ITALIA
Il paesaggio dell’alto Lazio stravolto dal fotovoltaico
Amministratori locali e cittadini dei comuni della Tuscia chiedono un maggiore impegno affinché il fotovoltaico non divori suolo e bellezza di quella regione
È insopportabile vedere quella Terra che ha nutrito i suoi abitanti per secoli ora imprigionata da orrendi pannelli fotovoltaici che la rendono sterile e deturpata. Quel suolo sottratto alla sua natura, venduto come merce nell’indifferenza degli egoismi, perderà per sempre la sua vocazione. Quel paesaggio plasmato dai secoli, coltivato con saggezza e rigore, tutelato e curato, affinché desse frutti agli esseri viventi viene brutalmente trafugato alle generazioni future.
La bellezza, la produzione, il paesaggio e i colori delle stagioni vengono cancellati da centinaia di ettari di fotovoltaico che oscurano le Terre della Tuscia e, con esse, le conoscenze e le competenze dei suoi agricoltori.
È in atto una mercificazione che mortifica la vera ricchezza della Terra, il cui esito, diretto e indiretto, è la cancellazione delle eccellenti produzioni agricole, della memoria e dei saperi.
I più grandi valori delle Comunità, che ogni governo locale dovrebbe curare e restituire alle future generazioni, sono troppo spesso dimenticati.
Quelle parole pronunciate nella cerimonia di insediamento da ogni cittadino nel momento in cui viene eletto Sindaco «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell’interesse dell’Amministrazione per il pubblico bene» sovente si perdono nell’affanno delle quotidianità e nella patologica ricerca di equilibri e consensi. Occorre invece assumere e riprendere con orgoglio la cura della città tutelandone luoghi e beni comuni.
Questo è possibile attraverso strumenti urbanistici capaci di guardare al futuro rinunciando a quelle umilianti compensazioni in denaro che anche gli impianti fotovoltaici assicurano ai bilanci comunali.
Infatti, si può restituire dignità alla Terra e salvarla dal saccheggio, adottando efficaci Regolamenti provinciali e comunali. Quelle estensioni di pannelli, che feriscono persino lo sguardo, possono essere fermate con coraggio e saggezza da coloro che, indossando le fasce tricolori e i simboli delle istituzioni repubblicane, giurano di osservare la Costituzione e, giurando, si impegnano a tutelare il paesaggio e le produzioni. E a evitare che interessi privati siano inconciliabili con quelli sociali e, dunque, con i diritti della collettività.