MONDO

Juan Valeiro

Il Sud del Messico resiste ai megaprogetti e alla nuova frontiera migratoria

Il Corridoio Transoceanico e il Tren Maya, megaopere che si stanno realizzando in Chiapas, vengono presentate dal governo come opere a favore degli abitanti e dello sviluppo dei territori: ma comportano esproprio dei terreni, violenze militari e paramilitari e spostamenti forzati

Nel Sud e nel Sud-Est del Messico, i capitali nazionali e internazionali stanno tentando una ristrutturazione territoriale e umana. D’altra parte, le resistenze a questi piani sono presenti e la Caravana “El Sur Resiste” lo ha evidenziato con forza quest’ultima cerca di svelare i progetti del capitalismo distruttivo in questa zona e di collegare le resistenze tra le battaglie di diverse regioni evidenziando la necessità di una solidarietà internazionale, dato che si parla del coinvolgimento di capitali statunitensi, canadesi, europei e di altri paesi.

Il Corridoio Transoceanico e il Treno Maya sono i piani principali attorno ai quali si articolano le miniere, la presenza dell’esercito e le installazioni militari, le manifatture, i centri di detenzione, lo sfollamento delle comunità indigene dalle loro terre, la pressione per la privatizzazione della terra, lo sfruttamento della natura e delle persone, ma anche la produzione e lo sfruttamento di migranti e rifugiati.

Nel primo appello, El Sur Resiste ha riferito che: «Ai nuovi conquistatori del capitale corporativo vengono offerte le risorse naturali e i territori del Sud e Sud-Est del Messico per il libero commercio e l’imposizione di progetti nei settori dell’energia, del turismo, delle “maquiladoras”, delle industrie commerciali e militari, che costituirebbero un corridoio logistico e la nuova frontiera geopolitica che a sua volta riorganizzerebbe i territori dell’America Centrale e controllerebbe il flusso di migranti verso gli Stati Uniti. L’obiettivo è chiaro, costruire un muro di “maquiladoras” per contenere la migrazione, soprattutto di persone provenienti dall’America centrale, da sfruttare come manodopera a basso costo – una neo-schiavitù – in un paradiso fiscale esente da tasse e avvisi di garanzia per le violazioni dei diritti umani, il tutto diretto dagli Stati Uniti e dai suoi alleati commerciali del Nord globale».

Il riordinamento geopolítico nel Messico meridionale

La modificazione dell’uso del territorio comporta e necessita una trasformazione sul piano umano. Il mega-progetto del Treno Maya e del Corridoio Transoceanico viene presentato dal governo come un meccanismo che ridurrà gli spostamenti degli abitanti locali, portando loro lavoro e sviluppo. Tuttavia, lo Stato messicano trascura di menzionare che gli sfollamenti, la maggior parte dei quali in Chiapas, Oaxaca e Guerrero, che attualmente avvengono nel sud del Messico, sono principalmente legati alle azioni violente, comprese quelle portate avanti da organizzazioni paramilitari e del crimine organizzato che sono anche coinvolte nei conflitti tra comunità. Un esempio è lo sfollamento di massa di 83 persone dalle località di Emiliano Zapata e La Resistencia, parte delle basi di appoggio dell’EZLN, a seguito di attacchi armati da parte di membri dell’Organizzazione regionale paramilitare dei coltivatori di caffè di Ocosingo (ORCAO).

La notte del 22 maggio 2023, i membri della stessa organizzazione paramilitare ORCAO hanno sparato 130 colpi di piccolo calibro e 15 di alto calibro. La vittima di questo attacco è Gilberto López Sántiz, un indigeno Tseltal membro delle Basi di Appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (BAEZLN), la cui vita è in grave pericolo. Gli attacchi e le violazioni dei diritti umani contro persone che lottano per la vita, per il territorio e contro il capitalismo sono un modo per i vertici di imporre i loro progetti in Chiapas.

Sergio Prieto Día, ricercatore specializzato in studi critici sulle (in)mobilità umane, nel 2020 ha parlato dell’allarmante rischio di sfollamento di molte famiglie che vivono a Campeche, in seguito al passaggio del Treno Maya nella zona. Si riferiva anche allo spostamento forzato o volontario degli abitanti delle zone a causa della costruzione dei cosiddetti diciannove “poli di sviluppo” nelle stazioni del Treno Maya. Ciò è confermato dal tour della carovana Il Sur Resiste. Il sesto giorno della carovana, gli abitanti di Candelaria, in Campeche, hanno spiegato gli effetti che la costruzione dell’erroneamente chiamato Tren Maya ha avuto sulla loro comunità. In particolare, gli sgomberi forzati sono già una realtà. Almeno 300 case sono state sfrattate da quando il progetto è stato annunciato in questa comunità; molte delle famiglie che non volevano vendere le loro case sono state molestate e costrette ad accettare un risarcimento monetario.

Sergio Prieto Diaz ha anche sottolineato i fattori che possono aumentare la mobilità delle persone, come la speculazione edilizia, il tentativo di ottenere la concessione degli ejidos attraverso i Fibras (Fideicomisos para la Inversión en Bienes Raíces), l’attrazione di capitali stranieri per il turismo e il fenomeno della gentrificazione urbana. Per il ricercatore, quindi, questi spostamenti non sono legati alla mobilità lavorativa dei residenti propagandata dal governo, ma si tratta piuttosto a una distruzione identitaria e simbolica, in cui la volontà personale non viene presa in considerazione dall governo.

Durante la carovana, è stato menzionato il tentativo di usurpare il consenso delle comunità. Nella dichiarazione dell’incontro internazionale si parla dello sfollamento e delle modalità con cui si vuole estorcere l’approvazione delle comunità; denunciano che nell’ejido Nicolás Bravo venga revocata l’assemblea illegale del 5 marzo 2023, che ha approvato illegalmente la stazione del mal chiamato treno Maya a favore del gruppo Azcarraga, proprietario di Televisa, e che danneggerà più di 100 centri cerimoniali Maya. Nello stesso quadro di sfollamento, chiedono l’annullamento dell’ordine di sfratto della comunità di Emiliano Zapata III municipio di Candelaria Campeche promosso dal presunto proprietario Fernando Oropeza Arispe e ordinato dal giudice civile di prima istanza dello stato di Campeche.

Allo stesso modo, la cancellazione dei mandati di arresto dei membri della comunità. È di particolare importanza menzionare la continuazione illegale dei lavori del treno, la costruzione illegale della sezione 7, l’installazione del casinò militare e lo sviluppo turistico nella comunità di Xpujil, poiché nonostante la sospensione definitiva concessa da un giudice federale, SEDENA continua la costruzione in spregio all’ordine federale. Infine, chiedono che si ponga fine alle pressioni esercitate dalla Procura Agraria sulle comunità e sugli ejidos per convertire le terre di proprietà sociale in proprietà piena, distruggendo così le terre collettive delle comunità indigene del Paese.     

Come si vede, il mega-progetto implica una logica che va ben oltre un treno turistico e un treno merci. Alla luce del nuovo accordo USA-Messico sulla migrazione, sembra affermarsi una dinamica più chiara.

I governi attuali – negli Stati Uniti, in Messico come negli ultimi anni – parlano di migrazione come una emergenza, una narrazione globale dominante, come abbiamo sentito anche nell’Unione Europea, in Italia. Viene descritta come una crisi da elininare, in cui i migranti sono visti come una categoria di persone senza il diritto di avere diritti, parole usate da Hannah Arendt a proposito dei rifugiati ebrei nella Seconda guerra mondiale. Il discorso misconosciuto sulle persone in mobilità è centrale nell’attuale politica statunitense e messicana: sarà un pretesto per controllare ulteriormente il territorio, in particolare il Messico sud-sudorientale e contribuisce a giustificare e legittimare il trattamento dei migranti con misure che non tengono conto dei loro diritti.

Così assistiamo, da un lato, allo spostamento forzato delle popolazioni attraverso i cosiddetti piani di “sviluppo” e, dall’altro, alla trasformazione del Sud e del Sud-Est del Messico in un palcoscenico per i migranti, con l’esercito che occupa i territori. Nella ricerca intitolata Tren Maya Made In Germany, Deutsche Bahn e il treno della distruzione viene asegnalato come le forze armate messicane stiano costruendo le sezioni del Tren Maya, con sfratti ed espropri. «I militanti gestiscono il treno e ricevono gran parte dei profitti. Tuttavia, i militari hanno un altro compito direttamente collegato al Treno Maya, il contenimento dell’immigrazione negli Stati Uniti e l’azione contro i rifugiati provenienti dall’America Centrale, dai Caraibi e dal Sud America, costruendo una barriera migratoria al servizio degli interessi geopolitici statunitensi».

Le biopolitiche come strategie del capitalismo

Lo scorso 12 maggio, gli Stati Uniti hanno adottato nuove misure in materia di immigrazione. Dal 2019/2020 il Titolo 42, parte delle leggi sanitarie, e i Protocolli di protezione dei migranti hanno dato alle pattuglie di frontiera la base legale per deportare milioni di migranti che entrano illegalmente o che non ottengono asilo. Grazie a diversi accordi, le persone in queste condizioni originarie di Cuba, Nicaragua, Venezuela, Haiti, Honduras, Guatemala ed El Salvador, vengono deportate in Messico, perché gli Stati Uniti non hanno le relazioni per organizzare le deportazioni in questi sopracitati Paesi, quindi la soluzione che elaborarono fu quella di deportarli nel paese più vicino. Con la fine del Titolo 42 e il ritorno del Titolo 8 della legge sull’immigrazione, l’11 maggio si rafforza l’attuale ordine per i migranti (non messicani) di “rimanere in Messico”, fino a quando non avranno un permesso legale per entrare negli Stati Uniti. Per ottenere un permesso legale di ingresso, la procedura consiste nel prendere un appuntamento attraverso un’app, che ha un’accessibilità limitata e arbitraria.


Come conseguenza della politica di immigrazione degli Stati Uniti, sempre più persone cercano protezione umanitaria in Messico. Le statistiche della Commissione messicana per l’aiuto ai rifugiati (COMAR) mostrano che nel 2014 il numero di richiedenti era di 1296, l’anno scorso di 118478. Considerando che l’attraversamento illegale ai sensi del Titolo 8 comporta conseguenze più dure, come un espulsione più rapida e il divieto di rientrare negli Stati Uniti per cinque anni o più, questo numero è destinato a crescere.

Di, soprattutto il Corridoio Interoceanico e il Treno Maya sosterranno questa politica, essendo il nuovo confine con gli Stati Uniti per i migranti che arrivano da stati diversi dal Messico. La domanda che sorge spontanea è: perché il Messico accetta di ricevere tutti i migranti che gli Stati Uniti espellono? Cosa c’è sul piatto della bilancia dell’accordo tra Stati Uniti e Messico? Come afferma Armando Guzmán, per il governo statounitense questo fa la differenza: «Il Messico risolve un “problema” che altrimenti non potremmo immaginare come gli Stati Uniti riuscirebbero a espellere facilmente così tante persone ogni giorno; quindi è giusto dire: gli Stati Uniti sono obbligati a compensare il Messico per il lavoro e lo sforzo che risparmia loro. Come lo compensano?»

Forse perché sono necessari alle nuove imprese e alle manifatture del capitale internazionale? Mentre il Messico si conferma una sala d’attesa per i migranti che sognano l’America, i megaprogetti saranno un’infrastruttura dove potranno lavorare . E allo stesso tempo, queste istallazioni saranno una barriera dove la guardia nazionale e la polizia saranno sempre presenti, dove i migranti saranno delimitati, lavorando per un salario basso in una maquiladora.

Come sosteneva Marx, l’accumulazione capitalistica è il prodotto del plusvalore creato attraverso lo sfruttamento del lavoro, e la vulnerabilità e la precarietà, che accompagneranno i migranti che resteranno in Messico, suggeriscono che saranno i lavoratori perfetti in questo contesto. Forse anche le comunità indigene sfollate. Il capitale straniero, ancora una volta, è pronto a colonizzare un territorio e ad acquisire il controllo delle varie parti, risorse ed esseri umani di cui ha bisogno per riprodursi.

Mentre queste possibilità si stanno trasformando in realtà, è importante considerare che la resistenza è stata e sarà presente, cercando di utilizzare tutti i mezzi che ha a disposizione per lottare contro il capitalismo e le violazioni dei diritti umani che comporta.

¡ El Sur esiste porque resiste !

Tutte le immagini di Juan Valeiro