ROMA
Sapienza, la celere carica le e gli studenti. Contestata la rettrice Polimeni: “Dimissioni”
Le e gli studenti di Scienze politiche hanno indetto un presidio di fronte la propria facoltà per manifestare dissenso nei confronti di una conferenza sul capitalismo con esponenti di Fdi e Fi come relatori. La risposta della polizia? Una lunga e violenta carica, quattro feriti e un fermo
Ieri mattina nell’aula XIII Massimo D’Antona della facoltà di Scienze Politiche all’università La Sapienza, Azione Universitaria (Au) ha promosso un dibattito intitolato «Capitalismo. Il profilo nascosto del sistema» in accordo con la Rettrice Polimeni. Au promuove contenuti politici affini alla destra di Fratelli d’Italia e ha invitato come relatori per l’evento Daniele Capezzone, ex portavoce della prima Forza Italia e de Il Popolo Della Libertà, e Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale dal 2017 e deputato di Fratelli d’Italia dal 13 ottobre 2022.
In risposta, il collettivo di Scienze Politiche ha organizzato un presidio pacifico nella mattinata in concomitanza con l’evento, per rivendicare una maggiore coerenza da parte della Rettrice che da un lato qualche settimana fa non ha approvato lo svolgimento dei dibattiti sul Kurdistan e sulla situazione in Palestina perché considerati “troppo politici”, e dall’altro permette un dibattito su un tema assolutamente non neutrale come il capitalismo, promosso e svolto da associazioni e persone altrettanto non neutrali.
Non a caso, dalla vittoria alle elezioni di Fratelli D’Italia, alla nomina a Presidente del Consiglio di Giorgia Meloni la posizione di Polimeni è stata sempre più esplicita. In primo luogo, infatti, in occasione dell’insediamento del nuovo governo ha espresso pubblicamente sul suo account Instagram le congratulazioni a Giorgia Meloni.
Inoltre, risale al 14 ottobre la conferenza organizzata nell’Aula magna di Giurisprudenza su diversi temi come il diritto delle famiglie e la bioetica con ospiti come Simone Pillon (Lega), Cristina Mirella (Fi) e Laura Palazzani, ordinaria di Filosofia del diritto alla Lumsa e vicepresidente uscente del Comitato di Bioetica, con posizioni apertamente antiabortiste.
Questi due esempi sono stati una prima dimostrazione del cambio di clima politico all’interno dell’ateneo romano. Una svolta a destra che è esplosa con i fatti di ieri mattina.
Foto da Coordinamento Collettivi Sapienza
Dalla prima mattina, infatti, c’era un altissimo dispiegamento di forze dell’ordine che, prontamente, hanno schierato la Celere di fronte all’ingresso sbarrato dell’edificio di Scienze Politiche all’arrivo delle e degli studenti. A presidio inoltrato, poche decine di studenti e studentesse si sono avvicinati all’entrata della facoltà per attaccare lo striscione che recitava “Fuori i fascisti dalla Sapienza. Antifascismo è anticapitalismo”.
Dopo dei timidi inviti ad indietreggiare da parte degli agenti, la risposta della polizia è stata una violenta carica durata circa mezz’ora. Accadimento che non si vedeva nella città universitaria da ormai circa dieci anni e la cui responsabilità non è stata rivendicata né da parte della Rettrice, né da parte della questura. Il resoconto è di quattro feriti e il fermo di un ragazzo in seguito rilasciato, a suo carico è, però, stata aperta un’indagine per resistenza a pubblico ufficiale.
A cariche finite, la partecipazione è lievitata e si sono avvicinate diverse centinaia di studenti e studentesse colpite dall’accaduto. Così, il presidio dopo poco si è mosso in corteo verso il rettorato, cantando attraverso le strade della città universitaria “Siamo tutte antifasciste”, per chiedere una giustificazione alla Magnifica Rettrice dei gravi avvenimenti permessi da lei e dalla sua amministrazione. Nonostante fossero più di trecento le e gli studenti sotto al rettorato lei ha scelto di non esporsi, affidando alla Digos il compito di allontanare i manifestanti.
«Manganellate? No, la polizia ha fatto in modo che non ci fosse l’assalto a una cerimonia e che una manifestazione autorizzata si svolgesse liberamente», così il neo ministro dell’Interno ed ex prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, ha risposto alle domande dei cronisti sulle tensioni alla Sapienza.
È di questa mattina, invece, una nota della Sapienza in cui si riferisce che quello di Au – la “cerimonia” – era un convegno regolarmente organizzato e a causa della veemenza delle proteste di un gruppo di persone è stato necessario un intervento della polizia: «L’università è un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi, ma non scontrarsi fisicamente. Condanniamo ogni forma di violenza e garantiamo a ogni individuo che agisca secondo i Principi costituzionali, il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee».
Mentre nel comunicato del collettivo di Scienze Politiche si legge:
«Si trattava di un presidio pacifico, in cui l3 student3 volevano solo rappresentare tramite degli interventi quella controparte che dall’università viene sempre richiesta quando si tratta di organizzare eventi riguardati tematiche politicamente connotate, come anche quest’ultima era. Ad attenderci abbiamo trovato una squadra di poliziotti che aveva sbarrato l’ingresso principale con la loro presenza e delle grate chiuse, in seguito alla richiesta di appendere un semplice striscione in cui ribadivamo l’esistenza di un’università antifascista, anticapitalista e transfemminista che resiste e non ha intenzione di arrendersi a un governo che non ci rappresenta, la polizia ha avuto solo i manganelli come risposta. […] Quanto successo in mattinata è un segnale chiaro delle posizioni assunte dal nostro ateneo e dei primi effetti che questo governo sta avendo e avrà nei prossimi 5 anni. Siamo la risposta concreta alle politiche sessiste, razziste, xenofobe, omofobe, transfobiche, repressive, in una parola fasciste che questa università manda fieramente avanti. Costruiamo insieme l’università che vogliamo e la risposta a questo governo con un’assemblea pubblica giovedì alle 17 davanti al cortile di Scienze Politiche, quello stesso cortile che oggi è stato teatro dell’ennesimo abuso delle forze dell’ordine. Vostro il governo, nostra la rabbia».
Foto di copertina di Sabrina Aidi