EUROPA
L’insostenibile razionalità della Troika
La campagna mediatica contro Tsipras e Varoufakis continua a definirli irresponsabili e irrazionali. Il “senso di responsabilità” della Troika impone di non finanziare le pensioni minime e non tassare i profitti oltre mezzo milione. Leggi anche Un OXI per cambiare l’Europa
Oggi 3 luglio a Roma ore 19.00 piazza Farnese: così come in tutta Europa, scendiamo in piazza per sostenere il popolo greco contro i ricatti della Troika!
Da sabato a martedì la redazione di DinamoPress sarà ad Atene, con la delegazione di Blockupy goes to Athens. Stay tuned!
La campagna mediatica contro il governo Tsipras è partita senza alcuna remora. Tra editoriali, corsivi, amache, tavole rotonde, online, su carta stampata, in tv o in radio la battaglia è all’ultimo commento. Varoufakis e Tsipras sono degli irresponsabili, irrazionali, incapaci, approfittatori e avventuristi. Il popolo non è in grado di decidere, non può comprendere o è semplicemente stato raggirato. La democrazia è rappresentativa, invocare il referendum è plebiscitarsimo, tutto il contrario della democrazia diretta. La Grecia è un paese che non vuole prendersi le proprie responsabilità e non vuole accettare le proprie colpe. Al contrario – chiosa Renzi – l’Italia è fuori pericolo perché ha portato avanti le riforme, come distruggere ogni diritto e garanzia sul mercato del lavoro e per le pensioni.
Se la Grecia è arrivata a questo punto è certamente tutta colpa di Tsipras e Varoufakis, non certo della sua classe dirigente precedente, corrotta e falsificatrice, con cui la Troika però non ha mai avuto problemi a trattare. Non è colpa di imprenditori e oligarchi corrotti che hanno svenduto imprese e infrastrutture senza pensarci due volte. La Grecia, come gran parte dei paesi del sud si ritrova tra le peggiori classi dirigenti europee, che non hanno a cuore il bene comune del proprio paese, tantomeno di chi ci vive, figurarsi della costruzione di uno spazio comune europeo. Ma rimane colpa di Tsipras e del suo governo che sogna di fare della Grecia una piccola patria socialista.
Seraphim Seferiades about the media campaign against Syriza (02.07.15., Athens)
(da athens.blockupy.org)
Non è certo colpa dei parametri di Maastricht, della costruzione di un sistema monetario tutto pensato a partire dal modello tedesco, di un’ unione economica che non ha mai trovato fondamento in un progetto politico. Sicuramente il problema non sono stati i salvataggi delle banche private, che per anni hanno speculato sui mercati finanziari internazionali, vendendo pacchetti spazzatura come se fossero azioni di tripla A. Sarebbe quindi inutile trovare delle regole per un mercato finanziario che non ne segue nessuna, se non quella del massimo profitto. Sarebbe certo senza senso ripristinare la divisione tra banche di investimenti e banche di risparmio. Senza alcun dubbio non aiuterebbe maggiore trasparenza e responsabilità per banche e fondi di investimento, che con il loro comportamento sui mercati finanziari hanno causato la crisi nel lontano 2008.
No, ricordiamocelo bene: la crisi è colpa della Grecia! E in particolare degli irresponsabili Tsipras e Voraiufakis che con il loro atteggiamento non hanno permesso a Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale di continuare a gestire gli accordi in maniera del tutto unilaterale. Incredibile! Il governo greco vorrebbe decidere su questioni riguardanti iva, tassazione e pensioni del proprio paese! Non solo, il governo greco vuole far decidere tutto ciò ai greci stessi, tramite un referendum!
Forse, però dobbiamo dare in parte ragione a tutti questi commentatori, che così tante parole hanno scritto sulla psicologia del duo Tsipras – Varoufakis. Bisogna essere un po’ irresponsabili e irrazionali per sostenere non solo che le regole di questo gioco vadano completamente cambiate, ma che è il gioco stesso che non funziona più.
La responsabilità della Troika impone di non finanziare le pensioni minime e non tassare i profitti oltre mezzo milione – così come proposto nell’accordo del 25 giugno. Se questa è responsabilità allora noi saremo per sempre irresponsabili e irrazionali …e speriamo che i greci – nonostante la pesantezza imposta da tale responsabilità sulle loro vite – continuino sulla strada dell’irrazionalità! Non sia mai che tali scelte irresponsabili contribuiscano alla costruzione di una nuova razionalità, fondata sul bene comune e non più su quello di pochi.