ROMA

«Il vostro lusso ci lascia a secco!»: in azione all’Olgiata

Attivist3 di Roma Climate Strike protestano contro l’abuso della risorsa idrica da parte dell’elìte economica. Preso di mira il paradigmatico campo di golf di Roma Nord

Questa mattina attivist3 di Roma Climate Strike sono entrat3 nell’Olgiata Golf Club di Roma per una azione creativa di protesta.

Hanno aperto uno striscione “Il vostro lusso ci lascia a secco” e vari altri cartelli tra cui “La lotta di classe fa bene al pianeta” e “Golfista Ecoterrorista”. Durante la mobilitazione buche del campo da golf sono state riempite con piantine di vegetali che sono state distribuite anche nel green, creando così quello che è stato poi denominato un “orto anticapitalista”.

La rete sociale territoriale che si è distinta per azioni e mobilitazioni nei mesi scorsi, tra cui quella presso il terminal dei jet privati di Ciampino, è tornata a evidenziare l’intersezione tra tematiche ecologiste e anticapitaliste.

In particolar modo è stato preso di mira un simbolo storico di potere e ricchezza in città, un campo da golf inserito in un residence esclusivo, controllato da security e blindato.

Le attivist3 hanno spiegato le ragioni del blitz «Un campo da golf come questo consuma in media 2000 metri cubi di acqua al giorno, il consumo medio di un paese di 8000 abitanti, una quantità che è sufficiente alla produzione di 2 tonnellate di grano. I campi da golf in prossimità delle coste aggravano i processi di salinizzazione delle falde acquifere. I pesticidi utilizzati sono un ulteriore fattore di inquinamento di falda con conseguenze sulla flora e sulla fauna. I campi da golf, infine sottraggono terreni potenzialmente agricoli o forestali  -qui infatti vi era un parco prima della costruzione- possono interrompere naturali vie idrologiche con rischi di inondazione e portano alla bonifica forzata d’aree umide che bisognerebbe al contrario proteggere».

Nel campo da golf pertanto, spiega uno di loro, la questione ecologista e quella di classe si intersecano in modo paradigmatico.

Il golf Club di Olgiata ha una clientela esclusivamente elitaria, un abbonamento annuale costa  4800 euro per quelli che sono definiti capifamiglia (sic!) nel sito internet.

Dopo un inverno di siccità la questione idrica torna ora al centro con l’avanzare dell’estate, perché la gestione del bene diventerà centrale in un momento di drammatico cambiamento climatico che rende i periodi di grave siccità e le alluvioni disastrose come quella in Emilia Romagna due fenomeni quasi complementari nel loro alternarsi.

«Siamo qui perché la gestione del bene idrico diventa una linea di demarcazione attraverso la quale si accentua la disparità di classe e l’ingiustizia sociale. Disporre di acqua in quantità e qualità maggiori diviene obiettivo primario della classe dominante, mentre le ripercussioni sociali, sanitarie e umane sono sempre più gravi per chi invece di quel bene non può disporre in quantitativi minimi vitali».

Le attiviste continuano spiegando che «la messa a profitto e l’estrazione incontrollata dell’acqua si concretizzano nel suo utilizzo in grandi quantità per alimentare grandi opere inutili e dannose -dal TAV agli inceneritori- e nel suo spreco per il lusso di campi da golf come questo. Difendere l’acqua come bene comune da ridistribuire e lottare per una gestione comunitaria ed ecologica diventa pertanto oggi più che mai una forma di lotta anticapitalista ed ecologista al tempo stesso».

Durante l’azione le attivist3 hanno inoltre ricordato, rispetto al tema, una importante prossima mobilitazione che si terrà nel mese di luglio, In Sorgente camp, nel reatino, organizzato da varie realtà territoriali per protestare contro il ruolo di Acea e contro il progetto di raddoppio dell’acquedotto del Peschiera.

«Acea ora vuole realizzare il raddoppio dell’Acquedotto del Peschiera, principale fonte di approvvigionamento idrico romano, violando le norme europee e nazionali che regolano l’uso delle risorse idriche. Un progetto insensato perché porterà ad un aumento delle captazioni fino a 8.000 litri al secondo di acqua, senza alcuna Valutazione di Impatto Ambientale (VIA); un progetto tanto più inaccettabile soprattutto oggi che la crisi climatica è causa di siccità ed eventi estremi che mettono a rischio intere popolazioni».

L’azione all’Olgiata si è conclusa con l’uscita dall’area del residence a seguito dell’intervento prepotente delle security private.  La campagna politica però è solo all’inizio.