ITALIA

OPENVERSE

Alessia Crocini, Famiglie Arcobaleno: «L’attacco è quello di sempre, ma la società è cambiata»

A seguito delle scelte dell’esecutivo in materia di trascrizione anagrafica, una intervista ad Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, per comprendere la nuova fase di attacco della destra nei confronti dell’omogenitorialità

L’attacco del governo neofascista al mondo lgbtqia+ è arrivato. In pochi giorni due gravi provvedimenti relativi alla genitorialità hanno dimostrato chiaramente le intenzioni. Ce li puoi spiegare?

Il ministero dell’Interno ha dato mandato ai prefetti di intimare i sindaci a bloccare le trascrizioni dei certificati di nascita esteri di bambine e bambini con due papà e con due mamme e la formazione di atti di nascita italiani di bambini o bambine con due mamme. Sono andati molto oltre alla sentenza della Corte di Cassazione che dicono sia la motivazione alla base della scelta. In realtà nella sentenza si parla solo dell’esclusione di certificati di nascita esteri con nascite in seguito alla Gravidanza Per Altri (GPA), quindi l’aggiunta del governo riguarda anche gli atti di nascita delle mamme che non avvengono per GPA.

A fianco a questo provvedimento c’è stata la bocciatura di una proposta da parte del Parlamento Europeo di creare un certificato di filiazione unico al livello europeo che avrebbe riguardato sia le coppie dello stesso sesso che quelle di sesso diverso. La bocciatura dell’Italia è in linea con il pensiero di questo governo che vede come unico orizzonte la famiglia fatta da uomo e donna possibilmente fertili. Infatti, se ritengono inopportuna l’inseminazione artificiale di coppie di lesbiche penso che la ritengano anche per coppie etero, il percorso da compiere è lo stesso. È una presa di posizione a livello europeo che ci avvicina a Ungheria e Polonia, ma la ammirazione per Orbán di Meloni non è mai stata un mistero

Il paradosso è che vengono messe in discussione le poche tutele esistenti in un paese che, dal punto di vista della genitorialità non eteronormata. è già estremamente arretrato. Ci puoi riepilogare le differenze tra l’Italia e i principali paesi europei rispetto alle adozioni?

Ricordiamo che in Italia la registrazione anagrafica non c’era per tutti, solo in alcune città era possibile grazie all’intervento dei sindaci. Roma è tra le grandi città dove non fu mai garantita. Lo stop di Piantedosi è avvenuto in una situazione di diritti già frammentati e estremamente ridotti.

A oggi la genitorialità di coppie dello stesso sesso e di single non è regolamentata, queste non possono accedere alla adozione in alcuna forma. L’unica possibilità è tramite un ricorso in tribunale dei minorenni con quella che è erroneamente definita stepchild adoption, cioè far rientrare il proprio caso nei casi particolari garantiti dall’ex-articolo 44 lettera D.  Questo articolo è sempre esistito, non riguarda solo le coppie omogenitoriali, viene usato anche da coppie etero nei casi di uno dei due genitori venga meno alle sue funzioni e il ruolo venga assunto in maniera consensuale dal nuovo partner di uno dei due.

In questo ambito abbiamo ottenuto una importante vittoria: una coppia di donne di Famiglie Arcobaleno ha vinto in Cassazione nel 2016 un ricorso e con questo è stato concesso che questo articolo venisse applicato anche alle coppie omogenitoriali. Da lì si è aperta in Italia la strada, anche se ovviamente sempre molto complessa e per via giudiziaria.

Quello che abbiamo ottenuto è grazie al coraggio che ognunə di noi ha messo nella vicenda.

La seconda vittoria risale all’anno scorso grazie a una sentenza della Corte Costituzionale. La stepchild creava un legame solo con il proprio figlio e non con gli altri parenti. Abbiamo supportato una coppia di papà e grazie a una sentenza ora è riconosciuta come adozione piena con costituzione di legami con tutta la famiglia.

Paradossalmente questo percorso giuridico aperto da coppie omogenitoriali alla fine ha dato più diritti anche a figli di coppie di sesso diverso.

C’è molta retorica sulla procreazione assistita, che nella maggior parte dei casi è utilizzata da persone eterosessuali, qual è la vostra posizione su questo?

In Italia la legge 40 che regolamenta la procreazione assistita vieta la gestazione per altri a tutti, mentre permette la fecondazione eterologa cioè la possibilità di ricevere un gamete, ovulo e seme. Le coppie etero possono accedere, mentre le coppie omo o i single devono andare a farlo all’estero. Nell’avversione rispetto a questa norma, le destre usano uno dei loro cavalli di battaglia: il diritto alle origini biologiche, che però viene ribadito solo contro le coppie dello stesso sesso, si dimentica che questo diritto non c’è in Italia perché donatori sono solo anonimi.

Inoltre quando si fa fecondazione eterologa all’estero come Italia si firma un consenso informato che ti obbliga a riconoscere il bambino alla nascita anche se non hai messo il gamete. Perciò di fatto lo stato ammette per legge che possa esserci una filiazione non genetica e non biologica. Tuttavia quel consenso informato che le coppie omosessuali firmano all’estero non viene ritenuto sufficiente per poter riconoscere il figlio alla nascita in Italia.

Rimane sottaciuto il ruolo di pressione da parte della Chiesa. Avete sentore che su questo tema si possa rinsaldare la vicinanza tra Vaticano e governo, forse incrinata sul tema dei diritti di cittadinanza, viste alcune posizioni “sociali” del Papa?

A oggi non ci sono state dichiarazioni ufficiali, ma ricordiamo le posizioni della Cei sulle unioni civili e possiamo immaginare cosa pensino su queste tematica.

Tuttavia anche nel mondo cattolico è ormai difficile da mantenere la posizione conservatrice, la realtà delle famiglie arcobaleno è sotto gli occhi di chiunque, non potranno continuare a negarla.

Piuttosto mi preoccupa il silenzio nel terzo settore in generale, o di chi si occupa di infanzia e bambini, manca una presa di conoscenza reale dell’importanza di questa battaglia, ho paura che abbiano paura a prendere voce sulla questione.

Oltre alle scelte del governo, preoccupa il “discorso pubblico” che sta venendo creato attorno ai diritti lgbtqia+, prodotto da esternazioni quotidiane di politici della maggioranza intrise di discriminazione e violenza.  Come reagire per costruire un discorso diverso, a vostro parere?

Il discorso pubblico è un po’ migliorato negli ultimi anni. I due ambiti in cui l’attacco è rimasto molto forte oggi sono l’identità delle persone transgender e le coppie omogenitoriali. Pochi anni fa Fini disse che gli omosessuali non possono essere maestri. Oggi invece Mollicone dice che la GPA è peggio della pedofilia e lo dice per renderla un reato universale. Ovvio che non è casuale l’accostamento perché vuole indicare un reato perseguibile anche fuori dall’Italia.

Quello che penso è che queste affermazioni saranno un boomerang. Stanno usando lo spauracchio della gestazione per altri come fu nel 2016 per bloccare la legge sulle unioni civili. Diventa un discorso di pancia per creare consenso, ed è lo stesso che utilizzarono contro il DDL Zan. La società però non è quella del 2016, siamo stanche di questi discorsi, le sparate folli di Mollicone e Rampelli non hanno più presa. Roccella è il volto accettabile di quella destra, anche se la violenza che esprime è la stessa.

Dopo il successo della manifestazione a Milano sabato scorso, quali altre tappe di mobilitazione state ipotizzando?

Le piazze continueranno, a breve Calabria e Torino. Poi inizia la stagione dei Pride in cui saremo presenti e speriamo che da quei palchi la tematica venga posta in modo altrettanto centrale e radicale.

Immagine di copertina da Openverse di Jardenberg