ITALIA

Il governo attacca le persone trans*: la resistenza deve essere intersezionale

Sabato 18 maggio a Roma e Napoli manifestazioni per per l’autoderminazionae delle persone trans*, intersex e non binarie contro la violenza istituzionale

La comunità trans* è sotto attacco diretto del governo. Ha iniziato Gasparri con la prima interrogazione parlamentare su come siano prescritti i farmaci sospensori della pubertà all’Ospedale Careggi di Firenze, con la conseguente ispezione all’ospedale da parte del Ministero della Salute, che ha rilevato delle “criticità”, così il senatore, capogruppo di Forza Italia, ha ripresentato in questi giorni una nuova interrogazione al Ministero della Salute sull’ospedale. L’Aifa ha subito dichiarato che rivaluterà le linee guida sull’uso della triptorelina. E il 15 maggio è stata nominata una Commissione che rivaluterà le linee guida sull’assistenza nei percorsi di affermazione di genere, composta da 29 funzionari dei ministeri alla Salute e alla Famiglia, esperti di bioetica e professionisti, escludendo tutte le associazioni trans*, considerate non sufficientemente competenti sul tema (sic). Dell’ultima ora la notizia che l’Italia non firma la dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore della comunità LGBTQIA+, e la motivazione è proprio che dietro il testo si nasconde “la propaganda gender”.

Le minacce alle vite delle persone trans* si moltiplicano, dalle scuole dove le poche carriere Alias attivate sono sotto attacco della lobby dei Pro Vita, che a inizio anno scolastico ha inviato lettere ai dirigenti scolastici minacciando di portarli in tribunale per incorretto uso del nome e abuso di ufficio, ai continui attacchi omolesbobitransfobici nelle strade delle nostre città e sui social. Lo spettro dell’ideologia gender, modellato nelle fila del cattolicesimo fondamentalista, si è trasformato in un efficace arma retorica per instillare la paura, l’odio e il disprezzo. Un’ arma retorica, però, con ricadute materiali molto concrete: cancellare i pochi diritti acquisiti o gli usi non regolamentati ma socialmente accettati a favore della comunità LGBTQIA+. Questa guerra, cominciata negli Stati Uniti, si sta allargando, dall’Ungheria alla Russia, dal Regno Unito all’Italia, fino ad arrivare in Francia, molto spesso supportata dalle cosiddette “femministe radicali”, che forse sarebbe meglio definire donniste trans-escludenti. 

Per questo il giorno seguente la giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, istituita nel 2004 dalle Nazioni unite, 14 anni dopo il declassamento dell’omosessualità come malattia mentale da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità, è stata organizzata una mobilitazione nazionale «per l’autoderminazionae delle persone trans*, intersex e non binarie contro la violenza istituzionale» convocata da una variegata rete di collettivi, realtà, associazioni, attivistx, che si terrà a Roma e Napoli. «Si continua a voler invisibilizzare, nascondere, discriminare violentemente l’infanzia, l’adolescenza e le persone trans*, non binarie e intersex di ogni età che invece affermano, con la loro stessa esistenza, resistenza e lotta! Rivendichiamo il diritto all’autodeterminazione, all’accessibilità e al riconoscimento dei percorsi di affermazione di genere» si legge nel testo di convocazione della manifestazione romana. E ancora «Siamo persone trans*, non binarie, intersex e loro alleatx e “per la vita” siamo noi! Una vita senza stigma, giudizi e imposizioni sui nostri corpi tutti. “Disforico” e “incongruente” è il mondo in cui viviamo, non noi! La sofferenza non è parte intrinseca della nostra esistenza, ma ci viene imposta – come le norme binarie, i ruoli di genere, le gabbie e le frontiere – da questa società e dalla sua violenza. Noi esistiamo ed affermiamo la nostra felicità di essere esattamente quello che siamo Abbiamo una T*remenda voglia di vivere!». 

La lotta per i diritti, la salute, e la vita delle persone trans* deve essere una lotta di tuttə, e non solo della comunità LGBTQIA+, perché la matrice dell’attacco è sempre la stessa una destra globale cristiana ,fondamentalista, antiliberale e antidemocratica che vuole ripristinare il fondamento del potere patriarcale, insieme a un processo di accumulazione capitalista che sfrutta terre e animali del pianeta. Per questo la mobilitazione è in connessione con la manifestazione indetta da GKN a Firenze, e contro il pink e rainbow washing dello stato d’Israele, che ha avuto il coraggio di scattare foto di soldati con in mano una bandiera arcobaleno sulle macerie di Gaza. «La lotta delle persone queer palestinesi viene strumentalizzata per assicurare ad Israele una facciata di democrazia, liberalismo e accoglienza molto lontano dalla realtà, al servizio dei profitti dell’industria del turismo e delle alleanze politiche che questo genera. Noi in relazione con il mondo queer palestinese ci siamo davvero e con loro gridiamo #stopgenocidio e #palestinalibera!»

→ a Roma concentramento corteo alle 14:30 in piazzale Ostiense

→ a Napoli concentramento corteo alle 15:30 in piazza del Gesù 

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Foto scattata al Priot di Roma di giugno 2023 – archivio Dinamopress