MONDO

Sciopero in Colombia: studente assassinato dalla polizia

Sabato 23 novembre nel corso dello sciopero nazionale in Colombia, mentre si svolgeva una manifestazione studentesca, il diciottenne Dylan Cruz è stato raggiunto da un proiettile che gli ha perforato il cranio

Sabato 23 novembre nel corso dello sciopero nazionale in Colombia, mentre si svolgeva una manifestazione studentesca, il diciottenne Dylan Cruz è stato raggiunto da un proiettile che gli ha perforato il cranio. È importante sottolineare che il fatto rappresenta una violazione del protocollo relativo all’uso di armi anti-sommossa, visto che l’agente del ESMAD ha sparato il colpo direttamente sul giovane a una distanze minore di dieci metri. Il manuale è chiaro rispetto al fatto che i proiettili sparati da questo tipo di arma non devono mai impattare su una moltitudine e mai devono essere sparati a persone che si trovino a una distanza minore di 18 metri. Immediatamente dopo l’accaduto i soccorritori hanno provato a rianimarlo per più di 20 minuti (il tempo che ha impiegato l’ambulanza ad arrivare sul posto).

Bisogna sottolineare che il Comitato Nazionale di Diritti Umani della Unione Nazionale degli Studenti della Educazione Superiore ha denunciato il ritardo eccessivo dell’ambulanza. La denuncia è supportata dalle registrazioni di vari video che ritraggono l’accaduto. Nonostante ciò la Segreteria della Salute dichiara che l’ambulanza ha impiegato solo 11 minuti per arrivare.

Commossi, i compagni di Dylan lo hanno circondato e protetto dagli agenti del ESMAD, che hanno nuovamente sparato un lacrimogeno vicino a un giovane che provava a mettere in salvo il corpo. La solidarietà è cresciuta ancora: nei momenti in cui Dylan si trovava in ospedale molti studenti si sono radunati davanti al centro medico per accompagnarlo gridando «siamo tutti Dylan», «Dylan vive» e «forza Dylan». A queste si sono anche aggiunte mobilitazioni convocate il 24 novembre alle 10 di mattina davanti all’ospedale con l’intenzione di esprimere solidarietà al giovane. Purtroppo, dopo 3 giorni in prognosi riservata, Dylan è morto nell’ospedale San Ignacio di Bogotá.

Dylan ha partecipato alla marcia per reclamare un miglior sistema di educazione pubblica nel paese, visto che, anche se aveva recentemente terminato le superiori, non avrebbe più potuto continuare la sua formazione accademica. L’unica soluzione che aveva era quella di contrarre un prestito d’onore, il che significava dover continuare a pagare gli interessi per molti anni, anche una volta finita la carriera accademica.

Fino al 23 novembre si contavano tra i partecipanti allo sciopero almeno 3 persone morte, 831 casi di fermi a cittadini e cittadine, e 25 casi di persone ferite. Oggi sono state convocate mobilitazioni dentro e fuori il paese in memoria di Dylan e di tutti quelli che hanno dato la loro vita per costruire un paese per una vita degna (più di 730 leader sociali sono stat* assassinat* dalla firma degli accordi di pace!. ¡El paro sigue!

Articolo originale pubblicato su anred.

Traduzione a cura di Milos Skalal  per Dinamopress.