Roma: Dov’è S.Cu.P.?
Una panoramica urbanistica attorno a S.Cu.P. (quello sgomberato e quello rioccupato)
I due edifici occupati da SCu.P. hanno tutti e due, per la loro posizione urbana, a che fare con il problema della mobilità. Si può dire, anzi , che alla “mobilità” abbia fatto nel tempo riferimento tutto il repertorio edilizio che si trova al loro intorno.
A ridosso delle mura dove ora ci sono i giardini, che con forse troppa magnificenza sono chiamati parco Carlo Felice, fino a vent’anni fa si trovavamo le officine dell’Azienda Tramviaria che le serravano, nel fronte interno, fino a rinchiuderle in un bozzolo arzigogolato fatto di lamiere e vetri.
Poco più in là – siamo nell’edificio sede di SCu.P sgomberato venerdì mattina- fin dagli anni 60 del 900 erano ospitati i locali della Motorizzazione Civile. Un insieme di uffici e larghi spazi per “governare” ogni atto amministrativo legato al guidare e al possesso dell’automobile.
Si abilitavano i futuri “piloti”; si autorizzavano i mezzi che li avrebbero messi sulla strada.
Una localizzazione all’interno di un piano regolatore (1962), stimato per cinque milioni di abitanti (solo 2 milioni e 700mila abitano a cinquanta’anni di distanza oggi la città ndr,) e studiato secondo il pressoché esclusivo credo che il trasporto privato automobilistico avrebbe dovuto accompagnare i loro spostamenti.
Niente di strano se, a pochi anni di distanza, si pensò, quindi, a far lambire questo “ tempio dell’auto” dall’accesso e dall’uscita, di e per, una strada sopraelevata, risolvendo il superamento dell’acquedotto Felice (Sisto V) che si trovava lungo quel tracciato, con il taglio di un pilone, condannando, chi abitava lungo il percorso di quel nastro d’asfalto sollevato da terra, a convivere con la marea di macchine (e i loro scarichi) in transito davanti alle stanze delle proprie abitazioni.
Un luogo segnato, poco più in là, da grandi blocchi squadrati, costruiti intorno a dei cortili: le case di chi quotidianamente per lavoro era chiamato proprio a far funzionare la mobilità cittadina : i tranvieri.
Sono state proprio queste case, disposte lungo il dolce declivio che raggiunge la dritta striscia rappresentata dalla via consolare Appia, a sperimentare, inventandole nei primi anni del secolo, la forma di un ‘abitare collettivo.
Case in cooperativa figlie, non tanto del piano regolatore voluto dal Sindaco Nathan (1908), quanto del suo assessore Montemartini che riuscì ad imporre la pubblicizzazione dell’azienda tranviaria e quindi a fare dei tramvieri una realtà sociale organizzata.
Nel tempo, intorno queste case edificate a partire dal 1911, è nato e si è alimentato un grande rispetto cittadino per aver: animato atti di resistenza contro i fascisti che entravano a Roma (1921), sempre nel medesimo anno ad ospitare la prima sezione cittadina del Partito Comunista d’Italia (sezione dell’internazionale comunista); alimentato forme di appoggio e aiuto alla resistenza romana, contribuito con molti dei suoi abitanti alla partecipazione alle giornate del luglio 60 contro il governo Tambroni e , nel 1968, alla difesa della Sapienza, a fianco degli studenti, in occasione dell’assalto fascista capitanato da Almirante.
Case costruite su terreni comunali non distanti dal luogo del lavoro: le vicine rimesse- deposito (piazza Ragusa e via Appia) da cui uscivano e rientravano quotidianamente parti consistenti di quell’immensa flotta di tram e/o autobus smantellata all’inizio degli anni 70 in omaggio a sua maestà l’automobile.
Ora , in uno di questi luoghi, un edificio per uffici legato ad una sottostazione (dove l’energia viene scambiata a permettere ai mezzi di marciare) c’è la nuova occupazione di Scu.P.
Aprendo quei finestroni o affacciandosi dall’ampia terrazza è possibile guardare in basso sullo scorrere ininterrotto delle auto o il fermo dei blindati della polizia a guardia dell’edificio abbandonato: la prima casa di SCuP.
Più interessante è però guardare all’interno di questa casa dove,da subito, le molte attività, legate all’occupazione ed alla “cura” da questa posta al quartiere e ai suoi abitanti, sono riprese nelle stesse forme e modalità che i blindati blu ( ancora auto!!) non possono fermare.