ITALIA
Federico Aldrovandi ovunque, perché la memoria non si cancella
ACAD, Associazione Contro Gli Abusi in Divisa, fa appello a esporre in tutti gli stadi e in tutte le città l’immagine del ragazzo ucciso dalla polizia. Per rispondere insieme al divieto imposto ai tifosi della Spal
Il divieto di far entrare la bandiera con il volto di Federico Aldrovandi, imposto ai tifosi della Spal nella trasferta romana, è un fatto troppo grave; troppo grave per relegare la nostra rabbia solo ai post sui social, troppo grave da necessitare una risposta di tutti.
Federico fu ucciso nel settembre del 2005 a soli 18 anni. Fu ucciso da 4 poliziotti che gli spezzarono il cuore fino a soffocarlo, rompendogli addosso due manganelli fino a procurargli 54 lesioni. “Schegge impazzite” fu la definizione che diede un procuratore generale a quelle persone, prima della loro condanna definitiva in Cassazione.
Quello che ha subito Aldro è una verità storica, oltre che giudiziaria, incancellabile come lo furono i fatti vergognosi successivi alla sua morte: negli applausi dei sindacati di polizia agli agenti condannati, nelle offese alla madre, nelle querele alla madre, nelle dichiarazioni folli e disgustose di certi esponenti istituzionali che hanno negato per anni l’evidenza.
Il divieto imposto ai tifosi della Spal non ha alcuna giustificazione.
È un atto di prepotenza e arroganza. È un atto da Stato di Polizia.
Abbiamo deciso di non rassegnarci alla denuncia e al racconto: se non volevano Federico in una curva, Federico glielo faremo trovare ovunque.
A pochi giorni dai fatti di Vicenza, dove Luca, un ultrà della Sanbenedettese è finito in coma e tuttora è in ospedale, è necessario mandare un segnale forte contro la violenza e gli abusi di polizia di questi ultimi decenni, affinchè non vi siano mai più altri Federico.
ACAD L’Associazione Contro gli Abusi in Divisa invita tutta la collettività a partire dalle tifoserie e dalle curve, oltre la propria fede e oltre i colori, a esporre ove sia possibile l’immagine di Federico Aldrovandi con striscioni, magliette, foto, bandiere e qualsiasi mezzo ognuno ritenga più opportuno e ad accompagnare, dove realizzabile, il tutto con l’hashtag #FedericoOvunque.
Chiediamo a chiunque di far apparire Federico in ogni luogo possibile delle nostre città, con la dignità e il rispetto che la famiglia Aldrovandi ci ha sempre insegnato.
Sabato 9 dicembre e domenica 10 dicembre facciamogli vedere che non abbiamo dimenticato quello che hanno fatto a Federico, mostrando Federico ovunque, com’era da vivo.
#FedericoOvunque
#giustiziaeveritàperAldrovandi
#bastaabusi
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