ROMA

Sede Usb perquisita. «Un’intimidazione per chi denuncia invio di armi»

In un momento di spaccatura all’interno del panorama italiano rispetto all’invio di armi o meno sul fronte ucraino, l’attacco di stamattina alla sede romana di Usb assume una gravità ancora maggiore «Un tentativo di censura della libertà di espressione e rivendicazione politica»

È mattina presto quando arriva la chiamata all’arma dei carabinieri, una segnalazione anonima che denuncia la presenza di una pistola all’interno di uno dei bagni della sede sindacale. Le forze dell’ordine si precipitano in via dell’Aeroporto, senza un mandato di perquisizione e pretendono di eseguire un’ispezione alla ricerca dell’arma. Gli agenti sono a conoscenza del luogo preciso dove andare a rovistare, lo scarico di quel water, di quel bagno riservato al pubblico. Infatti viene ritrovata una calibro 22 avvolta nel cellofan, esattamente là dove la fonte anonima aveva indicato.


L’Usb ha indetto una conferenza stampa per ribadire la gravità di ciò che è avvenuto e spigare le dinamiche in cui si è svolta la perquisizione.

«Una provocazione molto pesante che è stata condotta contro un’organizzazione sindacale», dichiara l’Usb e continua: «Avviene in un momento particolare, nel quale la nostra organizzazione è fortemente impegnata proprio nella denuncia della scelta di inviare armi in teatri di guerra». Il sindacato ricorda i lavoratori aeroportuali di Pisa che si sono rifiutati di caricare armamenti e quelli portuali che hanno protestato rispetto all’attracco di navi da guerra dirette in Yemen, manifestazioni di cui l’Usb è protagonista.


La solidarietà è ampia e subito dopo le dichiarazioni dell’Usb apre gli interventi uno studente di Osa e a seguire le parlamentari in rappresentanza di Manifesta e Potere al popolo, un senatore a rappresentanza del Partito comunista, rappresentanti Cub, Clap, Paolo Di Vetta per il diritto all’abitare.

Inoltre Cobas, De Magistris, Rifondazione comunista, il collettivo di fabbrica Gkn e tanti altri si sono messi in contatto con il sindacato per esprimere il loro sostegno.La sede non è stata messa sotto sequestro, ma ancora non si sanno quali saranno i provvedimenti e l’Usb si sente parte lesa e se necessario si costituirà parte civile.


L’Usb chiama la piazza del 22 aprile, “Abbassate le armi e alzate i salari” è lo slogan della romana.


Qui la conferenza stampa in streaming

Immagine di copertina dalla pagina Facebook di Usb-Unione Sindacato di Base