ITALIA

Feltrinelli: leggere insegna a leggere, scioperare insegna a scioperare
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta a seguito dello sciopero nazionale delle e dei librai Feltrinelli del 17 marzo, che rilancia l’appuntamento del 16 aprile a Milano per costruire alleanze che ribaltino lo status quo
Lavorare nel mondo della cultura è strano: gratifica e fa sentire “dalla parte dei buoni” ma espone a tutta una serie di chiaro-scuri che spesso si cerca di non vedere. Lavoro da anni per Feltrinelli Librerie e mi sono a lungo datə ragione di questa scelta grazie al piacere di suggerire letture, approfondire le relazioni con altri lettori e lettrici e – tutto sommato – essere retribuitə per alimentare una delle mie grandi passioni: la lettura.
Fino a qualche anno fa stare dentro alla bolla culturale mi ha soddisfattə e appagatə: il mio ruolo era riconosciuto internamente ed esternamente e mi consideravo tutto sommato in un intervallo sostenibile di sostenibilità. Poi, un po’ alla volta, si sono iniziate ad aprire delle crepe.
Di macro-economia è complesso parlare qui ma sappiamo della diffusa perdita di valore di acquisto dei salari e dell’aumento del costo della vita per tutti e tutte noi. Di Feltrinelli che perde smalto e valore e viene sempre più vista come un supermercato snob anziché come un contenitore agitatore di cultura (anche) critica, invece, sarebbe interessante approfondire. Così come bisognerebbe capire meglio le scelte di un management che non sempre sembra essere consapevole delle conseguenze del proprio operato. La parte di cambiamento che considero più grave di tutte, però, è la perdita di considerazione, fiducia e valorizzazione della propria forza lavoro.
Siamo noi, lavoratori e lavoratrici Feltrinelli, che abbiamo fatto questa azienda. Noi che l’abbiamo salvata nei momenti più critici accollando ai nostri stipendi il costo della “crisi”, noi che ogni giorno rendiamo le librerie della “nostra” catena più appetibili di altre grazie alla nostra competenza, disponibilità a metterci in gioco, accoglienza.
Tutto ciò incluso il risanamento dei conti dichiarato a fine 2024, è avvenuto grazie alla fiducia reciproca e alla saldatura tra chi gestisce e chi mette a terra le scelte, tra chi ha in mano il volante e chi fa girare le ruote. Alla luce di queste considerazioni si può meglio comprendere perché siamo arrivatə a scioperare.

La rottura è avvenuta a causa dell’erogazione dell’aumento dell’importo del buono pasto, che al momento è di 6 euro. L’azienda è disposta ad arrivare a massimo euro 7.50 e vorrebbe erogare il differenziale di 1 euro e 50 in tre anni dall’eventuale firma del CIA rinnovato.
Le parti sindacali in maniera unitaria hanno chiesto l’erogazione dell’aumento entro un anno dalla firma del nuovo CIA. L’azienda si è irrigidita e ha rotto il tavolo di trattativa. Dopo nove mesi di confronto. Per 1,50 euro di aumento (detassato) del buono pasto. Chiediamo con forza la cancellazione del salario d’ingresso e di ogni forma di discriminazione nei confronti dei nuovi assunti. Vogliamo diritti uguali per tuttə.
È un tema di dignità. Un tema che si porta dietro mancata formazione, nessun ragionamento condiviso sulla professionalità di librai e libraie, sentirsi sempre più marginali per un’azienda che cerca il profitto ma non tiene conto delle condizioni di chi lo genera. Vogliamo risolvere? Certo. Siamo dispostə a sederci di nuovo intorno a un tavolo? Assolutamente sì. Solo però se saremo riconosciutə e se le condizioni proposte dall’azienda saranno decisamente migliori di quelle avanzate finora.
Dalla nostra, abbiamo adesso delle consapevolezze in più: sappiamo che valiamo e che siamo unitə e compattə. Lo sciopero di lunedì 17 marzo lo ha dimostrato chiaramente con partecipazione in massa dei/delle dipendenti, anche in sedi piccole e decentrate, con bassa sindacalizzazione. Sappiamo che abbiamo la solidarietà e il sostegno di moltə e che il mondo editoriale vive galleggiando sopra a una bolla di precariato e condizioni di lavoro che non sono più accettabili.

Siamo prontə a fare rete e a essere ancora più forti, tuttə insieme. Anche per questo e su questi temi abbiamo costruito un appuntamento di confronto e costruzione per il giorno 16 aprile a Piano Terra, insieme a Redacta e a Bibliotecar* del Comune di Milano. Ci siamo presə la libertà di lottare e non vogliamo smettere.
Leggere insegna a leggere: scioperare insegna a scioperare.
Uno/a tra le tante e i tanti dello sciopero del 17 marzo
Tutte le foto sono di Gianfranco Candida
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