ROMA
L’energia oscura del fascismo. Conferenza su Wilhelm Reich
Una conferenza organizzata da Esc, dalla Libera Università Metropolitana e da err. scritture dell’imprevisto, si terrà presso lo spazio sociale di San Lorenzo il prossimo 29 e 30 settembre 2023
Può accadere che la genialità di un’opera sia affidata ad affermazioni banali: è il caso di Psicologia di massa del fascismo di Wilhelm Reich (1933), lavoro maltrattato, in parte, dallo stesso autore, il quale, più di una volta, è tornato a mettervi mano nel tentativo di rimuoverne le tracce “comuniste” Michel Foucault lo “archivia”, i nemici del Sessantotto lo condannano all’oblio ma, nelle prime pagine de L’anti-Edipo di Gilles Deleuze e Félix Guattari, Die Massenpsychologie des Faschismum splende: per quale motivo? Perché Reich vi riprende con coraggio il problema posto, quasi tre secoli prima, da Spinoza nel suo Trattato teologico-politico (1670): come mai, in certe condizioni, gli esseri umani desiderano la propria oppressione come fosse la loro libertà?
Assistente e poi vicedirettore della clinica psicoanalitica gratuita (dal 1922 al 1930), prima a Vienna e in seguito a Berlino (dal 1930), Reich si iscrisse al partito comunista nel 1927, fu psicoanalista tra gli operai. Tuttavia, venne cacciato dalla Società psicoanalitica e dai partiti comunisti: troppo comunista per la prima; troppo psicoanalista per i secondi. Come nessun’altro ha colto il nesso che lega famiglia patriarcale, repressione sessuale dei bambini e dei giovani e affermazione del fascismo su scala internazionale. In aperto contrasto con l’economicismo e il marxismo volgare, comprese che le masse non avevano solo subito il fascismo, lo avevano anche, e soprattutto, desiderato.
Reich scabroso, quindi: del desiderio ha mostrato il doppio canceroso, l’intrinseca perversione, che è poi quella della piccola borghesia, dei “padroncini”. Reich insopportabile: del fascismo ha rischiarato la natura inconscia e l’inconscio è di tutti. Reich pazzo, infine: combattendo la repressione sessuale celebrò, contra Freud, le pulsioni “pure” naturalmente amorose e vitali, confidando che bastasse liberarle per costruire una comunità migliore. Acuto e ingenuo a un tempo.
Eppure, nel mondo di Trump e di Orbán, di Meloni e di Putin, di Zelensky e di Modi, Psicologia di massa del fascismo ha ancora molto da dirci. Non solo getta una luce preziosa sul nesso tra libido e modo di produzione, sessualità e sfruttamento, da un lato, e progressismo tecno-scientista e populismo “mistico”, dall’altro. Di più: pone le basi per pensare, in modo rivoluzionario, il doppio vincolo tra patriarcato e razzismo, repressione e militarismo, “peste emozionale” e ideologia. Le sue fulminanti “diagnosi”, i suoi lampi e le sue bizzarre invenzioni lo rendono ancora oggi importante. Azzardando, Reich infatti scommette sulla necessità di combinare politica e psicoanalisi, mentre ci ricorda che è impossibile essere antifascisti senza combattere l’autoritarismo della vita psichica. Prima ancora delle coazioni sociali, è necessario stanare il nazi che sonnecchia in ognuno di noi se si vogliamo dare vita a quelle che un altro psicoanalista, Elvio Fachinelli, definiva (leggendo Benjamin e Benjamin critico di Fourier) «nuove istituzioni d’amore».
Sul bordo dell’abisso, a un passo, forse, dalla Terza guerra mondiale, oggi che l’Occidente mostra più di una corda, proponiamo di rileggere e discutere Reich, il genio e il pazzo, il medico e il visionario. Il futuro non è mai già scritto ed è bene, nonostante i numerosi pericoli e i vistosi cenni di “decadenza” delle nostre democrazie, provare ad azionare il freno di emergenza, scendere dal treno che corre impazzito verso la catastrofe, affondare un piede nella “materia sessuale di massa” sforzandoci, insieme, di pensare, e costruire, comunità mai viste prima.
PROGRAMMA:
29 settembre ore 16:30
La sovversione dell’inconscio: relazioni di Cristiana Cimino e Alex Pagliardini
29 settembre ore 18:30
Dimenticare Reich? Relazioni di: Federico Chicchi e Gioele Cima
30 settembre ore 10:30
L’orgasmo anti-fascista: relazioni di Alessandra Campo e Rocco Ronchi
30 settembre ore 14:30
La perversione del ceto medio: relazioni di Adalgiso Amendola e Alberto De Nicola
30 settembre ore 16:30
Psicoanalisi e politica, oggi: relazioni di Federica Giardini, Francesco Raparelli e Marco Ferrari