ITALIA
L’impegno sociale non può essere punito. Al via la raccolta fondi per aiutare Sara, Stefano, Claudio e Matteo
Sul portale produzionidalbasso arriva la raccolta fondi per contribuire economicamente alle spese processuali delle e dei quattro manifestantǝ condannati per aver lanciato delle uova contro la celere a Bologna nel 2013
Una raccolta fondi per aiutare Sara, Stefano, Claudio e Matteo a raggiungere ventimila euro: è infatti questa la cifra surreale che il tribunale di Bologna ha deciso debbano pagare i quattro manifestantǝ per aver lanciato delle uova contro un reparto della celere, schierato davanti alla sede bolognese di Fratelli d’Italia.
L’episodio risale al 2013: durante una mobilitazione nel capoluogo emiliano-romagnolo, il corteo aveva sanzionato con vernice rossa e lanci di uova numerose banche e i quartier generali bolognesi di Futuro e libertà, lo scomparso gruppo parlamentare fondato da Gianfranco Fini in seguito a una scissione del Popolo delle libertà, e soprattutto del partito di Giorgia Meloni.
«In cinquecento hanno dato vita a un corteo selvaggio e determinato che, partito da Piazza XX Settembre ha sin da subito bloccato i viali, mandando in tilt la circolazione», scriveva all’epoca Infoaut per raccontare la giornata, che arrivava a distanza da pochi giorni da un’altra azione di disturbo, la contestazione dell’undici febbraio contro il governo Monti.
«Oggi, 15 Febbraio, nella giornata nazionale di mobilitazione studentesca (lanciata dal network StudAut il 19 e 20 gennaio), gli studenti di Bologna e di tutta Italia sono tornati nelle piazze e nelle strade delle città, evidenziando come il movimento sia capace di darsi una continuità oltre il periodo autunnale e in fase di campagna elettorale», si legge ancora nella cronaca della giornata.
Anche Sara, Stefano, Claudio e Matteo all’epoca erano studentǝ dell’università di Bologna, mentre oggi sono lavoratrici e lavoratori. Il 15 febbraio 2013 erano scesǝ in piazza per protestare urlare il proprio rifiuto della «crisi in tutte le sue forme e sfaccettature».
Il corteo #15F CONTRO PARTITI E BANCHE aveva attraversato le strade della città felsinea al grido di “Que se vayan Todos!” e “Non ci rappresenta nessuno”. La manifestazione raccolse una forte eco sui giornali mainstream, che diedero ampio rilievo al lancio di uova.
Raccontano i quattro inquisitǝ nel comunicato stampa che accompagna la raccolta fondi: «Al termine del lancio di uova, e con il corteo che ormai proseguiva per terminare in piazza San Francesco, il capo della celere si è lanciato in un incredibile “sfogo” […] Tutto ciò ovviamente davanti alla stampa che non aspettava altro che un pretesto per fare notizia, sperando in qualche atteggiamento violento o scandaloso da parte del corteo».
Per Sara, Stefano, Claudio e Matteo arrivarono così le denunce per “tentate lesioni personali aggravate”: al termine di un procedimento giudiziario durato ben sette anni, sono statǝ condannatǝ a pene che vanno dai quattro ai dieci mesi e a versare un risarcimento di tredicimila euro “per danni morali” al reparto celere. A tale somma si aggiungono poi settemila euro di spese legali.
«In uno stato in cui il riconoscimento dei danni morali avviene a fatica per le donne vittime di violenza di genere, un giudice ha stabilito che delle divise sporche meritino questo risarcimento pecuniario», notano con una punta di rammarico i quattro condannatǝ, che riconoscono: «Consapevoli del fatto che i tribunali sono parte del meccanismo che criminalizza e condanna le lotte sociali, non siamo stupiti di tale sentenza. Purtroppo il ricatto economico sta diventando sempre più uno strumento utilizzato dalla controparte come deterrente alle iniziative e pratiche di piazza».
Chiedono così il contributo di amici e amiche, di compagni e compagne per recuperare l’importante somma imposta dal giudice: con l’aiuto della rete di solidarietà bolognese Associazione di Mutuo Soccorso per il Diritto di Espressione, è nata dunque la raccolta fondi “L’impegno sociale non può essere punito”. È possibile donare sulla piattaforma produzionidalbasso e, a seconda dell’importo, variano i ringraziamenti, che includono anche shopper e t-shirt disegnate da fumettistǝ quali Zerocalcare e Giulia Conoscenti.
Foto di copertina da Global Project.