MONDO
Samir, un’altra vittima dell’estrattivismo in Messico
Nello stato di Morelos viene ucciso un attivista, giornalista di una radio comunitaria, che si opponeva ad un progetto devastante di gasdotto e centrale termoelettrica
La situazione degli attivisti in Messico rimane molto preoccupante. Avevamo raccontato la drammatica sparizione di due attivisti in Guerrero, poi fortunatamente ritrovati 5 giorni dopo, e il giorno successivo 21 febbraio si è saputo di un altro tragico evento. Samir Flores, attivista dello stato di Morelos, leader del Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra y del Agua, giornalista di una radio comunitaria, Radio Amilcingo, è stato brutalmente assassinato.
Samir era un attivista di primo piano nella lotta contro la costruzione di una centrale termoelettrica e di un gasdotto nei territori indigeni della Huexca, quello che è conosciuto come il Progetto Integrale Morelos.
Il progetto, a lungo contestato per i gravi danni ambientali che provocherà, soprattutto in termini di inquinamento e riduzione delle falde acquifere, è stato confermato anche dal nuovo presidente eletto Andres Manuel Lopez Obrador, che ha dichiarato che è impossibile chiudere il progetto perché altrimenti si perderanno 24 miliardi di pesos in investimenti.
Il giorno prima del suo brutale assassinio, Samir aveva denunciato le gravi conseguenze per la popolazione indigena del territorio a causa della centrale termoelettrica in un incontro pubblico davanti a un emissario del governo federale venuto a sostenere il referendum sul progetto.
Nei giorni 23 e 24 di febbraio infatti si è svolta una consultazione nella zona colpita dall’opera. Queste consultazioni sono lo strumento che Amlo vuole utilizzare per sancire la costruzione o meno di grandi opere nei territori dove ci sono proteste sociali significative come la Huexca.
In molti criticano lo strumento in quanto facilmente manipolabile, soggetto a brogli e non esaustivo della varietà di popolazione che è colpita dagli impatti delle opere stesse. A seguito della morte di Samir, in molti hanno chiesto di boicottare il referendum e in più di qualche zona di Amilcingo sono state bruciate le urne per protesta.
La morte di Samir ha provocato dolore, costernazione e dure proteste in tutto il paese. Tante le voci che si sono levate per ricordarlo e per chiedere giustizia, incluso il Consiglio Nazionale Indigeno a cui Samir aveva partecipato, e l’EZLN.
A soli due mesi dall’insediamento, con i casi di Obtilia e di Samir sono evidenti i banchi di prova su cui si misurerà il governo “progressista” di AMLO: l’impunità dell’esercito, l’estrattivismo neoliberista e la violenza politica contro chi difende la popolazione e i territori. I gravi casi di queste settimane non fanno pensare a nulla di buono. Da un lato, infatti, con il progetto di Guardia Nazionale Amlo dimostra di voler rimanere molto vicino all’esercito, dall’altro il caso di Samir vede ancora una volta un governo servo degli interessi estrattivisti del capitale globale.
Ricordiamo anche noi, con affetto e vicinanza un giornalista oltre che un attivista. In questo video, Samir racconta il progetto comunitario della radio come strumento di difesa e informazione per la popolazione di un territorio.