DIRITTI
Milano si riprende spazio!

“Siamo consumatori. […] Siamo i sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona[… ]Le cose che possiedi, alla fine ti possiedono!” Era uno dei famosi dialoghi tratti dal libro e dal film Fight Club.
E il concetto dell’individuo-utente schiavo dei trend modaioli del momento, della movida versata solo al consumo e della città come labirinto oscuro che intrappola nelle sue contraddizioni le vite degli utenti-cittadini, è quello che anche a Milano si è voluto e si vuole ribaltare.
Altro che le celebrità trite e ritrite photoshoppate sbattute nelle copertine delle riviste di moda! I compagni e le compagne di Zam, ci hanno mostrato che, parafrasando –a tal proposito- la frase di un famoso stilista di moda: “lo stile è gusto e cultura. Lo stile è una questione di eleganza, non solo di estetica. Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte… È trovare la novità e l’invenzione…”. Ovviamente, tenendo per buono che “la prima regola, e forse l’unica, del buono stile è che si abbia qualcosa da dire: con questa regola si va lontano!”.
E subito dopo l’estate, nonostante tutti gli sgomberi (23 luglio con Zam per poi proseguire con la Proprietà Pirata e, il 26 agosto col Lambretta) che sono sopraggiunti anche a fine settembre (il 29, sgombero di Zam dallo Spazio Forma), la campagna “Milano prende spazio” inaugurata con l’“Escalation Tour”, continua ad avere gambe e forme materiali.
Venerdì 3 Ottobre è stato occupato lo stabile di via Sant’Abbondio 10, nel quartiere Chiesa Rossa, zona Sud periferica di Milano, un edificio che ospitava il comando di zona della polizia municipale e si trova in stato di abbandono dal luglio 2010. Un luogo di potenziale risorsa per la città, fuori dalle logiche di profitto, aperto al quartiere e alle sue esigenze.
E il giorno seguente (sabato 4 ottobre) è stato occupato anche un altro posto, S.O.Y. Mendel – Spazio Occupato Indipendente Mendel in via Cancano al 5 nel quartiere di Baggio. Anche il nome stesso rimanda ad un immaginario collettivo: SOY – “sono” al posto di “siamo” per ribaltare il concetto dell’ io individualistico, con la volontà di riportare in vita uno spazio abbandonato della periferia milanese.
Friedrich Nietzsche, in Umano troppo umano II diceva che “lo stile è superiore alla verità, porta in sé la dimostrazione dell’esistenza” e che “il grande stile nasce quando il bello riporta vittoria sull’immane”. Per verità intendiamo qui la narrazione mainstream sulla periferia sempre più ghetto, sulla legalità come arma contro il comune, sulla sacralità della rendita e del profitto.
In tutto ciò, l’autunno è davvero cominciato, la campagna per gli spazi prosegue, così come la lotta contro Expo, l’11 e il 12 ottobre.
“La moda passa, lo stile resta”. Diceva una celebre stilista.

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Zam rioccupa in Via Sant’Abbondio 10
Oggi, 3 Ottobre 2014, rilanciamo la sfida.
Zam riprende casa in Via Sant’Abbondio 10.
Dopo la Barona si torna in una zona periferica.
Il nostro scopo è quello di investire il quartiere delle nostre progettualità e perché no, anche di nuove.
Zam dunque. Facciamo un passo indietro. Anzi, più di uno…
Tutto ha inizio il 22 Ottobre 2010, con i tre giorni di occupazione dell’ex-Macello di Viale Molise 68. Tre mesi dopo, il 29 Gennaio 2011, Zam trova definitivamente casa nel quartiere popolare della Barona, in Via Olgiati 12. Per due anni e mezzo, i due stabili dell’ex-Avery Berkel, lasciati al degrado per molti, troppi anni vengono riportati alla vita da una miriade di progetti: concerti, spettacoli teatrali, presentazioni di libri, dibattiti, film festival, la costruzione di una palestra popolare ed una di arrampicata, la presenza di una forte componente delle scuole di Milano Sud.
Il 22 Maggio 2013 però la proprietà reclama l’area ed avviene lo sgombero. Inutile dire che a più di un anno dai fatti gli stabili di Via Olgiati giacciono nel più totale abbandono e quello che, all’epoca, sembrava uno sgombero urgentissimo, assume i contorni patetici della scusa strumentale. Gli occupanti non si scoraggiano e due giorni dopo occupano l’ex-scuola comunale di Via Santa Croce. Nella zona centralissima di Piazza Sant’Eustorgio. Quello che sembrava un sogno irrealizzabile diventa realtà per più di un anno. Un centro sociali nel centro di Milano. I progetti ripartono. Il laboratorio hip hop di Zam diventa sempre più importante e sempre più partecipato. Nasce anche l’Osteria Pane&Rose che offre pranzi a decine di persone ogni giorno a prezzi modici in una zona dai prezzi altissimi.
Poi, quest’estate, nuova doccia gelata: sgombero.
Lo sgombero del 23 Luglio. Quando con la scusa della presunta pericolosità dello stabile gli occupanti vengono buttati in strada dal Comune di Milano. E’ un’Estate difficile. Un mese dopo viene sgomberato anche il centro sociale Lambretta a Città Studi. Nasce l’idea di una campagna sugli spazi: l’Escalation Tour: http://milanoinmovimento.com/primo-piano/collezione-spazi-milano-prossimi-appuntamenti-della-campagna Si parte con una TAZ negli stabili abbandonati di Via Olgiati, si prosegue con una biciclettata che attraversa alcuni degli spazi sgomberati nei tre anni di amministrazione Pisapia e poi, si arriva all’occupazione del nuovo Lambretta. In Via Cornalia 6, dietro il complesso di Porta Nuova, la città vetrina. Sabato scorso sull’onda dello slogan “L’occupazione è un ballo di gala” viene occupato l’ex-Spazio Forma di Piazza Tito Lucrezio Caro 1/3 di proprietà dell’ATM: http://milanoinmovimento.com/news-stream/news-zam-4-0-e-in-piazza-tito-lucrezio-caro-13-ex-spazio-forma Si trattava dello spazio più importante in Italia dedicato alla fotografia. Chiuso nel Gennaio 2014 perché la crisi non permetteva più di affrontare i costi dell’affitto. Dopo l’occupazione, viene indetto in fretta e furia un Comitato per l’Ordine e la Sicurezza e, con le scuse più svariate, lunedì 29 si assiste ad un nuovo sgombero. Ancora una volta assordante silenzio da parte del Comune: http://milanoinmovimento.com/primo-piano/22-cose-importanti-da-ricordare-quasi-quanto-22-sgomberi Zam riprende casa, ma l’Autunno solo all’inizio.
La campagna per gli spazi prosegue. Così come la lotta contro Expo.
See you soon!

S.O.Y. Mendel – Sono Mendel – Spazio Occupato Indipendente Mendel
Il nome è collettivo come lo spazio.
Mendel era un partigiano Milanese. In sua memoria nella terza Brigata Garibaldi era stato fondato il Battaglione Mendel, operativo a Baggio. Prendere il nome di un battaglione partigiano e di un partigiano è una responsabilità enorme, ma è sopratutto un atto simbolico. Nel rispetto e nella tradizione della lotta di liberazione nasciamo e ci rispecchiamo.
“Mendel” definisce chiaramente la nostra matrice culturale che nasce totalmente nell’antifascismo. Non solo quello di ieri ma anche quello odierno, presente nel nostra società e nei singoli quartieri in maniera massiccia e purtroppo sempre più evidente, legittimato dalla politica e dalle istituzioni che regala spazi popolari, per sedi e comizi, dove portare avanti le loro ideologie xenofobe e razziste. Soy Mendel rivendica valori fondamentali come la multiculturalità, l’antirazzismo, l’antisessismo, la difesa del territorio dalla speculazione e dalla cementificazione scriteriata dei nostri quartieri, che praticano la democrazia dal basso. Usiamo “SOY – sono” al posto di “siamo” perché vogliamo ribaltare il concetto di io. L’individualismo non ci appartiene. Ci diamo un nome collettivo perchè solo nelle collettività, nel noi, nel gruppo, e nei tanti si può costruire una reale alternativa a tutto quello che ci opprime ogni giorno. Sono Mendel, è come dire Sono un battaglione, Sono un tanti, essenzialmente, Siamo!
Rivendichiamo il fatto di essere uno spazio completamente autogestito e autofinanziato, dove ogni cosa passa da un collettivo politico e gestionale aperto a tutti e dove chiunque ha potere di parola e decisionale. Autogestione è pratica di democrazia reale, dal basso, per tutti, forse per questo fa paura e viene combattuta. Spazio Occupato Indipendente MENDEL è la volontà di riportare in vita uno spazio abbandonato della periferia Milanese. Viviamo il vuoto di politiche reali per la creazione e costruzione di spazi popolari di socialità, di aggregazione, di produzione culturale e artistica sganciati dalle regole del commercio, autogestioni, per questo liberi da vincoli istituzionali.
I bandi, tanto sbandierati dalla giunta arancione, hanno dimostrato di non essere la soluzione. Le periferie sono luoghi abbandonati, perché non sono interessanti, né per visibilità né per interessi economici, quindi politici. Rispondiamo così con l’occupazione.
L’occupazione è un potente strumento di rivendicazione.
L’occupazione è pratica reale di riappropriazione del territorio. Oggi ci riappropiamo di una piccola parte di quello di cui abbiamo bisogno e ci viene sottratto ogni giorno.
Il vento non è cambiato in questa città, e siamo convinti che non cambierà con nessuna opzione elettorale, né qui né altrove. Vogliamo che lo spazio diventi esperienza collettiva per tutto il quartiere, vivendo il territorio con i nostri vicini e portando avanti con loro le lotte che riguardano Baggio, la metropoli milanese e l’intero pianeta in generale, ridando vita al motto spesso dimenticato “Pensare globale, agire locale”. Baggio per noi non è un approdo casuale. Non è nemmeno un approdo. Viviamo Baggio e le sue contraddizioni e vogliamo così costruire un alternativa, uno spazio capace di colmare i vuoti che la “politica” crea assecondando il capitale neoliberista e non il bene delle persone. Vogliamo colmare alcuni buchi sociali evitando che siano altri a farlo, come i movimenti di estrema desta, mascherati da associazioni di vario genere, che tramite finte iniziative benefiche, giocano con i problemi delle persone, soprattutto nelle periferie per fare proselitismo.
SOY MENDEL come tante e tanti nel mondo lotta per l’umanità e contro il neoliberismo.
S.O.Y. MENDEL è in via Cancano al 5.
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