ITALIA

Da Sigonella a Ragusa: in piazza contro la guerra e il Muos

Il movimento No Muos si è rimesso in marcia con la manifestazione di fine marzo  quando di nuovo, dopo le intense mobilitazioni popolari degli scorsi anni, il movimento è tornato a denunciare la militarizzazione del territorio e rilanciare la battaglia contro il Muos, opera militare strategica nella nuova fase di guerra globale. L’assoluzione dei costruttori, sotto processo per l’abusivismo del Muos stesso, non ha fermato i cittadini e gli attivisti che rifiutano la logica della guerra sul territorio siciliano: così, annunciando le prossime mobilitazioni, affermano in un comunicato  che il “recente pronunciamento del tribunale di Caltagirone, che ha assolto 4 dei 7 imputati del reato di abusivismo edilizio, non ha scalfito la nostra volontà di opposizione alla struttura militare satellitare americana. I venti di guerra che soffiano sempre più forti, e che vedono la Sicilia assumere un ruolo fondamentale nella campagna militare dell’imperialismo USA, grazie alle basi di Sigonella, Augusta e Niscemi, si vanno ad intrecciare con le politiche dello Stato italiano, improntate alla subalternità verso le scelte guerrafondaie degli “alleati” e a un’economia di guerra che sperpera 64 milioni di euro al giorno a scapito delle classi più deboli, del Meridione, dei servizi essenziali”.

Nel mese di aprile diverse sono state le mobilitazioni sul territorio siciliano, in primis a Catania con un corteo e poi una pedalata per la Palestina e contro il giro d’Italia partito da Israele, poi la manifestazione per la libertà di movimento a Palermo, fino al corteo davanti alla base militare Usa di Sigonella lo scorso 21 aprile,  quando centinaia di persone si sono mobilitate in risposta alla nuova offensiva militare statunitense in Siria, e infine il corteo del 25 aprile. Ma nuove manifestazioni sono state annunciate per le prossime settimane.

Costruendo una allenaza e una convergenza con i movimenti in difesa del territorio, contro trivellazioni e grandi opere, i No Muos saranno a Siracusa contro le morti sul lavoro il 18 maggio e finalmente, il 19 maggio, per le strade di Ragusa,  per un corteo che si concluderà con una assemblea popolare in piazza San Giovanni. Intanto, i comitati di Niscemi e Caltagirone annunciano una prossima mobilitazione sotto il Tribunale di Caltagirone, dopo la sentenza di assoluzione per i costruttori del Muos, il prossimo sabato 30 giugno, fino al campeggio che si terrà dal 2 al 5 agosto in occasione della manifestazione nazionale contro la base della Marina militare degli Stati Uniti.

La connessione con le lotte territoriali, a livello nazionale e non solo, risulta fondamentale: come affermano nel loro comunicato, “la lotta contro il MUOS, oltre a contrastare le politiche di aggressione militare degli USA è anche un impegno contro la distruzione del territorio e della sua popolazione mediante immissione di nocività in loco e bombardamenti altrove” e la connessione con le altre lotte si dà a partire dal sostegno “all’autodeterminazione dei popoli e per il diritto di tutte e di tutti a una vita libera fatta di uguaglianza con giustizia sociale”. Per questo, continuano i comitati di base, “il movimento NO MUOS nell’alzare le proprie bandiere sa di innalzare anche quelle dei movimenti NO TAV, NO TAP, NO Grandi Navi, NO Dal Molin e di ogni realtà grande e piccola che, in maniera autorganizzata mediante la pratica della democrazia partecipativa e dell’azione diretta, rivendichi il diritto delle popolazioni a decidere sul proprio destino”.

Al tempo stesso, opporsi alla militarizzazione del territorio significa reclamare la libertà di movimento, rifiutando la riduzione della Sicilia ad una “trincea dalla quale respingere i migranti che fuggono dalle loro terre a causa delle guerre, delle carestie, della miseria provocata dalle medesime politiche” occidentali e da Frontex, che criminalizza le ONG con gli attacchi contro i salvataggi in mare. Si tratta quindi della sfida di rilanciare le lotte contro il neoliberismo, le sue guerre e le sue frontiere, nel pieno della crisi che sta strutturalmente portando con sé un aumento significativo della disoccupazione e della povertà, intensificando la devastazione ambientale sui territori. Partendo dalla Sicilia, con uno sguardo sul mondo, per la smilitarizzazione del Mediterraneo e l’apertura delle frontiere, il movimento No Muos rilancia così le lotte nel sud Italia per questi prossimi mesi.