EUROPA
Il Primo Maggio, facciamo blocco contro Macron
Dopo il discorso vuoto del Presidente francese pronunciato giovedì, si preparano per il Primo Maggio grandi manifestazioni in tutta la Francia: il movimento vuole riappropriarsi della giornata di lotta e lanciare una sfida alle centrali sindacali
Il presidente dei ricchi ha parlato giovedì sera. Dopo aver rinviato il suo discorso a più riprese, avrebbe dovuto annunciare le misure legate al sedicente Grande Dibattito Nazionale. Il suo discorso vuoto costituisce invece un nuovo appello a scendere in strada.
In risposta alle rivendicazioni di maggiore giustizia fiscale e sociale, il governo si è mostrato pronto a «rivalorizzare il lavoro» attraverso un’ingiunzione vergognosa a «lavorare di più!». Niente di più lontano da ciò che il movimento reclama a gran voce da molti mesi: rivalutazione del salario minimo, delle retribuzioni, delle prestazioni sociali base. Dove sono le centrali sindacali mentre il movimento si batte per tutto ciò?
La risposta al disprezzo e all’arroganza del governo non si farà attendere. Essa sarà massiccia e nelle strade, questo #1erMai, nell’insieme del paese. Delle enormi manifestazioni si preparano a Parigi, Tolosa, Bordeaux.. La settimana gialla d’azioni e di blocchi che comincerà mercoledì dovrà permettere di valorizzare l’energia collettiva legata a questa giornata di lotta e di trasformarla in qualcosa che va ben al di là di un appuntamento puntuale.
È dunque un Primo Maggio eccezionale quello che ci attende perché quest’anno i gilets jaunes sapranno riappropriarsi della giornata, ricordando, nel caso qualcuno l’avesse dimenticato, che il Primo Maggio è la giornata dei lavoratori e non delle direzioni sindacali. Se in effetti le basi sindacali sono state attive e presenti nel movimento fin dall’inizio, il sabato nelle strade, nei blocchi e nelle rotonde, le direzioni sindacali sono rimaste fino a questo momento molto discrete.
Ma in questa situazione eccezionale e di fronte alla torsione autoritaria dello Stato, i sindacati non hanno più scelta. Il potere macroniano risponde al movimento con una repressione sempre più violenta. Le immagini della violenza poliziesca dell’Atto XXIII a Parigi stanno lì a ricordarci che, di fronte alla lotta di classe, il neoliberalismo auspica la guerra civile.
I gilets jaunes hanno da cinque mesi e mezzo ripreso in mano la difesa del mondo del lavoro. Ai sindacati ora (o mai più) di mostrare le loro solidarietà incondizionata.
Appello ripreso dal blog della Plateforme d’Enquêtes Militantes
Video realizzato da Cerveaux Non Disponibles