ITALIA
Nuovi lavori nella base Muos: silenzio (complice) del governo locale e nazionale
Nuove richieste di lavori da parte della Marina militare Usa nella zona sottoposta a divieto di edificabilità assoluta: la politica (centrodestra, centrosinistra e cinque stelle) è complice, i comitati No Muos denunciano e rilanciano l’opposizione alla grande opera militare.
Poco più di due settimane sono passate dalla manifestazione contro il Muos dello scorso 4 di agosto, e dal successivo arresto del militante pacifista Turi Vaccaro tuttora in carcere a Palermo, arrestato per azioni simboliche di protesta contro la grande opera militare, e la Marina Militare Usa chiede, nel silenzio complice di tutti i partiti, nuovi interventi di consolidamento della base militare. Riportiamo il comunicato diffuso dal sito nomuos.info
Avremmo potuto credere che la storia insegnasse qualcosa ai nostri politici e amministratori, che non avremmo più dovuto assistere a nuove richieste di lavori all’interno della base Muos di Niscemi (che è parte della Sughereta di Niscemi, area SIC inserita nella Rete Natura 2000) per fare ancora favori alla marina statunitense; avremmo potuto pensare che gli amministratori locali si sarebbero potuti comportare con trasparenza informando i cittadini e i comitati.
Invece cosa sta accadendo? Siamo recentemente venuti a conoscenza di una nuova richiesta di autorizzazioni da parte della marina USA tramite il Ministero della Difesa italiano, per la realizzazione di manutenzione straordinaria dentro la base.
La richiesta, avanzata nel maggio scorso, è stata inoltrata agli uffici della Regione Siciliana e al Comune di Niscemi per le rispettive competenze. Esattamente come 11 anni fa, quando il Ministero della Difesa (italiano) inoltrò le richieste di autorizzazione delle parabole Muos alla Regione Siciliana e al Comune di Niscemi. Ed esattamente come allora i cittadini non sono stati informati dei progetti presentati. Un salto nel passato che riporta direttamente al 2008 quando si scoprì dell’intento di installare il MUOS solo in seguito a insistenti pressioni.
I nuovi lavori riguarderanno il rifacimento di alcune tratte interne alla base, il consolidamento di un’antenna e la messa in sicurezza di un’area a rischio frana.
Ricadono in zona A, in un’area di inedificabilità assoluta, tutelata da vincoli paesaggistici e ambientali tali che passare una notte a bivacco sotto un albero o piantare un palo di legno sul terreno — anche di proprietà — può costare una denuncia.
Sono invece previsti l’apertura di nuovi cantieri, passaggio di mezzi pesanti, nuovo inquinamento acustico e operazioni che alterano la flora e disturbano fauna e avifauna oltre che divenire ancor più nocivi per chiunque abiti nel raggio di 180 km dalla base. L’amministrazione comunale di Niscemi, attuale Sindaco Conti, che ricordiamo aver sostenuto di essere No Muos a parole, non solo pare non abbia informato nessuno, ma non ha nemmeno mai risposto alla nostra richiesta di accesso agli atti inoltrata e protocollata ormai più di 15 giorni fa.
Se la richiesta, inoltrata a Maggio, è ascrivibile infatti al governo Gentiloni (Ministro della difesa Roberta Pinotti – PD) l’inquietante silenzio dal Comune di Niscemi ha i colori del Centrodestra. La Regione Sicilia, guidata da Nello Musumeci, sarà chiamata ad autorizzare il cantiere e i lavori in progetto. Nonostante le richieste autorizzative siano partite dal precedente governo a guida PD, a pochi giorni dalla scadenza del proprio mandato, attualmente il ministero proponente (Ministero della Difesa) è retto da Elisabetta Trenta, in quota M5S.
Ancora nessuna parola è stata spesa dal partito di Di Maio sul Muos, nonostante le promesse gridate in campagna elettorale di smantellamento immediato delle parabole e della base tutta.
Dopo i recenti voltafaccia del governo nei confronti dei movimenti No Tav e No Tap, il Ministero della Difesa italiano ancora una volta ha accettato la servitù militare senza battere ciglio e il gruppo politico di turno al potere ha usato le speranze No Muos dei cittadini siciliani per accaparrarsi voti.
Per noi quello che verrà fatto passare come semplice “consolidamento dell’esistente” ha la stessa gravità di quello che era stato fatto passare come “ammodernamento del sistema esistente”: di lavori che consolidano o migliorano la base militare non ne vogliamo e non ne abbiamo mai avuto bisogno.
L’unica manutenzione ordinaria e straordinaria che ci interessa è quella che progetta lo smantellamento delle antenne e di tutte la base.
Come insegnano anni di attivismo No Muos, per far contento l’alleato americano niente è impossibile. Al di là della legge, del diritto e del buon senso. Per questo sarà compito dei comitati, del movimento e dei cittadini vigilare e fare pressione. Ancora una volta difendiamo la nostra terra da chi ne vuole fare deserto e arma da guerra. Consapevoli, appunto, che nulla è impossibile anche per quanto ci riguarda. No al consolidamento delle guerre, sì allo smantellamento della base Muos e di tutte le basi militari.
Comunicato pubblicato sul sito nomuos.info
Guarda la galleria fotografia della manifestazione del 4 agosto
Con le foto di Francesco D’Amore raccontiamo la mobilitazione contro il Muos di Niscemi dello scorso 4 agosto e denunciamo i danni provocati dai numerosi incendi che in una delle zone più controllate del paese stanno devastando il parco naturale della Sughereta e le case di alcuni abitanti che hanno dovuto abbandonare la loro abitazioni situate a pochi metri dalle antenne del Muos Ultimo incendio, in ordine cronologico, quello che ignoti con una auto bianca hanno appiccato, per fortuna senza creare danni a causa del pronto intervento degli attivisti, al presidio No Muos, pochi giorni prima della manifestazione.
Alla fine del corteo Turi Vaccaro, militante pacifista che da anni partecipa alle manifestazioni contro la grande opera militare, è stato inseguito dalle forze dell’ordine, che lo hanno arrestato il giorno successivo nel parco naturale, dove Turi, protetto dalla solidarietà degli attivisti, era riuscito a scappare. L’attivista pacifista, ricercato per azioni simboliche contro il Muos risalenti a diversi anni fa, è stato poi condotto nel carcere di Gela, dove ieri si è tenuto un presidio di solidarietà chiedendone la liberazione immediata, e successivamente a Palermo. Turi libero subito, No Muos fino alla vittoria!