DIRITTI

Resistere al decreto sicurezza bis, da Primavalle a Montecitorio

Affollata assemblea davanti alla Camera promossa da Restiamo Umani. Il decreto è al vaglio delle commissioni, l’opposizione deve continuare nelle piazze di tutto il paese

Più di quattro ore è durato nella giornata di lunedì il presidio promosso dalla Rete Restiamo Umani davanti a Montecitorio, contro il Decreto Sicurezza Bis, attualmente in fase di discussione nelle commissioni della Camera.

Centinaia di persone si sono radunate fin dalle prime ore del pomeriggio per dare vita a una partecipatissima assemblea conclusasi in serata, che ha visto alternarsi interventi, letture poetiche e anche un momento musicale grazie alla murga.

In tanti e tante hanno evidenziato il collegamento evidente tra l’approvazione del decreto e la notte di repressione a Primavalle appena conclusa, «ieri notte hanno rifiutato di far attraccare una nave» – è stato ripetuto. Il presidio ha più volte espresso la propria vicinanza e solidarietà con gli occupanti, alcuni dei quali presenti. Se i porti sono chiusi anche nelle nostre città, allora l’urgenza è quella di creare quelli che sono stati chiamati veri e propri “equipaggi di terra” che sappiano opporsi con ogni mezzo necessario alle politiche criminali del ministro dell’Interno.

L’assemblea è riuscita a tenere unite le tante anime che in questi mesi hanno promosso azioni di resistenza e di disobbedienza contro le politiche razziste  dell’attuale governo: dagli spazi sociali della coalizione Roma Non Si Chiude all’associazionismo di base impegnato nei quartieri periferici, dal movimento Non Una di Meno fino agli studenti, al sindacalismo di base, al movimento di lotta per la casa. Da più parti sono stati lanciati appelli perché questo momento di convergenza non sia passeggero ma riesca a consolidarsi nei mesi a venire visto che il ciclo reazionario che stiamo attraversando vedrà un probabile susseguirsi di decreti come quello in attuale approvazione, e articolare resistenze e opposizioni sarà sempre più urgente e necessario.

Un applauditissimo intervento in chiusura ha pure ricordato l’ipocrisia del nostro paese che chiude i porti a chi fugge da guerra e disastri climatici, mentre continua invece a sfruttare impunemente le risorse di continenti come l’Africa, (basti pensare a quello che fa l’Eni nel golfo di Guinea) e proprio questo incessante sfruttamento coloniale è tra le ragioni che costringono le persone a migrare.

La consapevolezza condivisa è che con ogni probabilità il governo tarderà a portare il decreto in aula e, vista la riduzione forzata dei tempi di discussione, chiederà la fiducia per escludere qualunque spiraglio di modifica e passare all’approvazione prima della pausa estiva.

Le date più probabili per il passaggio in aula sono martedì 22 o mercoledì 23  luglio. L’assemblea di oggi ha già deciso di riconvocarsi in quella occasione per contestare il decreto fino a quando ci sarà la possibilità di farlo. Molti interventi hanno però ribadito in modo chiaro e consapevole che la vera opposizione a quel decreto sarà nelle strade e nelle piazze del nostro paese e che questa dovrà crescere e ingrandirsi oltre la pausa agostana, per costruire un autunno di lotte antirazziste e di opposizione radicale al governo.

Mediterranea, Sea Watch,  Carola e gli occupanti di Primavalle ci dimostrano che si può e si deve disobbedire alla violenza di Salvini. Questi episodi possono essere un esempio ispiratore per una parte importante d’Italia che vuole disobbedire al fascismo del ministro dell’Interno che deve solo trovare forme nuove e più efficaci per farsi sentire, per creare movimento, per uscire da forme di mobilitazione legate solo ai social network. La piazza di lunedì è stata pensata proprio per dare voce a tutte queste persone, aldilà di qualunque schieramento o appartenenza, per uscire dall’intorpidimento che questi livelli di repressione determinano e per allargare il dissenso e l’opposizione nelle strade. Oggi in altre decine di città italiane presidi e assemblee hanno contestato il decreto Sicurezza bis. La settimana prossima dovranno essere ancora di più perché, è stato ribadito più volte, davanti alla deriva reazionaria che stiamo vivendo, rimanere a guardare significa essere complici dell’orrore e della violenza, tanto a Roma come nello stretto di Sicilia.