ITALIA
Mutuo Soccorso Milano riparte dalla sua nuova casa
A Crescenzago, mentre si investono capitali finanziari per appropriarsi della ricchezza del territorio, l’associazione Mutuo Soccorso Milano costruisce un luogo di socialità e solidarietà per battere le diseguaglianze sociali e la carenza di welfare in una città che abbandona chi non ce la fa
Dopo un lungo peregrinare nella città di Milano il centro sociale Lambretta e l’associazione Mutuo Soccorso Milano, nata nel 2020 in seguito alle attività di mutualismo e solidarietà che aveva sostenuto durante la pandemia, hanno trovato casa. È stato possibile grazie all’assegnazione diretta dello stabile di via Rizzoli, nel quartiere Crescenzago, periferia nord orientale della città, da parte dell’amministrazione comunale. Lo spazio assegnato di 380 metri quadri era inutilizzato e la convenzione stipulata prevede un contratto per 18 anni con un canone a valore di mercato, anche se per i primi tre anni è prevista una riduzione del 50 per cento e la possibilità di detrarre dal canone le spese necessarie a rendere agibile lo spazio. «È la prima volta che viene utilizzata l’assegnazione diretta di un immobile di proprietà pubblica da parte dell’amministrazione – ci dice Nic attivista dello spazio – ed è stato possibile solo dopo una lunga trattativa e il riconoscimento del valore sociale delle attività dell’associazione».
La sede è accanto a stabilimenti industriali ed edifici di edilizia popolare realizzati negli anni ’70 e in epoca più recente, adiacente al Parco Lambro e alla sede di RCS Media Group, con la sua torre di 12 piani. La strada principale del quartiere è via Padova, caratterizzata per la sua composizione multietnica, i servizi di prossimità sono carenti, a parte la rete del trasporto pubblico che garantisce facili collegamenti con il resto della città.
Crescenzago è interessato da un progetto di rigenerazione urbana all’interno del programma europeo Reinventing Cities promosso dal Comune insieme a C40. Il progetto vincitore prevede la realizzazione di 360 appartamenti oltre negozi e servizi locali. Green Between Tessiture Urbane, questo il nome del progetto che si è aggiudicata la gara, è, come lo definiscono i proponenti, «la nuova porta, viva e verde, del Parco Lambro. Un progetto di social housing che accende di nuova vitalità il quartiere di Crescenzago e lo riallaccia con tutte le principali trasformazioni attese in quel quadrante di Milano». Naturalmente si parla di case per giovani, luoghi tutelati per le famiglie che siano in grado di stimolare una nuova socialità e zero emissioni di CO2.
Accanto a Parco Lambro su proposta di Europa Risorse sgr, finanziato con 300 milioni di euro da un fondo gestito da PineBridge Benson Elliot, sorgerà un edificio per uffici firmato dall’architetto Kengo Kuma. Anche per questo si parla di zero emissioni di CO2, energie rinnovabili, controllo dei consumi, recupero dell’acqua, verde e specie endemiche come parte integrante del progetto architettonico.
E poi ancora housing sociale a via Rizzoli promosso da Urbana New Living che parla di «un abitare inclusivo, sostenibile e partecipato. Con la sua piazza centrale e i suoi spazi condivisi, il complesso si apre alla vita della comunità, in un’ottica di vicinato allargato e di integrazione con il quartiere. Al centro del progetto ci sono gli abitanti che possono sperimentare un sistema di vicinato aperto e collaborativo, accompagnati da un gestore sociale».
Crescenzago è dunque in piena trasformazione e questa tende alla creazione di un territorio fortemente diseguale, dove i flussi dei capitali finanziari si appropriano della ricchezza, lasciando gli abitanti sempre più poveri, senza migliorare i servizi pubblici o l’edilizia popolare. E non bastano i finanziamenti dell’amministrazione pubblica, spesso dispersi in piccoli interventi, intercettati dal Terzo settore che per sopravvivere è costretto a competere sul fronte della creazione di valore. Per questo assume grande valore la presenza nel quartiere di Mutuo Soccorso Milano, che della solidarietà e attenzione ai bisogni delle fasce più deboli della popolazione ha fatto il suo scopo. Lo ha fatto fornendo «oltre 70mila pacchi alimentari a famiglie relegate ai margini e altrettanti pasti caldi a persone senza fissa dimora, recuperando all’Ortomercato 68 tonnellate di cibo, che altrimenti sarebbe stato sprecato».
Chiediamo a Nic se nel quartiere hanno già relazioni con le realtà associative che esistono e ci risponde: «durante la pandemia il centro sociale Il Lambretta è diventato la base operativa di una delle brigate di solidarietà, la Lena-Modotti, nate a Milano subito dopo l’esplosione della pandemia e da lì partivano i volontari verso Zona 2 e 3 dove si trova anche il quartiere di Crescenzago». In quel periodo si sono stabilite relazioni con le molte realtà associative e con il comitato che funziona da cinghia di trasmissione fra gli abitanti delle case popolari e le istituzioni. Con l’assegnazione del nuovo spazio si consolideranno i rapporti e continueranno le attività portate avanti dal centro sociale: la distribuzione dei pacchi alimentari con Drago Verde a chi dorme in strada , le attività di supporto alle famiglie con il doposcuola, i corsi di ginnastica, le feste sociali e gli sportelli per il lavoro e l’assistenza legale «Continueremo a lavorare per una Milano più includente, giusta, equa e solidale» ci dice Nic.
Immagine di copertina da Milano in Movimento