MONDO
Manifesto femminista per la Palestina
La presa di parole dell’assemblea transnazionale Azione Globale Femminista per la Palestina in vista del 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza di genere, che in molti paesi metterà al centro la richiesta di cessate il fuoco, fine di apartheid e occupazione in Palestina
La Palestina sta subendo un genocidio senza precedenti per mano dello Stato sionista di Israele, con la complicità del Nord Globale, in particolare gli Stati Uniti e le potenze europee. Le vittime principali sono donne, bambine e bambini palestinesi. Questo genocidio è il risultato di una politica di espansione e apartheid portata avanti da 75 anni contro il popolo palestinese. Questa politica di occupazione e sterminio ha esacerbato l’oppressione razziale e patriarcale alla quale le donne e femministe palestinesi oppongono resistenza, lottando per affermare la vita e la libertà e rivelando le connessioni brutali tra dominazione coloniale, patriarcale e capitalista.
La politica sionista di colonizzazione e espansione travalica i confini della Palestina, minacciando i territori di Abya Yala tramite l’ingente vendita di armi usate contro l3 manifestant3 in tutta l’America Latina e tramite lo stabilimento di aziende, come ad esempio Mekroot, che distruggono i nostri ecosistemi e ci espropriano delle nostre terre. Non rimarremo in silenzio mentre la vita viene distrutta davanti ai nostri occhi: la lotta femminista del Sud Globale si alza per difenderla e per combattere tutte le forme di oppressione.
Siamo donne, femministe e dissident3 del Sud Globale che hanno subito le conseguenze della colonizzazione, dell’imperialismo e delle potenti reti del sistema capitalista – per mano del Nord Globale e degli Stati Uniti – sui nostri corpi e sui nostri territori. Non è un caso che gli Stati europei che oggi sponsorizzano lo sterminio a Gaza abbiano avallato il genocidio sistematico di migliaia di migranti del Sud globale che, come conseguenza di politiche imperialiste criminali, attraversano le coste europee. Dal 2014, più di 28.000 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo. Inoltre, la politica migratoria degli Stati Uniti è costruita sulla rotta migratoria terrestre più pericolosa del mondo. Di fronte a tutto questo, diciamo forte e chiaro: le vite dei migranti contano, le vite dei palestinesi contano!
Israele si presenta come “l’unica democrazia del Medio Oriente” e pubblicizza le sue politiche apparentemente a favore delle donne e della diversità sessuale e di genere. Tuttavia, mentre ricopre la sua immagine con le nostre lotte e i nostri desideri, uccide donne, dissidenti e bambin3 palestinesi e rafforza l’oppressione patriarcale in tutti i territori della Palestina occupata. La resistenza delle donne palestinesi è diretta contro l’oppressione patriarcale sia all’interno che all’esterno della Palestina. Di fronte alla politica espansionistica di colonizzazione sionista, la lotta contro il patriarcato è lotta contro la brutalità del colonialismo e dell’occupazione. L’affermazione della vita e della libertà di donne, lesbiche, travestit3, froc3, trans e persone non binarie è lotta contro la violenza sistematica e ogni forma di prevaricazione.
In questo contesto, invitiamo tutte le donne, le femministe e le soggettività dissident3 a mobilitarsi attivamente per la Palestina, in particolare questo 25 novembre, nel quadro della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere, per unirsi e partecipare all’Azione Femminista Globale per la Palestina. Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori a organizzarsi per denunciare e a impedire il commercio con lo Stato sionista di Israele, che sostiene l’etnocidio e l’apartheid contro il popolo palestinese.
Infine, chiediamo ai popoli del mondo di promuovere nei loro territori la richiesta di un cessate il fuoco immediato a Gaza e che si oppongano a ogni violenza in tutto il territorio palestinese.
Inoltre, contro ogni complicità in questo genocidio, chiediamo agli stati di rompere le relazioni diplomatiche, commerciali e militari con Israele. Di portare Benjamin Netanyahu e i suoi complici davanti alla Corte penale internazionale per i crimini contro l’umanità commessi contro il popolo palestinese. E chiediamo un’azione concreta e persistente da parte dei nostri governi e dei vari organismi internazionali per fermare questo genocidio e avviare un processo di smantellamento del regime di apartheid che si sta portando avanti in tutta la Palestina.
Le femministe hanno imparato a pensare e sentire in modi non binari. Il nostro potere risiede nel pensare al di là delle dicotomie imposte dai sistemi di dominio. Non ci faremo ricattare da una visione totalizzante di questo conflitto. Siamo contro la logica del Terrorismo di Stato e delle sue manifestazioni che, come il sistema patriarcale, si basano sul dominio e sullo sterminio delle persone. L’etnocidio che Israele sta commettendo non minaccia solo il popolo palestinese: è una guerra contro l’umanità intera. Le azioni di Israele minacciano le prospettive di trasformazione verso una società libera dalla violenza.
I nostri corpi conservano le memorie, le conoscenze e il dolore dei nostri popoli e resistono alle politiche di oblio promosse dal capitalismo coloniale e dal patriarcato. Lo Stato sionista- che ha lasciato milioni di persone disabili – vuole cancellare il passato, il presente e il futuro di una terra, confondendo i confini stessi dell’umanità. Tuttavia, noi – donne, lesbiche, travestit3, froc3, trans e persone non-binarie, femministe del Sud globale e anticapitaliste – difendiamo la vita, la sua memoria e il suo futuro. Non permetteremo che il massacro a Gaza sia l’immagine del futuro dei popoli poveri, razzizzati, oppressi, sfruttati e colonizzati del mondo.
Con questo manifesto, dichiariamo che le donne, i bambini e le soggettività dissident3 palestinesi non sono sol3. Sono sostenut3 dalle femministe del Sud globale: siamo pront3 a continuare a parlare oltre i confini e a difendere vita di fronte al massacro. La causa palestinese è una causa femminista!
Da Abya Yala alla Palestina: Resistenza femminista! Cessate il fuoco ora! Fermate l’occupazione! Viva la Palestina libera!
Aggiungi la tua firma qui
Immagine di copertina di Renato Ferrantini, corteo per la Palestina a Roma, ottobre 2023