EUROPA
La resistenza invisibile di Barcellona: la lotta per gli Blokes Fantasma
Dopo 31 anni di autogestione, uno degli spazi più iconici della città affronta la minaccia di sgombero. Tra abbandono, gentrificazione e speculazione, gli abitanti si preparano a resistere per difendere un modello alternativo di abitare la città
Chiunque abbia visitato Barcellona e il Park Güell ha sicuramente notato una scritta che campeggia su un edificio della zona alta della città: Okupa y Resiste. Ma quella non è una casa come le altre. È Blokes Fantasma, un immobile occupato dal 1993, esempio emblematico di autogestione e resistenza collettiva. Blokes Fantasma non è solo un luogo fisico, ma una dichiarazione di intenti, l’eredità viva di quel Moviment Okupa che, trent’anni fa, ha dato vita a un’ondata di attivismo sociale in Catalogna e Spagna. Oggi, tuttavia, quella storia rischia di chiudersi. Dopo più di tre decenni, Blokes è sotto la minaccia di sgombero, e con esso potrebbe svanire un pezzo di storia della resistenza urbana di Barcellona.
Dal lusso abbandonato all’autogestione
Tutto inizia quasi 40 anni fa, quando l’edificio fu concepito come un complesso residenziale di lusso nella parte alta della città. Tuttavia, negli anni ’80, il progetto venne abbandonato a metà. Il cantiere rimase incompiuto, lasciando dietro di sé solo una struttura pericolante e una gru sospesa nel vuoto, simbolo di un disastro urbanistico. Il motivo dell’abbandono fu semplice: il proprietario smise di pagare gli operai e le imprese di costruzione, costringendoli a interrompere i lavori. Alla sua morte, gli eredi scelsero di ignorare l’immobile e le responsabilità a esso legate, lasciandolo marcire nel degrado per un decennio.
Ma dove la speculazione aveva fallito, la comunità agì. Nel 1993, un gruppo di attivisti decise di occupare l’edificio, trasformandolo in una casa autogestita e in un punto di riferimento per il quartiere. Blokes Fantasma divenne un luogo dove vivere, creare e resistere, un baluardo contro la gentrification e un rifugio per i movimenti sociali e culturali di tutta Barcellona. In questi anni sono state migliaia le attività organizzate senza fini di lucro, e quasi una trentina le persone che attualmente vivono in questa casa.
La minaccia dello sgombero di una casa di fantasmi
Dopo decenni di abbandono e prescrizione dei debiti, il proprietario legale dell’immobile, Joan Escofet Martí, ha avviato un’azione legale per riprenderne il controllo. Escofet Martí è l’erede di una famiglia di grandi palazzinari che aveva avviato il progetto negli anni ’80. Ora, a distanza di quasi quarant’anni, rivendica un immobile che ha ignorato per decenni. E la decisione è semplice: perché in questo momento sono decaduti tutti i termini di debiti da pagare, ormai caduti in prescrizione.
Gli occupanti di Blokes Fantasma non si limitano a difendere il loro spazio, ma propongono una visione radicale per il futuro delle città. Immaginano una Barcellona dove nessuno accumula ricchezza a scapito degli altri, dove le risorse sono distribuite in base ai bisogni e non secondo le logiche speculative del mercato immobiliare. Uno degli slogan più potenti della resistenza è: «Con Blokes non potrete, siamo tutti fantasmi». Parole che già stanno risuonando tanto nel video di campagna come in tutte le pareti del quartiere di Gràcia, Vallcarca e La Salut di Barcellona.
La repressione: quando la resistenza diventa minaccia
La minaccia dello sgombero non è il primo attacco che Blokes Fantasma ha dovuto affrontare. Nel 2014, durante la cosiddetta Operación Pandora, Blokes fu uno degli obiettivi principali di un’ampia campagna repressiva contro il movimento anarchico catalano.
La Operación Pandora, orchestrata dalla polizia catalana (Mossos d’Esquadra) con il sostegno dell’Audiencia Nacional spagnola, prese di mira diversi spazi autogestiti e attivisti, accusandoli di terrorismo senza prove concrete. Tra gli spazi colpiti ci furono anche Blokes Fantasma e la storica Kasa de la Muntanya. Le accuse contro gli attivisti includevano presunti legami con i Gruppi Anarchici Coordinati (GAC), un’organizzazione inventata dalla polizia per giustificare l’operazione. Tuttavia, dopo l’archiviazione del caso da parte della stessa Audiencia Nacional, venne reso pubblico che le prove erano inesistenti e che era piuttosto un tentativo di criminalizzare l’intero movimento anarchico e autonomo della città.
Nonostante le minacce, gli sgomberi e la repressione, Blokes Fantasma continua a resistere. Gli abitanti e gli attivisti sanno che la loro lotta non è solo per un edificio, ma per un’intera visione di città. Blokes è molto più di quattro mura occupate. È un simbolo di ciò che una comunità può costruire quando sceglie di resistere, di organizzarsi e di immaginare un’alternativa. È una voce che dice: un altro modello di città è possibile. E per questo, dicono gli attivisti: «Non potete sgomberare i fantasmi. Blokes vive, e con lui vivrà la resistenza».
Immagine di copertina a cura dell’autore
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