ITALIA
Taranto: porto aperto, città accogliente
Sono sbarcati nel porto di Taranto 176 migranti salvati in mare nei giorni scorsi dalla nave Ocean Viking delle ong Sos Mediterranée e Medici senza frontiere. Sul molo ad accoglierli c’erano centinaia di antifascisti, l’amministrazione comunale della città pugliese, pezzi di chiesa, sindacato ed associazionismo locale raccolti nella Campagna Io accolgo. La risposta alle proteste della Lega che aveva annunciato un sit-in
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C’è una donna incinta tra i 176 migranti sbarcati questa mattina a Taranto. Porta in grembo due gemelli così come il ricordo del marito deceduto nel centro di detenzione libico di Tagiura colpito da un raid dell’aviazione del generale Khalifa Haftar a luglio scorso.
«Ma ad essere accolto a Taranto c’è anche un minore di quindici anni: è stato tenuto prigioniero in Libia per due anni in un centro di detenzione , da solo, non accompagnato» racconta il medico di Medici Senza Frontiere, che ha seguito i migranti salvati a bordo della Ocean Viking.
La nave di SOS Mediterranée e MSF ha soccorso dapprima un’imbarcazione con 74 persone che si trovavano «da più di un giorno in viaggio e comunque erano già alla deriva senza la possibilità di utilizzare più il motore. Per cui non avevano grandi speranze di arrivare da nessuna parte». A parlare è Luisa Albera coordinatrice Sar (ricerca e salvataggio) sulla Ocean Viking. In seguito sono state salvate e soccorse 102 persone partite «da più di un giorno su un gommone: quindi sarebbe stato difficile arrivare a terra con quel tipo di imbarcazione», precisa la coordinatrice.
«Stanno tutti bene fisicamente» – comunicano Berger Jay e Juan Paolo Manuel Sanchez medici di MSF, e poi aggiungono «stanno bene anche dal punto di vista psicologico, rispetto a quello che hanno subito nei centri di detenzione libici, qualcuno anche per anni. I migranti salvati presentavano nei loro corpi segni di tortura, come segni di colpi di arma da fuoco e delle violenze subite». «Both» – entrambi, specifica il Medico di MSF, entrambi, maschi e femmine.
Ogni migrante salvato, soccorso dalla Ocean Viking ha una storia drammatica da raccontare, quante sono le ferite dell’animo e del corpo da curare. Ma Taranto, porto aperto, questa mattina li ha accolti, scegliendo di dare una risposta encomiabile, di contrasto anche a chi oggi continua ad alimentare una narrazione falsificata del fenomeno migratorio. C’erano tante associazioni e cittadini all’ingresso del Molo di San Cataldo: hanno manifestato con la loro presenza la volontà di essere una città accogliente. Tra questi ci sono anche quelli raccolti nel Comitato Io Accolgo «per rispondere alla Lega che sta portando solo messaggi di odio e di chiusura», dice Eva Santoro della Cgil Taranto, tra gli enti che hanno aderito alla Campagna Io Accolgo. «Lo sbarco è stato organizzato meglio delle prime volte. Sono scesi prima i bambini: la più piccola ha dieci mesi. E poi a seguire le famiglie e i minori non accompagnati. Sono tutti scalzi perché arrivano da un naufragio», ha raccontato Eva Santoro mentre erano ancora in corso le operazioni di sbarco. E ancora: «l’amministrazione comunale ha risposto in modo meraviglioso e organizzato. Erano presenti dal Vicesindaco a tutti gli assessori. Il Comune di Taranto aderisce anche alla campagna io Accolgo, e da parte dell’ente c’è stata una risposta forte», ha concluso Santoro. Con lei, altri quattro delegati del Comitato Io accolgo hanno seguito le operazioni di sbarco. Tra questi Enzo Pilò dell’Associazione Babele che dice: «la rete ex Sprar (Siproimi) del territorio pugliese, di cui facciamo parte, si è attivata da subito per conoscere i numeri a disposizione per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nel sistema ordinario». E poi: «Perchè da un confronto col Servizio Centrale, è stato appurato che c’è una disponibilità di posti molto superiore a quella di cui abbiamo bisogno. Dunque, adesso la palla passa alla Prefettura. Sperando che avvii le procedure corrette per collocare questi minori nelle strutture idonee». Già, perchè, conclude Pilò: «negli ultimi due sbarchi, i minori sono stati trasferiti in CAS per minori, che dovrebbero essere chiusi già da un anno o in comunità alloggio».
La polemica non è strumentale: la legge Zampa prevede che vadano nelle strutture SIPROIMI dove ci sono figure professionali assenti o carenti nel sistema straordinario”. Il Comitato dunque si dice pronto a vigilare anche su questo aspetto. Intanto, tutti i 176 migranti sono stati trasferiti nell’hotspot di Taranto, la cui gestione è stata affidata recentemente (il nove ottobre scorso) con bando prefettizio al “Consorzio Stabile Hera”. Ma anche su questo luogo che in passato ha mostrato tantissime falle nella gestione della accoglienza dei migranti, la città di Taranto non resterà a guardare.