ITALIA

Inizia la guerra del governo contro il diritto di sciopero

Il 17 novembre è la giornata internazionale degli e delle studenti e quest’anno è anche sciopero generale. Uno sciopero precettato dopo le parole del ministro Salvini, mentre la Commissione di garanzia sugli scioperi già annuncia una revisione della regolamentazione

La giornata del 17 novembre è storicamente la giornata internazionale degli e delle studenti. Anche quest’anno infatti sono previsti cortei in tutta Italia delle varie organizzazioni studentesche contro la scuola del merito e il suo silente definanziamento.

Questo anno, però, la Cgil insieme alla UIl ha indetto uno sciopero di 8 ore per tutti i lavoratori e le lavoratrici delle regioni del centro. Uno sciopero generale che proseguirà il 20 novembre con lo sciopero in Sicilia, il 24 nelle regioni del Nord, il 27 novembre in Sardegna e il 1 dicembre nelle regioni del Sud. A partire da questa indizione di sciopero generale separato e diviso per regioni, Salvini ha compreso di poter creare un varco dove attaccare e così ha fatto da inizio settimana: «i lavoratori hanno il diritto di lavorare e devono poter raggiungere i propri luoghi di lavoro con il trasporto pubblico».

Era già accaduto il 29 settembre con lo sciopero nel trasporto pubblico per 24 ore indetto dal sindacato USB per rivendicare salari più alto, Salvini aveva usato parole simili contro gli “scioperanti del venerdì” e usando l’arma della precettazione aveva ridotto lo sciopero a solo 4 ore. Il sindacato decise di rinviare lo sciopero a lunedì 9 ottobre e mantenere le 24 ore.

Dopo un tira e molla tra lunedì e martedì tra Commissione di garanzia (l’autorità che vigila sugli scioperi), la Cgil e la UIl, e il ministro dei trasporti, il martedì sera Salvini attiva la precettazione, un provvedimento amministrativo straordinario per porre fine a uno sciopero. Ed è la seconda volta in pochi mesi.

Così la composizione dello sciopero dei due sindacati confederali ora è di 8 ore per tutte le lavoratrici e i lavoratori delle Regioni del Centro, scioperano, poi, tutte le categorie del pubblico impiego, della conoscenza e gli addetti di Poste Italiane per tutto il territorio nazionale. I settori dei trasporti, escluso quello aereo, e il personale operativo del Corpo dei Vigili del Fuoco, sciopereranno dalle ore 9 alle ore 13. Sciopera generale anche per USB pubblico impiego per tutta la giornata.

Così la mappa dello sciopero e delle sue piazze si fa articolata ed evidenzia bene le divisioni del mondo del lavoro e della scuola. Quindi oggi a Roma alle 8:30 gli studenti di UDS, Link e UDU si concentreranno a Piazza Barberini per arrivare in corteo fino a Piazza del Popolo, dove dal palco parleranno il segretario della CGIL Landini e il segretario della Uil Bombardieri. USB sarà sotto il Ministero della pubblica amministrazione, mentre le organizzazioni studentesche OSA e Cambiare Rotta faranno un corteo da Piramide fino al Ministero dell’istruzione. Infine il Coordinamento autonomo delle scuole romane si dà appuntamento alle ore 10.00 a piazza dell’Esquilino. E i Giovani Palestinesi invitano tutte le scuole e università a mobilitarsi sul tema della Palestina, in diverse città infatti sono già in corso occupazioni centrate sulla “fine del genocidio in Palestina” e per la dismissione dei “saperi di guerra”.

E nonostante il governo dichiari che non vuole cambiare la legge sul diritto di sciopero, è la Presidente della commissione di garanzia Bellochi ad annunciare che: «Vogliamo condurre una riflessione sulle regole che sono vigenti dal 2003. Sono passati vent’anni e serve una revisione, come sosteneva anche la commissione precedente. Ormai si indice uno sciopero generale persino l’8 marzo per la festa della donna. Lo sciopero generale invece deve essere un fatto eccezionale. Insomma, si devono filtrare un po’ i criteri per la proclamazione».

Dopo aver costretto le manifestazioni in percorsi sempre più limitati, impedito ogni tipo di sit-in sotto i palazzi del Parlamento e del Governo, ora si passa all’attacco diretto al diritto di sciopero. Diritto già svuotato di senso da decenni di bassi salari, licenziamenti e leggi restrittive (tra cui la legge 146 del 1990 che ha installato la Commissione di garanzia).

E non è un caso che la Presidente citi l’8 marzo, sciopero globale transfemminista, perché in quella giornata da anni i movimenti femministi e transfemministi, in Italia e nel mondo, cercano di ricostruire il senso dello sciopero economico e politico, dello sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo, dello sciopero dei consumi e dai generi. Una giornata che pone al centro l’idea radicale che solo allargando le pratiche dello sciopero si potrà difendere questo diritto delle lavoratrici e dei lavoratori.

Immagine di copertina di Renato Ferrantini, sciopero generale 16 dicembre 2021