MONDO
«Io, internazionalista al fianco delle YPG», video-intervista a Emanuele Marangolo
Studente dell’Università della Calabria, ha trascorso gli ultimi 10 mesi nel Rojava, dove è arrivato come internazionalista per contribuire alla lotta di liberazione del popolo curdo nella coalizione delle Syrian Democratic Forces
L’esercito di Daesh, sconfitto dalle Sdf, le forze di liberazione curde, potrebbe rinascere. Infatti, solo nel campo di prigionia di Al Hol, creato dagli stessi curdi per fermare jihadisti e terroristi neri, sono rinchiusi e sorvegliati circa 70 mila miliziani Isis. «Ma l’invasione turca, oltre a creare un nuovo pericoloso focolaio di guerra in Medio Oriente, potrebbe dar luogo a una rivolta e riaccendere la miccia del Califfato», avverte Emauele Marangolo, che nei territori della Siria del nord ha vissuto per un anno al fianco del popolo curdo. 23 anni, originario della provincia di Crotone e studente dell’Università della Calabria, ha trascorso gli ultimi 10 mesi nel Rojava, dove è arrivato come internazionalista per contribuire alla lotta di liberazione del popolo curdo nella coalizione delle Syrian Democratic Forces. «In una società solidale non c’è differenza tra le lotte contro le disuguaglianze e le ingiustizie, in qualsiasi parte dl mondo siano – precisa – per cui come molti, sono partito anche io perché attratto dal modello di società che sta costruendo il popolo curdo”. Emanuele ha vissuto in prima persona la vita sul fronte, contribuendo anche a preparare la trincea per difendersi da eventuali attacchi turchi. «Già a gennaio, quando ero lì, Trump aveva minacciato la ritirata, suscitando le ire del suo esercito e del Segretario alla DIfesa – ricorda Emanuele – adesso a quanto pare l’invasione di Erdogan si concretizza, con un esercito che fa parte del blocco Nato, finanziato anche dai Paesi occidentali».