ROMA
A Roma si torna in piazza: «Vogliamo salute e reddito»
Roma in piazza, atto secondo: dopo le partecipate mobilitazioni della settimana scorsa, precari e precarie, disoccupati, lavoratori e lavoratrici dello spettacolo proseguono la protesta per chiedere sia tutele economiche che sicurezza sanitaria
C’è un’evidenza che unisce lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, operatori e operatrici della sanità, imprenditori e, in generale, quanti e quante si trovano a fare i conti con l’interruzione del proprio lavoro per via delle misure di sicurezza sanitaria: l’insufficienza delle azioni messe in campo dal Governo. È la grande imputata delle mobilitazioni di oggi pomeriggio, che si svolgeranno alle ore 15 sotto al Mibact (via del Collegio Romano, 27) e alle ore 17 presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (piazzale di Porta Pia).
«Il decreto Ristoro non basta», affermano da Clap – Camere del Lavoro Autonomo e Precario, sindacato indipendente che da tempo sta seguendo i percorsi politici di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo.
«Ciò che le piazze di oggi intendono ribadire è la necessità di tenere insieme misure di prevenzione e sanitaria contro la Covid-19 con il sostegno al reddito di tutte e tutti. Un sostegno che, però, deve essere strutturale e continuativo: non si può andare avanti accontentandosi delle briciole».
Le manifestazioni di oggi arrivano a una settimana dalle azioni e dai cortei molto partecipati di venerdì 30 e sabato 31. Oltre ai presidi dedicati al settore dello spettacolo, che si sono tenuti presso Montecitorio, nelle scorse occasioni circa 3000 persone hanno deciso di sfilare da piazza dell’Indipendenza fino al quartiere di San Lorenzo per chiedere a gran voce reddito, salute e diritti, in contrasto con le contemporanee iniziative di stampo negazionista e neofascista.
Si legge infatti nel comunicato che anticipa la giornata di lotta: «Siamo consapevoli della gravità del momento che stiamo vivendo. Il Covid-19 è un nemico pericoloso: per questo vogliamo respingere con forza chi minimizza questa minaccia a partire dai fascisti e dai negazionisti». E ancora: «Dobbiamo combattere il virus, ma tutto potrà andare bene solo se saranno garantiti a tutt@ il diritto ad una casa, al reddito e a un lavoro adeguati, a un’istruzione che non lasci indietro nessun@, ad un sistema sanitario e a dei trasporti di qualità, gratuiti e accessibili a tutt@».
A mobilitarsi sono dunque disoccupati, precari, studenti e tutti quei lavoratori e tutte quelle lavoratrici economicamente colpiti e colpite dalle chiusure, con il supporto di sindacati di base, partiti della sinistra, spazi sociali e movimenti di lotta per la casa, in piazza per «rompere il ricatto tra la salute [e il] diritto ad avere una vita dignitosa» .
Si tratta di un percorso che ha una forte caratterizzazione romana, ma che – evidentemente – si intreccia variamente anche con gli altri episodi di lotta e contestazioni che si sono verificati lungo la penisola, da nord a sud. Oggi pure ci saranno iniziative in diverse città: sono previsti presidi e contestazioni a Milano, Napoli, Bologna, Padova e Vicenza.
«È irresponsabile lasciare le persone a casa senza un reddito garantito», proseguono da Clap. «Nel caso di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo parliamo poi di percorsi di rivendicazione e presa di consapevolezza che vengono portati avanti praticamente fin dal primo lockdown, con tanto di assemblee nazionali. Ma la politica si è rivelata quasi sempre sorda». In occasione delle scorse mobilitazioni i manifestanti hanno strappato un incontro con le istituzioni, senza però riuscire a ottenere alcuna soluzione immediata. Perciò, la determinazione è quella di – come spiegano da Clap – «continuare a recarsi di centro di potere in centro di potere, per far valere le nostre ragioni». Continuità di mobilitazione, finché non ci sarà continuità di tutele.
Immagine di copertina di Giordano Pennisi