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Il mondo di sopra ci deve un risarcimento
Il lago che combatte parte II. Gli Assalti Frontali ci raccontano nel loro nuovo video come fare di questo amico ritrovato una risorsa per chi in questa città abita, lotta e sogna.
Roma. “Su questa storia andiamo fino in fondo”. Siamo dietro Porta Maggiore e a gridarlo sono quegli stessi cittadini che hanno regalato un anno fa a tutti noi il lago della ex Snia. “Una comunità è fiorita” intorno a quello spettacolare invaso d’acqua saltato fuori dalla pancia della terra al posto dei “palazzoni” tenuti a balia fin dai primi anni ’90 dai desideri (e dal portafoglio) di chi, spinto dalla propria bulimia edificatoria, aveva cominciato a scavare dopo essere stato “aiutato” ad interpretare le tavole di un piano regolatore che, come per incanto, avevano, dalla sera alla mattina, cambiato il colore delle destinazioni ammesse.
Ad un anno di distanza, questo 2 giugno, in molti sono voluti andare a vedere lo stato dei lavori di quello che ora è un bene di tutti, ma che ancora non è disponibile. Acquisito, attraverso un esproprio dal 5 di agosto dell’anno passato, è un progetto impantanato nei tempi e nel bilancio dell’amministrazione comunale, nelle deliberazioni regionali. Così ancora una volta un corteo colorato è andato a fare visita a quest’amico ritrovato, e ancora una volta, ha voluto fare le cose per bene. Un’ispezione in piena regola che gli Assalti Frontali hanno voluto raccontarci nel “lago che combatte pt.2” in un video girato proprio il giorno della nuova “invasione” del lago sulla Prenestina.
Lo hanno fatto dicendoci che la città sarà nostra se riusciremo a farla finita con i finti e pilotati processi partecipativi (sic) anteponendo pratiche di autogoverno: “nell’autogestione siamo i numeri 1/ viviamo il lago e non ce lo toglierà nessuno”. Questo spazio dietro porta Maggiore dovrà, ci dicono, essere un monumento naturale. Uno di quei luoghi che per le proprie caratteristiche naturali, artificiali o di testimonianza sono riconosciuti come patrimonio collettivo. Acqua, ambiente, lo straordinario ecosistema, la memoria del lavoro svolto in quei padiglioni, sono un patrimonio, a cui si aggiunge come valore aggiunto proprio il tenace lavoro e la lotta di chi ha intrapreso e sta portando avanti questa battaglia. Questa è la ricchezza della città. Il saper andare a vedere come stanno le cose e decidere. Facendo a meno di chi dice di aspettare e rimandare a quando le decisioni saranno mature, saranno prese le delibere giuste, saranno “calendarizzati” i lavori, si troveranno le risorse, che ci sono altre priorità che…
“IN FONDO AL LAGO (Il lago che combatte – pt 2)” Assalti Frontali feat. Sista Awa
“In fondo al lago c’è tanto da scoprire” canta Luchino. Sa bene, come tutti noi, che se nel video vediamo sommozzatori farsi largo tra i resti di quella gru che avrebbe voluto sollevare pesanti masse di cemento, con cui “murare” la nostra vita, è tanta la melma che tracima da quell’acqua. Appare in modo diverso, ma sempre melma è.
Senza neanche andare lontano, sempre dietro o intorno a Porta Maggiore, avrebbe voluto apparecchiare una tavola imbandita per l’ennesimo supermercato o costruire (a san Lorenzo) appartamenti spolpa-studenti al posto di un gioiello di architettura industriale. Non c’erano le norme a impedirlo? C’erano. Solo che chi avrebbe dovuto interpretarle a vantaggio dei più, che la città abitano, non lo ha fatto. Così sono stati proprio i cittadini a farlo, a dire: guardate bene lì esiste un vincolo paesaggistico (Acqua Bulicante), qui sarebbe stato necessario un piano di recupero (s. Lorenzo). Non lo sapevate? Questo vuol dire che le norme, dunque, ci sono? No, la storia del lago sta ad inchiodare il sindaco Marino (e il suo assessore Caudo) all’enorme responsabilità di non aver voluto mettere mano al piano regolatore di Veltroni che, studiato come piano “offerta promozionale continua” per il “mattone finanziario”, ha tralasciato, per sufficienza, di adeguare la normativa “minuta”.
Andando in fondo al piano, intorno Porta Maggiore, studiando le norme, trasformandosi in urbanisti chi la città abita, ma non la vuole soffrire, è riuscito a bloccare e respingere al mittente chi voleva drenare rendita senza dover rendere conto a nessuno. Non è stata però un’amnesia urbanistica. Quando è stato necessario Marino (e il suo assessore Caudo), è il caso dell’aumento di cubatura residenziale (privata ovviamente) nell’area dell’ex fiera di Roma sulla Colombo, sono ricorsi alla variante di piano. Variante tassativamente respinta, per esempio a san Lorenzo.
“Il lago che combatte non va mai in vacanza” ci avvertono gli Assalti, Marino ci obbliga al “tempo pieno”. Sappiamo bene come impiegarlo. ” il mondo di sopra ci deve un (tantissimi) risarcimento”
Il video, come il precedente, opera di Marcello Saurino che è stato capace di farci sentire protagonisti del meraviglioso urbano, vede la partecipazione di Sistah Awa.