ROMA

Oltre la logica della detenzione, per un’altra idea di Europa

Il 15 e 16 marzo il Network Against Migrant Detention organizza a Roma un’assemblea transnazionale presso Spin Time e un presidio davanti al CPR di Ponte Galeria. Due giornate di analisi e mobilitazione contro il regime europeo di detenzione e le politiche di confinamento, per un’idea radicalmente diversa di Europa

Le torsioni reazionarie globali si manifestano con velocità e intensità senza precedenti. L’ascesa delle destre e la sua capacità di imporre su larga scala paradigmi securitari pongono chi osserva criticamente questa congiuntura di fronte a una duplice difficoltà. Da un lato, l’assenza di chiavi interpretative adeguate per orientarsi in un contesto in veloce trasformazione; dall’altro, la difficoltà a individuare possibilità di attivazione. In questo quadro, l’assemblea transnazionale organizzata a Roma dal Network Against Migrant Detention rappresenta un’occasione ad ampio raggio.

In questa congiuntura, le politiche migratorie sono uno dei terreni privilegiati su cui le forze reazionarie plasmano la loro strategia. I processi di radicale disciplinamento delle frontiere – diffusi a molte latitudini – e le sperimentazioni come il modello Italia-Albania sono sintomatici di questa tendenza.

L’Unione Europea, pur apparendo marginale nel dibattito geopolitico, gioca un ruolo cruciale nelle politiche migratorie, come dimostra l’approvazione del Patto europeo e la terribile proposta di un nuovo regolamento sui rimpatri. Il nuovo quadro normativo esaspera tendenze già note – la generalizzazione delle procedure di frontiera, l’estensione del trattenimento, l’accelerazione nell’esame delle domande di asilo – e le istituzionalizza su scala europea.

In questo contesto così complesso, la due giorni organizzata dal Network propone un’interessa combinazione di analisi critica e azione. La giornata del 15 marzo prevede un’assemblea presso Spin Time di Roma, dedicata alla costruzione e al rafforzamento della rete transnazionale contro la detenzione amministrativa. Il 16 marzo, invece, si terrà un presidio di fronte al CPR di Ponte Galeria, luogo emblematico della violenza istituzionale esercitata contro le persone migranti. La scelta di unire momenti di riflessione collettiva e mobilitazione sottolinea l’urgenza di un approccio che sappia articolare la critica sistemica con l’intervento diretto.

Le giornata del 15 e 16 marzo parlano a un ampio spettro di soggetti: migranti, attivistə, operatorə legali e sociali, persone coinvolte nelle lotte contro le frontiere, ma anche a chi, pur non essendo direttamente impegnato in questi ambiti, percepisce l’urgenza di comprendere e contrastare la torsione autoritaria in corso.

In un contesto segnato da una rinnovata offensiva reazionaria e da un regime globale di guerra, diventa cruciale individuare le leve per innestare processi di trasformazione. La proposta abolizionista avanzata dal Network Against Migrant Detention si distingue per la sua radicalità e per la capacità di prefigurare un’alternativa sistemica alle politiche di detenzione e contenimento. 

In questo senso, rappresenta non solo una risposta all’attuale egemonia della destra, ma anche una critica alle forze politiche cosiddette moderate che, accettandone il frame securitario, ne consolidano l’orizzonte repressivo. L’affermazione di una postura e una pratica europee incompatibili con quelle dominanti è un passo necessario – non più rinviabile – per immaginare e costruire un modello sociale radicalmente alternativo. Le giornate del 15 e del 16 marzo sono, in questo percorso, una notevole opportunità. 

L’organizzazione di queste due giornate rappresenta, dunque, un tentativo di rompere l’isolamento e di costruire uno spazio collettivo di analisi e mobilitazione. In un contesto dominato da politiche di chiusura e criminalizzazione della mobilità, rilanciare una prospettiva abolizionista significa non solo opporsi all’attuale dispositivo di confinamento, ma anche immaginare un’Europa radicalmente diversa, fondata sulla libertà di movimento e sulla solidarietà transnazionale. Trasformare l’ombra dei confini in un terreno di lotta diffusa, capace di affermare inedite possibilità di libertà e uguaglianza oltre l’orizzonte securitario: la sfida è ambiziosa, ma indispensabile.

Foto in copertina di Xauxa, wikicommons

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