editoriale

Povero Nietzsche, povera storia

Una discussa risoluzione del Parlamento europeo equipara nazismo e comunismo e riscrive la storia della Seconda Guerra Mondiale a “cazzo di cane”.

In una risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa si afferma che Sharon Tate e i suoi amici pestarono e misero in fuga il 9 agosto 1969 alcuni teppisti della banda di Charlie Manson a 10050 Cielo Drive, LA. In un film di Tarantino si spiega come Stalin e Hitler spedirono i loro emissari Molotov e von Ribbentrop ad accordarsi il 23 agosto 1939 per scatenare la seconda guerra mondiale, che in effetti scoppiò una settimana dopo come «conseguenza immediata del famigerato trattato». Magari mi confondo, sapete come sono gli anniversari agostani.

Giusto per dire quanto sia sorpassata l’interrogazione nietzschiana della II Inattuale, se cioè sia maggiore l’utilità o il danno della storia per la vita. C’è chiaramente una terza possibilità: riscrivere la storia per diletto, aggiungere un prequel. Del resto la storia non è la prima volta che ce la raccontano così. La guerra di Troia fu attribuita al ratto di Elena e il resoconto apocrifo che se ne fece era un po’ lungo ma neppure brutto. Il rapporto fra il naso di Cleopatra e la battaglia navale di Azio fu oggetto di riflessioni. Goebbels organizzò un perfido attacco polacco alla stazione radio di Gleiwitz per giustificare l’invasione della Polonia e inesistenti incidenti nel golfo del Tonchino legittimarono i bombardamenti del Vietnam. Le presunte armi di distruzione di massa di Saddam furono esibite al palazzo di vetro dell’Onu. E chi siamo noi per deprecare il voto compatto (Pd compreso) alla suddetta risoluzione creativa del Parlamento europeo? Non avevamo, noi italiani, solennemente stabilito in entrambe le Camere che Ruby Rubacuori era la nipotina di Mubarak?

Quante menate sul futuro anteriore, sul benjaminiano scomporre e revocare il passato. I carri armati con la stella Usa liberano Auschwitz, a Stalingrado e Berlino si azzuffavano sgherri totalitari, a Jalta il mondo se lo spartirono altri, ma chi diavolo era quello con i baffi e la pipa, accanto a Churchill con il sigaro e Roosevelt con la coperta sulle ginocchia?

Quanta indignazione sprecata fra gli storici e sui social, solo perché toccano il passato – senza contare che si propongono di combattere in tal modo «la collusione di leader politici, partiti politici e forze dell’ordine con movimenti radicali, razzisti e xenofobi di varia denominazione politica in alcuni Stati membri», per non parlare del negazionismo. In fin dei conti, falsificando il passato europeo i bravi parlamentari intendevano soltanto «promuovere la resilienza alle moderne minacce alla democrazia, in particolare tra le generazioni più giovani». Niente di diverso da chi vuole evitare i naufragi dei migranti bloccando i taxi del mare e il pull factor delle Ong, vero? Resilienza promossa.

Vietati i simboli. Che ci sta a fare il monumento ai caduti dell’Armata Rossa a pochi passi dalla Porta di Brandeburgo? Che avranno mai fatto a Berlino? Per di più il rivestimento in marmo è stato eseguito rubando lastre dal bunker di quel brav’uomo di Hitler, come se ci fosse un nesso fra Armata Rossa e distruzione di quel bunker.

Un’ultima notazione: grande scandalo a sinistra per il fatto che quella risoluzione stolida e infame è stata votata anche dai deputati europei Pd, insieme a tutta la marmaglia sovranista. Il fatto clamoroso è piuttosto che un simile tutt’altro che criptico attacco al Piccolo Padre Putin («siamo profondamente preoccupati per gli sforzi dell’attuale leadership russa volti a distorcere i fatti storici e a insabbiare i crimini commessi dal regime totalitario sovietico») sia stato condiviso dalla Lega. Voglio vedere con che faccia si presentano al prossimo appuntamento al Metropol.

Al cinema, al cinema, ragazzi! Aggiorniamo Vico: gli uomini conoscono la storia non perché la fanno, ma perché se l’inventano. Forza con la memoria condivisa, altro che i commenti del dopo partita!