ITALIA

Lotto boicotto sciopero: 8 marzo transfemminista senza frontiere contro violenza, guerra, povertà

Per il nono anno consecutivo, l’8 marzo il movimento transfemminista Non una di Meno invaderà le strade e le piazze di tutta Italia, in occasione dello sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo. Come una marea, lo sciopero e le rivendicazioni femministe attraversano confini, propagandosi in tutto il mondo

Sono numerosissime le piazze che anche quest’anno animeranno lo sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo, di cura e dai consumi, indetto dal movimento transfemminista Non Una di Meno e arrivato in Italia alla sua nona proclamazione. Uno sciopero che ha radicalmente cambiato il significato e le modalità di intendere e celebrare questa giornata, lasciando spazio alle rivendicazioni delle donne e di tutte le soggettività femminilizzate e marginalizzate.

«Chiamiamo lavoratrici, lavoratori e lavoratorə, studentə, disoccupatə, intermittenti, attivistə, sindacalistə, centri Antiviolenza, a partecipare attivamente alla costruzione dello sciopero. Moltiplichiamo le pratiche di sciopero, per estenderle alla città e ai consumi, alle scuole e alle università, ai servizi, alle case ai luoghi di lavoro. Occupiamo lo spazio pubblico e portiamo lo sciopero oltre i confini riconosciuti e sempre più angusti; boicottiamo le catene di finanziamento della guerra e del genocidio in Palestina aderendo alle campagne di BDS, approfondiamo pratiche di sciopero dai consumi», recita il comunicato di indizione dello sciopero di Non una di Meno, poiché quest’anno come non mai è necessario unire le lotte contro le destre liberticide che avanzano, contro l’approccio securitario e ottuso del governo Meloni che mira ad aumentare le pene, a reprimere il dissenso, a creare persone pericolose, zone rosse, città attraversabili solo in ragione del profitto e della turistificazione.

Un governo che, forte delle sue alleanze in Occidente, finanzia una guerra il cui costo più alto è a carico delle donne, delle persone razzializzate, marginalizzate. Un governo che non crea cultura, ma toglie fondi all’ educazione sessuoaffettiva nelle scuole e finanzia le associazioni antiscelta (cosiddette provita) perché si insinuino nei pochi consultori ancora presidio della libertà di abortire e rendano l’interruzione volontaria di gravidanza una corsa a ostacoli sempre più insostenibile.

Insostenibile è inoltre il clima di eterna emergenza ormai opprimente oltre e all’interno dei confini delle nostre case, dei territori che abitiamo. Dove non c’è spazio per intraprendere percorsi alternativi che si oppongano alla violenza, il transfemminismo come tanti rivoli d’acqua confluisce attraverso gli spazi imprevisti creati in ragione della sorellanza, dell’antiviolenza, dell’opposizione alle politiche razziste che vanno ben oltre i confini italiani ed europei, fino a confluire nella marea che sabato attraverserà oltre sessanta piazze italiane.

«La sicurezza è il salario minimo, stipendi dignitosi e contratti adeguati, il reddito di autodeterminazione. La sicurezza è un piano casa, affitti calmierati, quartieri vivibili con spazi verdi e di socialità, contro la solitudine e l’emarginazione. La nostra sicurezza è riconoscere la cittadinanza alle seconde generazioni, abrogare le leggi sull’immigrazione volte a creare clandestini e clandestine, rompere gli accordi italo-libici, aprire le frontiere e chiudere i CPR in Italia e in Albania», prosegue il comunicato. Lotto, boicotto, sciopero, sarà il grido che unirà le piazze e le strade di oltre sessanta città italiane da nord a sud, passando per le isole.

Inoltre, come ogni anno, lo sciopero transfemminista promette di propagarsi in tutto il mondo. A partire da Buenos Aires, in Argentina, con un corteo contro l’ultradestra del governo Milei, che affama e depreda la popolazione con politiche estrattiviste e attacca la comunità LGBTQIA+ dal pulpito di Davos, per arrivare in Cile, dove la lotta transfemminista risuonerà “in ogni quartiere, in ogni piazza, in ogni strada”.

L’otto marzo non è la “festa della donna”, l’otto marzo è sciopero, l’otto marzo è politico. «Il femminismo è politico, il nostro più che mai è antirazzista e antifascista» fanno eco lə compagnə in Francia, dove comitati locali e movimenti cittadini hanno organizzato presidi, azioni, eventi e cortei. Risponde la Polonia con l’apertura di una clinica per l’aborto il cui indirizzo rimarrà segreto fino all’inaugurazione di sabato, dove donne e persone gestanti possano interrompere una gravidanza al di là dello stigma e dei divieti del governo. Madrid abbraccia lə compagnə argentinə chiamando dissidenti e movimenti sociali a riempire le strade di femminismo.

A Roma l’appuntamento è alle 10:00 in piazza Vittorio, dove la marea si unirà in corteo per attraversare il centro passando per via Merulana, fino a lambire il Colosseo, per terminare poi in piazzale Ugo La Malfa, accanto al Circo Massimo. Nel pomeriggio lə attivistə del nodo romano del movimento daranno vita a un sit-in al teatro Argentina, per ribadire il proprio sostegno ad artistə e lavoratorə del mondo dello spettacolo e della cultura, colpitə in modo sempre più violento da privatizzazioni e precarizzazione del lavoro.

Immagine di copertina: Silvia Cleri


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