ROMA
Il 2 giugno la rete «Tende contro le Guerre» in piazza contro la parata militare
Domenica 2 giugno, dalle 10 in piazza San Cosimato a Trastevere, la rete Tende contro le Guerre promuove una piazza polifonica, aperta ai movimenti sociali, alle associazioni pacifiste, alle comunità migranti e palestinesi, alle reti ebraiche antirazziste, per opporsi all’escalation bellica che avvicina l’Europa alla guerra saccheggiando fondi al welfare
Più il tempo passa, più i leaders europei si stanno allineando alla dottrina Stoltenberg che rischia di far deflagrare la terza guerra mondiale. Il governo Meloni, attraverso il Ministro degli Esteri Tajani, sembra tirare il freno a mano, ma a dettare questa linea, solo apparentemente prudente, sono le elezioni europee del prossimo fine settimana. Una volta superata la scadenza elettorale, il governo avrà pochi dubbi nel allinearsi con l’indicazione dell’alleanza atlantica, che d’altronde determina in toto la politica estera di questo governo, così come dei governi precedenti. È in questo quadro di escalation bellica che si inserisce la giornata del 2 giugno, con la parata militare ai Fori Imperiali che esalta la “potenza bellica” del nostro paese e ne simboleggia l’arruolamento negli scenari di guerra futuri. Contro questa narrazione e contro la politica del si vis pacem, para bellum, la rete Tende contro le guerre organizza il 2 giugno una giornata di mobilitazione cittadina a Trastevere, a piazza San Cosimato, a partire dalle ore 10.
L’obiettivo degli organizzatori è di «promuovere uno spazio pubblico radicale contro le guerre, contro l’economia di guerra, che impoverisce le persone e devasta l’eco-sistema, contro le politiche del governo e gli interessi economici che guidano la corsa agli armamenti e alla escalation militare».
Fulcro della mobilitazione è denunciare la complicità del governo Meloni nel raggiungimento del punto di non ritorno nel conflitto in Ucraina e nel genocidio del popolo palestinese scientificamente perpetrato da Israele a Gaza, attraverso un assoluto immobilismo diplomatico e il costante invio di armi. Nonostante l’apposizione del segreto di Stato, la stampa estera e le dichiarazioni del Ministro della Difesa Britannico Grant Shapps confermano infatti come l’Italia stia effettivamente inviando a Kiev il sistema di difesa aerea Samp/T e le batterie di missili a lungo raggio Storm Shadow, sconfessando le cosiddette linee rosse più volte ribadite da Crosetto e Tajani. Allo stesso modo, sottolinea la rete Tende contro le guerre, «l’industria bellica Leonardo S.p.A. (il cui azionista di maggioranza è il Ministero dell’Economia) invia a Israele cannoni navali OTO Melara, utilizzati contro la popolazione civile di Gaza dal 16 ottobre 2023 in poi, e aerei addestratori militari M-346. Per queste ragioni il nostro paese è complice a tutti gli effetti del genocidio del popolo palestinese, degli oltre 36 mila morti, 75 mila feriti, della totale distruzione della Striscia di Gaza e della carestia che sta uccidendo come i bombardamenti».
Tutto ciò avviene nel quadro della generale rincorsa al riarmo europeo, spinto dal rinnovato asse franco-tedesco, che alla vigilia delle elezioni europee delinea uno scenario di guerra totale nel continente, spingendo verso il coinvolgimento diretto dei paesi NATO nel baratro della catastrofe nucleare, come già minacciato dal ministro degli esteri russo Lavrov. Intanto, le conseguenze di questa strategia sono già visibili nell’aumento delle spese militari, come sottolinea l’appello della rete:
« In Europa, negli ultimi anni, centinaia di miliardi sono andati a ingrassare le tasche dei produttori di armi (480 miliardi di $ nel 2022, un incremento del 13%, dati SIPRI 2023)», andando inevitabilmente a sottrarre risorse al welfare.
Per approfondire questi nodi la rete ha previsto durante la giornata di mobilitazione la presentazione dell’e-book Economia a mano armata 2024. Spesa militare e industria delle armi in Europa e in Italia, realizzato da Sbilanciamoci e Greenpeace. A completare la giornata, un dibattito sul rapporto fra guerra e digitalizzazione e, se le circostanze sono favorevoli, una contestazione creativa e inclusiva della parata militare.
Un appuntamento, quindi, da attraversare e animare, quello di Tende contro le guerre, per dare forza a un tentativo di convergenza che pone l’accento sull’universale diritto all’autodeterminazione dei popoli, sul rifiuto senza se e senza ma delle guerre e dell’economia bellica e sull’individuazione di una traiettoria politica comune fondata sul desiderio di liberazione e sull’antifascismo.
evento Instagram della giornata di mobilitazione
Immagine di copertina di David Holt tratta da Wikicommons
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