ROMA
La migliore offerta: perché un altro mondo è possibile. E necessario
Appuntamento mercoledì 17 luglio alle 18:30 ad Acrobax per inaugurare una nuova trasformazione di questo importante spazio e ragionare sulla condivisione di energia come legame sociale e punto di partenza della costruzione di un nuovo mondo necessario
Sulla trasformazione energetica di Acrobax e sulla Libertà.
Acrobax esiste da oltre 20 anni come realtà politica e sociale occupata e autogestita nell’ansa del Tevere sotto ponte Marconi. Dopo la chiusura dell’ex-cinodromo della capitale in quest’area, che già si poneva al di fuori del tessuto metropolitano rappresentando di fatto uno “slum” urbano, la nostra occupazione ha rappresentato, senza timore di smentita, l’unico modo di trasformare un luogo altrimenti abbandonato a sé stesso in un’opportunità di riqualificazione e riappropriazione di spazi e diritti dal basso.
Dentro lo spazio, sono nati e durati negli anni progetti di sport popolare quali gli All Reds Rugby e la palestra “La Popolare”. Solo per fare alcuni esempi: le giovanili reds contano 100 tesserati tra i 3 e i 15 anni; la squadra seniores di rugby femminile iscritta alla serie A e la maschile alla C in 18 anni di affiliazione alla FIR. La palestra “La Popolare”, con la kick e il pugilato (affiliati fpi, etf, wtka) partecipa regolarmente ai campionati italiani e regionali, e con la Capoeira riuniscono 100/120 iscritti tutto l’anno di cui 10 bambin*.
Gli spazi costruiti con tecniche e materiali anni ’50 sono stati nel tempo da noi ristrutturati e reinventati: i tunnel per le scommesse sui cani sono diventati una Clubhouse per il mondo All Reds e una struttura autocostruita in paglia, che dura da oltre 10 anni e ospita il progetto di trattoria-enoteca con ludoteca “La Lunfarda”. Attualmente le realtà presenti nella “galassia acrobax”: dalla sala prove “Renoize”, alla produzione di birre artigianali, dagli orti alle bande musicali. Ma sarebbe decisamente lungo raccontarle tutte e lo rimandiamo a una prossima volta.
Fuori dal “cancello rosso” è stato riqualificato metà del parcheggio dove ha trovato ospitalità un playground con campo da basket, vissuto quotidianamente da decine di giovani e meno giovani del territorio; sono stati piantati alberi ora fioriti e rigogliosi in un’area che è stata pedonalizzata. Q uello che era un arido parcheggio ha assunto un altro volto e senso perchè noi siamo parte di questa porzione di territorio, vivendolo tutti i giorni, e abbiamo voluto realizzare il diritto di esprimerci su come vorremmo che fosse. Partecipazione, progettazione collettive, confronto e il rispetto dei tempi necessari a tutti per farlo sono state la cifra di queste trasformazioni.
In diverse occasioni ci ha posto in contraddizione con le istituzioni, come durante i mondiali di Nuoto del 2009, vari interventi sull’area, interessi privati decisi dall’alto, ma non siamo mai rimasti soli: una fitta rete di realtà sociali, parti attive dentro le stesse istituzioni, singole e singoli hanno sempre partecipato e sostenuto questi percorsi, progetti e battaglie.
Dalle lotte sociali contro la precarietà, per il diritto all’abitare e al reddito universale, negli ultimi anni sempre di più abbiamo intrecciato i nostri destini con i movimenti ecologisti. Non esiste infatti un pensiero per un altro mondo possibile oltre il capitalismo che non preveda uno stravolgimento del paradigma estrattivista, dello sfruttamento delle risorse e dei territori.
La crisi ecologica e ambientale ci impone non solo di sostenere le lotte contro il cambiamento climatico e la giustizia ambientale ma anche di interrogare i governi e le amministrazioni sulla non riproducibilità dell’attuale modello energetico.
Abbiamo sempre inteso il nostro agire politico come un intreccio tra rivendicazioni universali e pratiche generalizzabili e riproducibili, dal bisogno al desiderio.
Da più di due anni ragioniamo fattivamente su come ridurre l’impatto energetico insieme ad associazioni che si occupano di energie rinnovabili e comunità energetiche. In questa direzione abbiamo ragionato e realizzato un primo passo verso una trasformazione ecologica del Cinodromo dal risanamento di perdite idriche al dedicare spazi a coltivazioni e orti collettivi alla riduzione del consumo di plastiche.
Oggi con gioia annunciamo un altro piccolo ma importante passo in questa direzione: una parte della tettoia dell’ex- cinodromo è coperta da pannelli solari con cui le nostre attività, già socialmente ed economicamente sostenibili lo diventano anche energeticamente. Stiamo parlando di un processo costruito dal basso senza finanziamenti né padrini. Lo sforzo economico è stato sostenuto esclusivamente con le tante iniziative autogestite e a sottoscrizione da parte di chi è venuto a sostenerci.
È importante sottolinearlo in un momento in cui solo apparentemente esiste una dicotomia tra pubblico e privato e invece sempre più il pubblico finanzia investimenti privati, comprese le ecomafie, propagandando una “transizione green”, al centro anche delle ultime elezioni europee, che si sostanzia in un enorme indebitamento pubblico (più di metà del PNRR è a debito) verso la produzione di profitti privati.
Continua dunque a essere valido quello che pochi anni fa sintetizzavamo in: «Né pubblico, né privato: Comune!»
Perché questo processo di trasformazione di uno spazio, materiale e di senso, avviene nella costruzione di una collettività e che apre quello spazio al territorio; in un processo decisionale orizzontale non solo restituisce a tutti/e la possibilità di utilizzarlo ma costituisce anche il senso di un’alterità possibile e di un protagonismo sociale.
Al momento non possiamo entrare a far parte formalmente di una comunità energetica che ci consenta di redistribuire il surplus energetico prodotto. È un limite che però abbiamo presente e che vorremmo superare. Poter produrre e condividere energia come legame sociale, come redistribuzione della ricchezza, come parte dell’altro mondo possibile. E necessario.
La “migliore offerta” che oggi possiamo presentare, quello che abbiamo imparato e che ci ripetiamo ogni giorno, ció che regaliamo senza chiedere nulla in cambio a chi ci attraversa , a chi ci guarda da lontano, a chi ci odia, a chi ci vuole bene, a chi pensa di poterci usare, a chi milita con noi , continuano a essere le parole che vedete dipinte su quelle mura cariche di sogni e speranza:
«La libertà non cade dal cielo».
Mercoledi 17 luglio alle ore 18:30 ne discuteremo tutt3 insieme con:
-Valentina Crivellari: se la comunità produce la sua energia.
-Stefano Gatti (installatore): l’impianto fotovoltaico del LOA Acrobax
-Mauro Gaggiotti: comunità energetiche a Roma
-Alessandra Filabozzi: una comunità energetica solidale in sabina
A seguire apericena e musica con Samba Precario e Perros Mojados Todos Juntos
Immagine di copertina: still frame del film “La migliore offerta”
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