DIRITTI
Nuove proteste al Brennero: no al muro
Ieri, ancora una mobilitazione al confine austro-italiano. Tafferugli tra manifestanti e polizia austriaca nei pressi dello sbarramento.
In pochi mesi, tutta la “rotta balcanica” percorsa dalle persone in fuga dalla guerra è stata disseminata da muri e barriere in filo spinato. C’erano voluti anni per ricostruire collegamenti e ponti tra paesi divisi da tensioni e odi reciproci causati dalla recente storia di quell’area geografica, ma la follia degli egoismi nazionali e dell’odio istituzionale verso i profughi ha riportato tutto quanto indietro molto rapidamente. Il muro al Brennero, invece, rischia di diventare il primo tra due paesi dell’area Schengen, infliggendo l’ennesimo durissimo colpo al progetto europeo, già piegato da anni di politiche di austerity e dall’egemonia neoliberale.
Dopo la manifestazione del 3 aprile, i movimenti che reclamano libertà di movimento e un’Europa senza frontiere sono tornati al Brennero per ribadire l’opposizione al muro anti-migranti che il governo austriaco ha iniziato a costruire. Alcune centinaia di persone , riunite sotto lo slogan “People over borders”, hanno sfilato dalla stazione dei treni in direzione del confine. Qui si sono verificati dei tafferugli con le forze dell’ordine austriache, schierate dietro una linea di transenne divisorie. Il corteo ha provato a caricare utilizzando ombrelli e gommoni gonfiabili, mentre i poliziotti austriaci hanno risposto con manganelli e pepper spray. Verso al fine della manifestazione un attivista è stato fermato e trascinato via mentre parlava al microfono, senza apparenti motivi. È stato in seguito rilasciato.
È la seconda manifestazione in poche settimane nella località del Brennero. Una terza è stata già lanciata per il 7 maggio: “abbattere le frontiere”.
Recentemente, anche il governo italiano ha espresso la sua opposizione al muro austriaco: per paura di ripercussioni economiche sulla circolazione delle merci e di diventare, dopo la Grecia, un nuovo contenitore/trappola dei flussi migratori. I movimenti, invece, continuano a rifiutare l’odio e la paura verso le persone in fuga dalla guerra e ad opporsi a qualsiasi frontiera che impedisca la libertà di movimento.
Nel frattempo, però, i segnali dall’altro lato del confine continuano a peggiorare. Proprio ieri, l’FPOE, partito ultranazionalista e anti-immigrati, ha ottenuto il suo miglior risultato di sempre alle elezioni presidenziali: il suo candidato è in testa al primo turno, in attesa del ballottaggio.
La battaglia è appena cominciata. Sarà lunga e difficile.
Foto tratta dal profilo fb del Tpo