ROMA
Liberiamo i nostri corpi, liberiamo la terra
Nel giorno del Pride, siamo felici, orgogliose di attraversare le strade di Roma con i nostri corpi queer, precari e ribelli, arrabbiati e resistenti con la comunità lgbtqi+ che si riprende la città. Quando in giornate di lotta come questa attraversiamo le strade a migliaia, diventiamo un corpo collettivo, un unico corpo ribelle e potente pieno di desideri
Siamo La Laboratoria Ecologista Autogestita “Berta Caceres” , un collettivo e un fronte di lotta ecologista, transfemminista e antispecista contro la violenza del capitalismo e dell’eterocispatriarcato. Siamo felici, orgogliose di attraversare le strade di Roma con i nostri corpi queer, precari e ribelli, arrabbiati e resistenti in questa giornata in cui la comunità lgbtqi+ si riprende la città. È grazie alla marea di corpi indecorosi e determinati che percorrono le strade come oggi che possiamo immaginare di rovesciare l’oppressione che ogni giorno subiamo. Quando in giornate di lotta come questa attraversiamo le strade a migliaia, diventiamo un corpo collettivo, un unico corpo ribelle e potente pieno di desideri.
Lo sappiamo: il sistema eterocispatriarcale neoliberista occidentale che ogni giorno opprime e umilia i nostri corpi, calpestando i nostri desideri e i nostri diritti in ogni contesto sociale – al lavoro, in famiglia, lungo la strada, nel mondo virtuale dei social, sui media – è lo stesso sistema capitalistico che ci sfrutta, che ci vuole produttive e performanti in cambio di salari da fame, costringendoci ad accettare il ricatto salute-lavoro, o lavoro-famiglia; è lo stesso sistema che ci vuole competitive ma povere, silenziose e accondiscendenti, marginali e invisibili.
L’ordine che schiaccia i nostri corpi è lo stesso che opprime la terra e con essa le specie animali che la abitano, minacciando di cancellare la straordinaria biodiversità del nostro pianeta. È lo stesso sistema malato che perseguendo unicamente la legge del profitto e i privilegi per e dei pochi – delle élites finanziarie, delle grandi multinazionali, dei grandi colossi del fossile – sfrutta e violenta la natura depredandola delle sue risorse limitate e finite. Lo stesso criterio illogico e immorale che in nome del diktat del consumo sfrenato, produce quantità incontrollabili di rifiuti e scarti che danneggiano interi ecosistemi in maniera irreparabile e irreversibile.
Questa logica binaria che si concretizza nell’oppressione dei nostri corpi non normativizzati, che devasta senza ritegno la natura e le specie animali è lo stesso sistema distruttivo di matrice coloniale e imperialista che produce e riproduce guerre tra i popoli, generando crisi economiche e catastrofi climatiche che ci costringono a scappare dalle nostre case – di nascita o di acquisizione – per andare incontro ad un futuro incerto e pieno di rischi.
Sono le stesse logiche patriarcali e capitaliste, che prima ci condannano a una realtà fatta di guerre e violenza,e poi alzano muri lungo le frontiere, organizzando gerarchicamente i nostri corpi in corpi di serie a e corpi di serie b – in base al colore della pelle, al genere, o all’orientamento sessuale –stabilendo chi è degna di vivere in pace, chi è degna di essere ascoltata, accolta e chi no.
E’ lo stesso sistema che con subdole trovate pubblicitarie e perverse operazioni di marketing specula sui nostri corpi indecorosi mettendoli a profitto, strumentalizzando momenti di lotta e rivolta dirompenti come il pride.
Questo paradigma è la stesso che fa della retorica della sicurezza la propria parola d’ordine, il mantra per giustificare e mettere in pratica, nei nostri quartieri e su chi alza la testa, la repressione poliziesca –emblema del machismo bianco razzista omotransfobico occidentale.
È la stessa concezione dello spazio pubblico che con il pretesto della rigenerazione e del decoro urbano ci toglie i luoghi di cura, privatizza gli spazi comuni mettendoli a valore economico e simultaneamente criminalizza chi cerca di dare forma a esperienze sociali alternative in armonia con la natura in luoghi che siano attraversabili da tuttu.
E allora, anche la lotta che ci vede protagoniste è la stessa. Ma soprattutto è la stessa la determinazione, la rabbia, la convinzione e l’intelligenza che ci muove nella lotta per rivendicare la liberazione dei nostri corpi, in una giornata come come oggi, e la determinazione che ci spinge ogni giorno nella lotta per difendere la terra e le altre specie, con l’unico fine di rovesciare questo sistema di potere che perpetua la disuguaglianza tra gli esseri umani così come tra umani e non umani, con l’obiettivo di poter garantire un presente e un futuro libero da guerre e da violenza. E la storia della lotta quotidiana delle attiviste e delle persone lgbtqi+ ce lo insegna.
Immagine di copertina dall’archivio Dinamopress, Pride 2021