DIRITTI
E adesso, ci minacciano di morte
Lettera aperta di Matias Perez, fratello di Lucia, stuprata e assassinata pochi giorni fa in Argentina
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A dire il vero, mi sarebbe piaciuto accompagnare questa lettera con una foto mia, sorridente insieme a mia sorella. O con una foto sua, abbracciata ai miei genitori. Però no, non possiamo, non possiamo fare neppure questo, perchè mentre proviamo ad elaborare il fatto che l’hanno uccisa, e come l’hanno uccisa, siamo costretti a fare i conti con le minacce di morte che arrivano a tutti noi.
Com’era Lucia? Come l’arte, come il rock, come l’amore per gli animali. Lì, in ogni strofa delle Viejas Locas, in ogni “pogo ricotero” (dai Rendodos de Ricota, storica rock band argentina) e in ogni abbraccio a un cucciolo abbandonato, la si potrà trovare sempre, sorridente, mentre imita il suo cane e spargendo, per sicurezza, buone vibrazioni ovunque.
Viveva tranquilla, senza uscire molto di casa, fino a quel maledetto sabato 8 ottobre. Sono venuti a cercarla alle 10 circa, quando papà se n’era già andato a lavorare. E alle 15, quando mia mamma è tornata dal lavoro, ha trovato Facebook aperto sul suo computer, insieme alle cose per fare il mate, perchè sì, Lucia credeva che sarebbe tornata immediatamente a casa… L’hanno portata via ingannandola.
Alle 18, un’amica mi ha detto che dovevamo andare al commissariato, perchè mia sorella aveva avuto un incidente. Non avrei mai potuto immaginare cosa mi aspettasse. Arrivati lì, con mia mamma, l’ufficiale che ci ha accolto non sapeva che dirci, cosicchè siamo rimasti dieci eterni minuti nell’ufficio del commissario, prima che ci dessero la notizia. E ci è caduto il mondo addosso. Ho chiesto di riconoscere il corpo, ma si sono opposti. Mi sono rifiutato di andarmene e ho insistito instancabilmente, fino a che non sono riuscito a vederlo: stava su una barella, con gli occhietti mezzi aperti, come se stesse dormendo.
Matìas Farìas, Juan Pablo Offidani e Alejandro Maciel, i tre sospettati, oggi sono in arresto. Però non ci basta: vogliamo una giustizia reale, vogliamo che si indaghi a fondo su tutte ciò in cui sono implicati, e che ogni persona che abbia informazioni vada in Procura a riportarle. Abbiamo bisogno di appoggio, non importa di chi, perchè questo caso interessa a tutti e non appartiene a nessuna parte partitica: si tratta di una ragazza, mia sorella, che è morta in una maniera orrenda.
E dobbiamo essere coscienti, perchè si, questa volta è toccato a Lucia soffrire questa bestiale violenza di genere, ma la prossima può toccare a te, o alla persona che più ami al mondo. Bisogna raccogliere le forze e scendere per le strade, per gridare tutti insieme, ora più che mai: «Non una di meno».
Solo così, eviteremo che uccidano altre mille Lucia. E solo così potremo chiudere i suoi occhi, per vederla riposare in pace.
*traduzione a cura di Francesco Armenio