Protesta al CARA contro la coop. Auxilium: cariche, feriti e fermi
Intorno alle 8 di questa mattina è scoppiata una nuova protesta nel CARA di Castelnuovo di Porto, vicino Roma. I circa 800 migranti ospitati nel centro hanno bloccato l’ingresso della struttura impedendo agli operatori di entrare a lavoro. Cariche della polizia, 7 feriti e 8 fermi.
Mentre infatti i manifestanti bloccavano l’ingresso, sono intervenute le forze dell’ordine che prima hanno usato gli idranti per disperdere il picchetto e poi hanno caricato violentemente fin dentro il centro, provocando 7 feriti mwentre 8 migranti risultano al momento in stato di fermo.
La protesta dei rifugiati e dei richiedenti asilo è indirizzata principalmente contro la cooperativa Auxilium, recentemente subentrata a Gepsa nella gestione della mega-struttura di accoglienza. Auxilium è accusata di aver fatto peggiorare profondamente le condizioni di vita degli ospiti, che lamentano di essere intrappolati a causa delle lungaggini burocratiche in una struttura indegna ad accogliere esseri umani. Diversi ragazzi hanno raccontato come dopo 6 mesi non abbiano ancora avuto la possibilità di presentare la richiesta di asilo, mentre altri sono in attesa della data della Commissione da periodi anche più lunghi.
Durante la protesta sono state denunciate sia le carenze strutturali del CARA – stanze sovraffollate e sporche, presenza di topi – sia la mancanza di servizi fondamentali: l’assistenza sanitaria non è garantita in modo continuativo; l’unico collegamento al lontano centro abitato è stato soppresso; il cibo è immangiabile; i prodotti per l’igiene personali sono del tutto insufficienti; mediatori culturali e assistenti legali scarseggiano o sono completamente assenti. Inoltre, gli ospiti accusano la cooperativa di aver smesso di erogare il pocket money di 2 euro e 50 che dovrebbero ricevere per soddisfare alcune minime esigenze quotidiane. A questo proposito, alcuni dei numerosi bambini presenti nel centro hanno lamentato l’impossibilità di acquistare il materiale necessario per il loro percorso scolastico.
Queste richieste sembrano ricalcare con precisione il Capitolato d’appalto che regola la gestione del CARA e che assegna ad Auxilium circa 40 euro al giorno per ogni migrante ospitato. Soldi che lo Stato paga alle cooperative per garantire condizioni di accoglienza dignitose e un percorso di inserimento socio-lavorativo al fine di rendere autonomi gli ospiti, e che invece molto spesso vanno soltanto ad ingrossare i profitti degli enti gestori.
Non è la prima volta che la cooperativa Auxilium si trova al centro di polemiche e denunce. L’azienda, politicamente affine a Comunione e Liberazione, nel 2008 è finita al centro di un’inchiesta della magistratura relativa all’affidamento di un centro di accoglienza in Basilicata. Il suo Presidente Angelo Chiorazzo venne indagato insieme all’ex prefetto di Roma Mario Morcone a all’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio per truffa, abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Non solo, Auxilium è la cooperativa che gestisce (oltre al CARA di Bari – già teatro di numerose rivolte – e a diversi SPRAR sparsi nel Sud Italia) il CIE di Ponte Galeria. Un luogo indegno e inumano, come sostenuto dai rapporti di diverse ONG e perfino da alcuni esponenti istituzionali di Regione e Comune. Proprio ieri a Ponte Galeria un recluso di orgine tunisina in situazione di grave disagio psichico si è cucito la bocca per chiedere di essere liberato. A ridosso del 1 marzo scorso le reti antirazziste avevano bloccato gli uffici di Auxilium, in continuità con il grande corteo del 15 febbraio, denunciando le sue complicità nella gestione del lager di Ponte Galeria.
Nel pomeriggio, il direttore del centro si è presentato nella struttura e ha incontrato i manifestanti. A quanto pare, però, le sue promesse non sono state sufficienti a far rientrare la protesta che, annunciano, riprenderà domattina.
Quest’ennesima protesta e le ripetute stragi in mare degli ultimi giorni ripropongono la necessità di trasformare completamente le politiche migratorie italiane ed europee degli ultimi vent’anni: garantendo la libertà di movimento, chiudendo i CIE e i mega-ghetti di “accoglienza” (come Castelnuovo di Porto, Mineo, Bari), facendola finita con le cooperative che lucrano e speculano sulle vite dei migranti.
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