbero portare la ricerca scientifica verso analisi approfondite sui fattori collettivi di tipo ambientali ed economico. «Perché per combattere le cause della malattia sono necessarie politiche ambiziose per la salute ambientale».

Im/paziente ci sprona a fare del cancro un’esperienza politica, non individuale, con un approccio critico alla scienza e alla medicina. Non un ottobre in rosa, ma un mese calvo, senza foulard, o parrucche. «Se ci guardassimo tra di noi, ci renderemo conto che in effetti è un vero problema sociale».

Leggere Im/paziente è difficile quanto curativo.

Immagine di copertina: Breast Cancer Action