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credits: Nitx

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Transfemminismo e postpornografia in Lucía Egaña Rojas

Riflessioni su “Trincerate nella carne. Letture intorno alle pratiche della postpornografia”, di Lucía Egaña Rojas (Meltemi), da cui sono tratte tutte le citazioni. Il libro traccia la storia del postportno a Barcellona, una pratica di alcune frange del femminismo in polemica con la normatività della pornogtafia commerciale

In Trincerate nella carne, la voce di Lucía Egaña Rojas risuona insieme a quella di altrx nell’affermare che non è possibile né utile dare una definizione univoca e conclusa di cosa sia il postporno. L’intenzione dell’autrice è piuttosto quella di «esaminare in modo parziale un frammento della dissidenza sessuale e partire da una ricerca femminista e situata» (p. 20). Questo frammento prende corpo nelle tante parti narrative del libro, integrate con le riflessioni teoriche in un meccanismo di dissolvenza tra registri, posture e codici che è di per sé una sfida ai binarismi epistemici, stilistici e artistici.

«Nei primi anni del 2000, a Barcellona, in qualche modo sovrapponendosi alla vita transfemminista, inizia a configurarsi ciò che conosciamo come “scena postporno”. Bar, occupazioni e musei si trasformano in contenitori di pratiche che si sviluppano senza alcun tipo di programma di lavoro. Feste improvvisate, incontri, assemblee per preparare eventi, performance o festival diventano intensi laboratori di produzione e autogestione. Zone temporaneamente autonome, spazi vari ed eventuali come un bar qualunque dopo una festa, la strada, un parco un divano o un centro d’arte vengono vissuti attraverso pratiche performative e sesso-affettive come luoghi in cui riconfigurare la relazione con lo spazio pubblico» (pp. 157-158).

Egaña Rojas inserisce il racconto «possibile e impoterante» del postporno a Barcellona in un’articolazione storica che arriva da lontano. Nella parte iniziale del saggio l’autrice costruisce una bibliografia partigiana «illustrando in modo sequenziale i diversi posizionamenti e molti sguardi» sia sulla pornografia mainstream, che sulla postpornografia. Dal confronto tra femminismo abolizionista e femminismo pro-sex degli anni Ottanta, per arrivare al queer, osservato nella sua ambiguità di posizionamento ipercritico verso le politiche identitarie e di proposta europea e bianca.

Il cuore del libro, cioè la parte centrale, nonché la componente che mi ha fatto pulsare, è dedicata alla descrizione delle esperienze concrete, delle iniziative che sono state realizzate e delle reti politiche e personali che si sono costituite attorno alle pratiche performative e sesso-affettive. Per citarne solo alcune:

La Bata di Batiné: un bar nel quartiere Raval che «ha accolto negli anni diverse persone e collettivi di Barcellona che realizzavano performance al suo interno o che vi lavoravano» (pp. 172-173), diventando uno spazio di consolidamento di relazioni politico-affettive. È stato sgomberato dalla polizia con estrema violenza la notte tra il 28 e il 29 giugno 2014.

Muestra Marrana: un festival di porno non convenzionale «con l’obiettivo di diffondere forme alternative di rappresentazione della sessualità», che «si tiene con periodicità diffusa dal 2007» [ora non più a Barcellona, ndr]. È autogestito e gratuito. «Le proiezioni, il sito e la grafica vengono realizzati integralmente con l’utilizzo di software libero» (p. 180). Muestra Marrana «è stato il più grande festival sulla postpornografia del regno di Spagna e d’Europa».

Lucía Egaña Rojas – Foto di nitx

Octubre Trans: «una rete transfemminista di persone Trans, Intersex, Lesbiche, Frocie e Queer […] per promuovere l’autogestione dei corpi e dei desideri e contro la patologizzazione delle identità trans e intersex» (p. 187). È in alleanza con Parigi, Lisbona e Madrid dal 2007 e dal 2013 al suo interno si è generata «l’alleanza transfemminista-storpia, che ha dato spazio alla volontà del postporno di lavorare con corpi diversi e non normativi».

Barcellona è stata per anni l’epicentro «nell’ambito del postporno e/o porno femminista e radicale».  Quimera Rosa, Post-Op, Helen Torres, Klau Kinky, GoFistFoudation, Itziar Ziga, Diana J. Torres, Egaña Rojas stessa e tantx altrx hanno praticato rituali da cui sì è sprigionato un incantesimo. I suoi effetti perversi e magici si sono propagati in circuiti artistici e politici che si dispiegavano ben oltre la città catalana e il regno di Spagna.

Condivido l’affermazione di Rachele Borghi, in dialogo con Helena Falabino a chiusura della pubblicazione, secondo la quale il transfemminismo italiano è «quello che è oggi anche grazie al postporno». Una pratica che secondo Slavina, in conversazione con Borghi e Falabino, non si è imposta come una cultura, ma ha generato piuttosto un «movimento», «un virus», «uno spostamento», che «ha comunque modificato una serie di processi».  

In una delle ultime pagine delle sue Letture intorno alle pratiche della postornografia, Egaña Rojas dichiara di aver delineato una «una specie di fotografia, come al solito molto parziale, sfuocata e con un’illuminazione di merda…». In realtà questa fotografia, proprio per le sue caratteristiche tecniche, politiche e di posizionamento è una proposta metodologica «un po’ semplice ed estrema, ma in grado di essere comunque considerata una metodologia valida».

Copie del libro Trincerate nella carne, Meltemi editori, 2024 – Foto di nitx

L’origine violenta che attiva la scena postporno di Barcellona, rivelata nel finale del saggio, «è unica e non ha paragoni in altre parti del mondo, è contingente, afferisce a relazioni affettive e ingiustizie specifiche». Trincerate nella carne racconta e analizza, in un caleidoscopio in cui l’autrice mischia la propria visione a quella di tantx altrx, l’esperienza generata dalla risposta rabbiosa e collettiva a un’ingiustizia specifica. Credo sia prezioso vivere e tramandare le storie di dissidenza sessuale e resistenza alla coercizione che prendono forma nei movimenti sociali, perché per tutti i corpi esclusi dal potere, dalla decenza e dalla visibilità «la prima forma di vendetta, e anche la più allega, è esistere».

Lucía Egaña Rojas sarà in Italia a settembre. Ecco le date:

21/09 Bologna: Some Prefer Cake Festival

23/09 Torino: Fish and Chips, Magazzino sul Po

26/09 Roma: Cagne Sciolte

28/09 Genova (location segreta). Seguire il Cinema Gioiello

Lucía Egaña Rojas è un’attivista, artista, curatrice e saggista cilena. Ha studiato Belle Arti e ha un Dottorato in Comunicazione audiovisiva. Scrive e ricerca nell’ambito del transfemminismo, della postpornografia, della tecnologia e della pedagogia informale. È autrice del documentario Mi sexualidad es una creación artística (2011). Ha fatto parte dell’organizzazione Muestra Marrana, festival internazionale itinerante sulla postpornografia e sulle rappresentazioni radicali del sesso.

Foto di copertina di nitx

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