ROMA
Solidarietà a Mimmo Lucano. «L’abuso di umanità non è reato»
In seguito alla manifestazione di martedì lanciata da studentesse e studenti, nuova mobilitazione a Roma. La onlus A Buon Diritto ha organizzato un presidio davanti a Montecitorio per il sostegno economico nei confronti Mimmo Lucano
«Quello che più mi fa rabbia non è questa pena abnorme, come tutti l’hanno voluta descrivere, ma il tentativo di delegittimazione sul piano morale»: la voce di Domenico Lucano risuona in piazza di Montecitorio. È al telefono, ma l’emozione è tale che sembra sia presente in mezzo al presidio organizzato a Roma nel tardo pomeriggio di ieri da Luigi Manconi, fondatore e presidente dell’associazione “A Buon Diritto” e deputato del Partito Democratico. Il senatore ha lanciato una raccolta fondi per alleggerire il peso economico degli oltre 750mila euro richiesti dalla sentenza emessa dal Tribunale di Locri, che condanna l’ex sindaco di Riace a 13 anni e due mesi.
Si è creata un’assemblea attorno all’altoparlante da cui esce la voce di Lucano:
Prima dell’intervento di Lucano, al microfono si avvicinano diversi uomini politici. Tutti sgomenti per ciò che è successo, tutti critici verso la mancanza di una politica efficace nei confronti dell’immigrazione. Gianni Cuperlo esordisce con una riflessione sul motivo per cui si è in piazza, ovvero non per chiedere a “Mimmo” cos’hai fatto, tanto quanto per sentire l’ipotetica domanda di Lucano «Cari amici, cari compagni, che cosa non avete fatto voi?».
L’ex sindaco calabrese durante il suo intervento non pone questo interrogativo, ma forse sarebbe lecito chiedersi singolarmente che cosa stiamo facendo ora e che cosa intenderemo fare prossimamente.
Manconi afferma che «l’abuso di umanità non è reato», ma Lucano non è il primo e non è stato l’ultimo a rischiare il carcere per “abuso di umanità”: Gianandrea Franchi e Lorena Fornasir, fondatori dell’associazione Linea d’ombra, che si occupa di accogliere le persone che giungono a Trieste attraverso la Rotta Balcanica, quest’anno sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a scopo di lucro.
Esperienze che ricevono il consenso cittadino, ma che agli occhi dell’amministrazione presentano “vizi formali”. Nel corso del presidio Eugenio Mazzarella, riferendosi al verdetto su Lucano, dichiara che si tratta di «una sentenza “didattica” non tanto contro il reo, ma contro il modello di accoglienza che il presunto reo aveva proposto».
Domenico Lucano lascia la platea di Roma raccontando che durante il processo è stata posta più volte una domanda: «Ma questo sindaco aveva interessi economici? Il colonnello (colonnello della Guardia di finanza Nicola Sportelli, uno dei principali teste citati dell’accusa al processo, ndr) dice no, lui non ha interessi economici. Ed era una domanda che veniva ripetuta. No, non ha interessi economici, ha interessi politici. Come se interessarsi di politica fosse un fatto criminale».
Il video della manifestazione, di Lorenzo Boffa.
Tutte le immagini di Francesco Brusa