ROMA

Roma da ieri è una città commissariata

Giornata di passione ieri al Senato per l’approvazione, prima in commissione bilancio e poi in aula, del così detto decreto “Salva Roma” che eviterà, se approvato alla Camera entro il 28 febbraio, alla Capitale il default. Ancora all’attacco per procura dei poteri forti capitolini, Caltagirone in testa, la senatrice di Scelta civica Linda Lanzillotta [..] che con un emendamento voleva imporre a Roma Capitale di mettere sul mercato le aziende municipalizzate.

In commissione è passato un testo, firmato dal senatore democratico Giorgio Santini e frutto di una mediazione interna alla maggioranza delle larghe intese, che salvava Acea dalla privatizzazione ma dava indicazione al Comune di valutare la cessione di quote di Atac, Ama e delle altre partecipate, senza però nessun vincolo alla vendita. In aula il testo è stato ulteriormente modificato, tra gli strepiti dei centristi guidati dalla Lanzillotta e della Lega Nord che si è scagliata contro “Roma ladrona”, e approvato con i voti di Sel e M5S. Nel decreto licenziato si tutelano tutte le aziende che abbiano “come fine sociale attività di servizio pubblico”, quindi anche i trasporti e i rifiuti leggi Atac e Ama, ma disponibili a finire sul mercato o ad essere asciugate o chiude tutte le altre aziende. Come se non bastasse anche il patrimonio immobiliare viene esplicitamente indicato per essere messo sul mercato.

Una mezza vittoria del centrosinistra che rischiava di perdere la faccia dopo l’opposizione al tentativo di Alemanno di cedere quote di Acea? Roma si salva e può voltare pagina? No, decisamente no. Le municipalizzate sono salve, per ora, ma Roma Capitale dovrà presentare al Ministero del tesoro e alle camere un piano di rientro triennale dei conti. Di fatto la città è commissariata e si annunciano anni di lacrime e sangue.

Come farà il governo di Marino, già in panne per le continue tensioni tra giunta, partiti e sindaco, a mantenere le promesse elettorali? A non tagliare welfare e servizi? A non aumentare ancora la fiscalità? Qualche aiuto arriverà dal Regione Lazio dell’amico Zingaretti, e da un (eventuale) allentamento del patto di stabilità potrà dare qualche sollievo, ma non è detto che basti.

Intanto la città è immobile, ad aspettare di veder concretizzarsi promesse che non sono realizzabili senza mettere radicalmente in discussione i vincoli di bilancio e rinegoziare il debito della città. Ma questo non sembra essere all’ordine del giorno.