EUROPA
Ovd-info: «Russia, violati diritti umani per chi protesta contro la guerra»
Siamo a oltre 6mila arresti per le persone che scendono in piazza a contestare l’invasione dell’Ucraina voluta da Putin. Si segnalano anche pestaggi e decisioni arbitrarie da parte delle corti giudiziarie
Mentre avanza, in mezzo ai timidi tentativi di negoziato, la conta delle morti in Ucraina, sale inesorabilmente quello degli arresti nella Federazione Russa. Migliaia e migliaia di persone hanno scelto di contestare la scelta del proprio presidente di invadere la vicina repubblica e la risposta è stata una dura repressione: oltre 6mila arresti sinora.
Fra le poche associazioni e realtà che rendono pubblici questi dati e che, oramai da decenni, si pongono a difesa dei diritti di chi manifesta in Russia c’è l’organizzazione non governativa Ovd-info. Abbiamo intervistato la sua portavoce Maria Kuznetsova per fare il punto su quanto sta avvenendo.
Come commentate la situazione dei diritti umani di chi in questo momento sta protestando contro la guerra?
Com’è purtroppo consueto, siamo di fronte all’evidenza di numerose violazioni dei diritti delle persone che vengono detenute nel corso di manifestazioni contro la guerra assolutamente pacifiche. Tanto per incominciare, le stesse detenzioni possono essere considerate delle violazioni del diritto di riunione e associazione. Inoltre, è possibile affermare che sono in corso trattamenti inumani e degradanti che avvengono presso le camionette della polizia e presso le stazioni di polizia. Alcune persone sono state picchiate pesantemente, fino a provocare concussioni e altri tipi di infortunio. È possibile infine affermare che sono in corso violazioni del diritto a un giusto processo, visto che molto spesso i giudici stanno emettendo verdetti solo sulla base delle dichiarazioni delle forze dell’ordine. Al momento, molta gente è stata sanzionata da una multa o arrestata.
Siamo già a oltre 6mila arresti. È una cifra che secondo voi indica un inedito livello di repressione? Ve l’aspettavate?
Difficilmente ci mettiamo a fare previsioni sul numero degli arresti, visto che le situazioni che si formano e il comportamento della polizia sono di solito indecifrabili a priori. Per fare un esempio, durante le precedenti manifestazioni di massa del 21 aprile 2021, la polizia non ha praticamente compiuto nessun arresto sul momento salvo poi recarsi successivamente alle abitazioni dei partecipanti e detenerli direttamente in quell’occasione. Ma ora è chiaro che le autorità stanno cercando di reprimere coloro che scendono in piazza. È difficile collocare il numero delle detenzione dentro un ideale scala del livello di repressione ma, sì, ci sono segni di una grossa tendenza repressiva contro la società civile.
Quali sono i rischi concreti che corre chi viene arrestato?
Stiamo assistendo a un alto numero di casi di violazione dei diritti di persone arrestate da parte delle corti giudiziarie in seguito allo stesso arresto. La ragione è che c’è così poco spazio nei centri di detenzione che alcuni dei manifestanti detenuti vengono riportati presso le stazioni di polizia e si ritrovano a passare le notti lì. Se una persona ha già ricevuto una condanna per aver partecipato a delle manifestazioni nel corso dell’ultimo anno, la successiva “violazione” viene considerata come recidiva e quella persona puà dunque essere multata fino a 300mila rubli o tenuta in prigione fino a 30 giorni. Altri tipi di illecito possono condurre a un arresto fra i 10 o i 15 giorni (o a diversi tipi di multa).
Si viene arrestati solo per il semplice fatto di prendere parte alle proteste?
Questa è la situazione cui abbiamo fatto fronte in tutti gli anni del nostro lavoro. Il fatto che le persone vengano arrestate semplicemente per aver preso parte a una manifestazione non concordata con le autorità è qualcosa di ordinario. Poster, slogan, addirittura il portare delle spille oppure avere con sé delle bandiere sono ragioni sufficienti per essere detenuti, oppure ancora sostare in un certo posto. La stragrande maggioranza delle persone vengono arrestate per non aver fatto nient’altro che partecipare alle manifestazioni.
E per quanto riguarda la vostra associazione? Riuscite a fare il vostro lavoro? Subite delle pressioni?
Sentiamo una pressione nei nostri confronti dalla fine dell’anno scorso. Allora siamo stati considerati come una sorta di “agente straniero” sul concludersi di dicembre, il nostro sito fu bloccato in seguito a una controversa decisione della corte competente, e l’intero procedimento giudiziario si è svolto con ripetute violazioni. Il nostro principale collaboratore, Memorial Human Center, è in attesa per l’appello. Tutto ciò ostacola il nostro lavoro, ma continueremo sulla nostra strada anche grazie al supporto di tante persone.
Immagine di copertina da commons.wikimedia.org