ROMA
Csa Astra, una rosa sempre più rossa nata dal fondo della mia città
Cominciata la mobilitazione contro lo sgombero del centro sociale Astra nel quartiere Tufello a Roma, ennesimo spazio sotto attacco amministrativo dell’amministrazione comunale
Il Csa Astra dal 2005 vive nel cuore del quartiere Tufello a Roma. Uno spazio di circa 250 metri quadri a un piano semi interrato di una palazzina popolare di proprietà comunale. Ora l’amministrazione chiede a chi ha animato questo spazio 250mila euro di arretrati, calcolati con un affitto a pieno canone di un locale commerciale che fa attività a scopo di lucro, e di lasciare l’immobile entro 30 giorni. Ieri gli attivisti hanno reso pubblica la notizia, chiarendo di non avere «nessuna intenzione di lasciare il centro sociale» e di essere «pronti alla mobilitazione sociale e politica, fino a opporre fisicamente resistenza allo sgombero».
Il Tufello è allo stesso tempo un’estrema periferia e un quartiere in una zona semi centrale della città. Geograficamente ormai si posiziona nella città consolidata, in un quadrante segnato da profonde modificazioni con l’arrivo della metro B1 e la nascita di un distretto della movida a Montesacro, mentre socialmente è ancora un quartiere dove è presente povertà materiale e culturale che si traduce in differenti forme di esclusione. In questo contesto il centro sociale ha rappresentato un antidoto, come raccontano gli stessi protagonisti: «Qui c’è un pezzo di felicità condivisa strappata in una lotta quotidiana alla diffusione della precarietà, ma anche all’abuso di alcol e droghe, al gioco d’azzardo e alla depressione. Perché all’assenza della istituzioni si è risposto con l’organizzazione di una fitta trama sociale fatta di incontri e solidarietà di cui questo quartiere è stato capace, trama al centro della quale si è sempre venuto a trovare l’Astra».
Tante le prese di parola per chiedere all’amministrazione comunale, che ancora non ha dato un chiaro segnale di discontinuità per mettere in sicurezza le esperienze sociali e associative che dall’approvazione dell’ormai famigerata delibera 140 sono sotto attacco, di aprire un dialogo con l’obiettivo di garantire la continuità dell’esperienza del centro sociale. «La nostra battaglia è la battaglia per la tutela di questa esperienza e di tutti quelle che in città sono sotto attacco, a cominciare da Lucha y Siesta e rischiano di essere sgomberate o perseguitate con provvedimenti amministrativi vessatori e ingiustificabili e aprire un confronto a partire dal municipio – spiegano gli attivisti – Ormai c’è la diffusa consapevolezza che centri sociali, palestre popolari, associazioni presenti sul territorio sono una ricchezza: ora basta rimandare, serve una soluzione per tutti».
«Ringraziamo tutti per la solidarietà, a cominciare dai cittadini del quartiere – continuano – Ringraziamo anche gli esponenti istituzionali che hanno preso parola dal Municipio, al Comune alla Regione Lazio e all’Europarlamento, ma ora è di passare dalle parole ai fatti, perché ora servono atti amministrativi e politici chiari e coraggiosi». Tra le prese di posizioni quella del mini-sindaco del III Municipio Giovanni Caudo: «Offerte culturali, diritto alla casa, tutela dei più deboli. Proposte che partono dal basso e che provengono da chi, meglio e con maggiore cognizione, conosce le esigenze delle persone che vivono sul territorio presentandosi spesso come unica alternativa a situazioni sempre più diffuse di alienazione e nichilismo da parte di giovani sempre più isolati. Chiediamo, quindi, alla sindaca Virginia Raggi di invertire la rotta e di non procedere allo sgombero. Noi ci opponiamo fermamente a chi vuole spegnere il Tufello e intendiamo mobilitarci con le persone del quartiere per impedire questo scempio».
Il Csa Astra da appuntamento a tutta la città domenica 22 settembre in via Capraia per una spaghettata popolare per confrontarsi e stare insieme.