ROMA
«Non lasciamo nessuna e nessuno indietro». Assemblea al Caravaggio occupato per rispondere alle minacce di sgombero
Nel tardo pomeriggio di ieri, occupanti e attivist* dei Movimenti per l’abitare hanno animato una partecipatissimo momento di confronto davanti allo stabile occupato, da anni in cima alla lista romana degli sgomberi. Adesso c’è anche una data, ma la solidarietà è tanta e si cercano soluzioni per resistere
«Ma me stanno a chiama’», risponde uno degli organizzatori alla donna, un’occupante, che lamenta l’interruzione della canzone Il Bombarolo di Fabrizio de André. Il brano del cantautore genovese viene trasmesso dal telefono alle casse, mentre una folta platea, seduta davanti all’occupazione di viale del Caravaggio, aspetta l’inizio dell’assemblea indetta per sviluppare una risposta collettiva alla minaccia di sgombero arrivata dal Prefetto. Dopo De André è il turno di Rino Gaetano, con una selezione aperta, non a caso, da Fabbricando Case.
L’atmosfera è festosa, nonostante tutto: c’è un banchetto con cibo e bevande e la gente continua ad arrivare, molt* con il bus 160, che ferma proprio davanti allo stabile occupato.
Finalmente prende il via l’assemblea. «Non è la prima volta che ci troviamo qui davanti, è vero: è l’ennesima volta anzi. Ma questa non è solo un’assemblea delle tante». A parlare è Luca Fagiano, storico volto dei Movimenti per la casa di Roma. Nel suo intervento, Fagiano ricorda le mobilitazioni degli anni passati prima di affrontare l’emergenza attuale, a cui continuano a mancare risposte istituzionali.
«Appena la pandemia ha rallentato e sono arrivate le riaperture», continua al microfono: «È tornata anche la solita politica di polizia contro i poveri». Una prima conferma è arrivata con il tentativo di sgombero di Villa Fiorita dell’undici maggio, quando decine di camionette e almeno un centinaio di forze dell’ordine si sono presentate senza preavviso presso l’occupazione di via di Torrevecchia. Per le istituzioni si trattava solo di un censimento, mentre i Movimenti per il diritto all’abitare hanno parlato di un «chiaro tentativo di intimidazione».
In quell’occasione ha iniziato a circolare la voce riguardo un probabile sgombero anche per l’occupazione di viale del Caravaggio.
Voce poi confermata direttamente dal Prefetto in un incontro con occupanti e attivist*. L’ex capo-gabinetto del leader leghista Matteo Salvini al Ministero dell’interno, Matteo Piantedosi, in carica dallo scorso anno alla Prefettura di Roma, ha addirittura comunicato anche la data prevista per l’esecuzione dello sgombero: il prossimo 11 giugno.
Soltanto a quel punto, la Regione Lazio e l’ottavo Municipio del comune capitolino hanno deciso di avviare un tavolo per trovare soluzioni abitative alternative per i 105 nuclei familiari attualmente residenti nello stabile occupato, da tempo in cima alla lista degli sgomberi. «Il Caravaggio non è stato ancora sgomberato, è vero», insiste Fagiano: «Ma Caravaggio non ha avuto neanche gli alloggi. Gli impegni presi e le promesse fatte dalle istituzioni per trovare una soluzione per le famiglie non sono state fin qui mantenute».
Ed è difficile che vengano rispettate ora, con una tempistica ridotta che condiziona pesantemente le trattative. Fagiano, infatti, presenta all’assemblea, con grande sincerità, i risultati delle prime riunioni, svolte con le istituzioni al fine di capire se ci sono case e appartamenti per le famiglie del Caravaggio: «La trattativa è in corso, anche molto velocemente, ma non sappiamo se ci sono case e, se ci sono, quante sono, se bastano per tutti e tutte».
Dopo Fagiano, al microfono intervengono le e i rappresentanti di numerose altre associazioni e organizzazioni romane.
Mentre il Coordinamento Regionale per la Sanità propone, in solidarietà, di fare un momento associativo proprio negli spazi del Caravaggio occupato, una portavoce dell’Unione Inquilini suggerisce di presentare istanza urgente all’Alto Commissario Onu, lo stesso che ha recentemente bloccato uno sfratto a Torpignattara. Strumenti di questo tipo però, risponde spiegando una delle ragazze che ha seguito la vicenda, rischiano di generare false speranze poiché hanno tempi ben più lunghi.
Anche il Coordinamento Romano Acqua Pubblica mostra il suo supporto all’occupazione di viale del Caravaggio, rimarcando l’importanza dell’anniversario del referendum del 2011: «Dieci anni fa abbiamo vinto», afferma Simona: «Abbiamo riaffermato alcuni diritti essenziali, come quello all’acqua e all’abitare». Al riguardo è prevista, per sabato prossimo, il 12 di giugno, una manifestazione che, partendo da piazza dell’Esquilino celebrerà «una vittoria ha fatto davvero paura al capitale».
Non è l’unica mobilitazione convocata nell’assemblea di ieri: atteso, infatti, già lunedì 7, un nuovo incontro pubblico in viale del Caravaggio. Tutti gli interventi, infatti, sottolineano l’importanza, anche simbolica, di questa occupazione: Caravaggio non si sgombera, «Da Caravaggio si esce solo con le case per tutti. Non lasciamo nessuna e nessuno indietro».