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EUROPA
«Pumpaj!»: la generazione rivoluzionaria serba
Dal disastro della stazione dei treni di Novi Sad del 1 novembre scorso, costato la vita a 15 persone, è nato un movimento di protesta nel Paese balcanico
Il 1 novembre 2024, il tetto della stazione ferroviaria di Novi Sad crolla, causando la morte di 15 persone. Questa tragedia è il risultato di un progetto di ristrutturazione corrotto e mal gestito, costato 65 milioni di euro, co-diretto da aziende vicine allo Stato e da società cinesi. Da quel giorno, cittadini e studenti hanno iniziato a manifestare, chiedendo le dimissioni del sindaco e del primo ministro e la completa divulgazione dei documenti riservati del progetto.
Il 22 dicembre 2024, oltre 100.000 persone si sono riunite per sostenere gli studenti, rendendola la più grande protesta della storia del paese. In risposta, le autorità hanno represso violentemente le proteste, arrestando più di 50 manifestanti, sequestrando e incarcerando molte persone, tra cui minori, per settimane. Il governo continua a reprimere il dissenso, utilizzando la propaganda per screditare i cittadini etichettandoli come traditori e terroristi. A distanza di mesi, la Serbia sta tuttora assistendo a una disobbedienza civile di massa, guidata dagli studenti che hanno bloccato la metà delle università presenti sul territorio.
Le loro richieste sono di rendere conto dei crimini e delle negligenze del governo, di ritirare le condanne contro i manifestanti, di porre fine alla corruzione politica, di aumentare del 20% i fondi per le università statali e di imporre le dimissioni del sindaco di Novi Sad Milan Đurić (il quale si è dimesso il 28 gennaio 2025) e del primo ministro Miloš Vučević. Il 28 gennaio 2025 Vučević ha annunciato le sue dimissioni, che però devono ancora essere riconosciute dall’Assemblea nazionale. Tutto ciò è richiesto in conformità con la Costituzione, che garantisce uguali diritti a ogni individuo. Gli studenti gridano “Pumpaj!” (letteralmente, “Pompare”, come il cuore pulsante che da vita al movimento di protesta, come il flusso di persone che scorre tra le vie cittadine) segnando la storia del loro paese e sono ufficialmente candidati al Premio Nobel per la Pace. –
Le immagini di Raphael Anelli
Le immagini di Valentina Luraghi
Copertina di Raphael Anelli
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