ROMA
Lo sciopero globale per il clima entra nel vivo. Adesioni sindacali e proteste alla Sapienza
Dal 20 al 27 settembre, in tutto il mondo, azioni e proteste contro le politiche responsabili del cambiamento climatico. In Italia i sindacati rispondono alla richiesta degli attivisti e indicono lo sciopero. Alla Sapienza contestata l’Eni
I sindacati stanno rispondendo alla chiamata degli attivisti climatici di Fridays for future. Diverse organizzazioni dei lavoratori hanno indetto l’astensione dal lavoro per il prossimo 27 settembre, data del terzo sciopero globale per il clima dopo quelli del 15 marzo e del 28 maggio di quest’anno.
Nei giorni scorsi avevano confermato la partecipazione Flc Cgil, Cobas, Sisa e Usi, ieri si è aggiunto anche Usb. «L’Unione Sindacale di Base proclama lo sciopero nazionale generale di tutte le categorie e invita i propri iscritti e tutti i lavoratori e le lavoratrici alla mobilitazione», ha scritto ieri l’organizzazione in un comunicato stampa. Mercoledì era stata la Federazione dei lavoratori della conoscenza (Flc) della Cgil a diffondere una nota per indire l’intera giornata di sciopero in tutto il comparto di istruzione e ricerca: «Il mondo della conoscenza può dare un apporto insostituibile per affrontare la crisi climatica ed ecologica. Come sindacato riteniamo di dover raccogliere l’invito di Fridays For Future».
Proprio i giovanissimi protagonisti dei venerdì di protesta per il clima si sono fatti vedere ieri alla Sapienza di Roma. Nella più grande università d’Europa si svolgeva l’ultimo giorno di una conferenza sulla sedimentologia, branca della geologia che studia i processi di sedimentazione delle rocce, sponsorizzata dall’Eni. I collettivi studenteschi e alcuni attivisti dei Fridays for future romani si sono dati appuntamento sotto la Minerva intorno alle 10.30 del mattino.
«Abbiamo contestato le operazioni di greenwashing dell’azienda che da un lato si vanta di avere progetti e politiche ecologiche, mentre dall’altro continua nella ricerca di idrocarburi e propone finte alternative come l’uso del gas o di idrocarburi miscelati con olio di palma», afferma l’attivista climatico Giuseppe Lingetti. Gli studenti hanno incendiato una sfera di cartapesta blu a forma di Terra, con scritto sopra (in spagnolo): «Non è il fuoco, è il capitalismo». Lo slogan è circolato molto sul web dopo che la notizia degli incendi in Amazzonia è diventata globale.
Nel pomeriggio, invece, ragazze e ragazzi si sono riuniti sul pratone della città universitaria per discutere prima in forma plenaria e poi divisi in quattro tavoli tematici (trasporti beni comuni e verde pubblico, produzione industriale, rifiuti, alimenti) dei temi da far vivere nello sciopero globale e delle azioni comunicative da realizzare verso il 27. «Questo incontro viene da una grande riunione che si è tenuta a Roma la settimana scorsa – spiega Federica Travaglino, di Fridays for future Roma – Ci siamo riuniti con comitati territoriali, associazioni ambientaliste, sindacati e anche alcuni esponenti di partiti politici per costruire una rete di realtà che lottano contro il cambiamento climatico verso e oltre il prossimo sciopero globale».
Nella capitale i Fridays for future sono iniziati il 18 gennaio di quest’anno e dopo una serie di presidi su tematiche genericamente ambientaliste hanno iniziato ad affrontare questioni più specifiche. Negli ultimi venerdì ci sono state proteste contro le politiche che hanno causato gli incendi in Amazzonia e contro il trattato di libero scambio Ue-Mercosur. La settimana per la giustizia climatica che si svolgerà dal 20 al 27 settembre sarà un’occasione per far vivere anche nella capitale le rivendicazioni del movimento. «Ci saranno azioni e flashmob ogni giorno, fino al grande corteo nel giorno dello sciopero globale», promettono gli attivisti.
Foto di copertina di Milos Skakal